L’emigrazione Italiana
Il popolo Italiano è stato protagonista del più grande esodo migratorio della storia moderna, che ha visto ventiquattro milioni di partenze nell’arco di poco più di un secolo, a partire dal 1861. Nonostante, si tratti di un dato al lordo dei rientri, basta certamente a dare un’idea della vastità del fenomeno.
Si trattò di un esodo che, a differenza di quanto si crede comunemente, toccò tutte le regioni italiane, ma inizialmente tre sole regioni fornirono il 47 per cento del contingente migratorio: il Veneto (17,9), il Friuli Venezia Giulia (16,1 per cento) e il Piemonte (12,5 per cento).
Il fenomeno non si è esaurito. Oggi gli italiani sono ancora al primo posto tra i migranti comunitari (1.185.700 di cui 563.000 in Germania, 252.800 in Francia e 216.000 in Belgio) seguiti da portoghesi, spagnoli e greci.
L’Italia contribuì con percentuali analoghe all’esodo verso l’Europa e verso le Americhe, ma una notevole differenza fu nelle zone di partenza: il mezzogiorno fornì il 90% della propria emigrazione alle Americhe, privilegiando gli Stati Uniti. Dalle regioni settentrionali l’emigrazione transoceanica privilegiò l’America Latina, con ulteriori suddivisioni: dal Veneto andarono prevalentemente in Brasile, i piemontesi si diressero prevalentemente in Argentina. Dalle regioni dell’Italia centrale l’emigrazione si divise equamente tra stati nordeuropei e mete transoceaniche.