Convegno sulla cooperazione a Pesaro
COOPERAZIONE
Sono qui da amico ad amici per portare il saluto dei senatori del gruppo CCD-CDU e come responsabile dell’ufficio programma del CDU.
Sono stato colpito dal vostro entusiasmi.
Oggi però, voglio portare ulteriori elementi di chiarezza in un settore in cui vi è stato travaglio e contrapposizioni di idee divergenti.
Sono stato accusato dai colleghi dell’opposizione, nel difendere le ragioni di scelte che convintamente sosteniamo di essere estraneo al movimento cooperativo. Si può essere anche senza apparire.
Potrei portare testimonianze dirette fin dall’età giovanile.
Ma ritengo questo modo di ragionare vecchio e d obsoleto. Dobbiamo rendere omaggio a la fenomeno della cooperazione che significa impegno e coraggio nei settori propri dell’impresa cooperativa come agricoltura , pesca, commercio, credito, edilizia contrassegnati da: immediatezza,
partecipazione,
democraticità
e che non ha finalità speculative ma finalità sociali come previste e disegnate dalla carta costituzionale nel solco del pluralismo della nostra società.
Il Governo si è fatto carico di impegno nuovo che tenga conto della moderna vita del Paese. La nostra attenzione verso il mondo cooperativo non è solo un riconoscimento del paese della nostra società ma fondata sul riconoscimento delle caratteristiche umane del cooperatore.
La sua autonomia – che si è andata progressivamente smarrendo – tipica di questa impresa, il suo senso di libertà, responsabilità, solidarietà , sono le caratteristiche umane, che caratterizzano una economia umanistica, nella vita economica e sociale.
Senza solidarietà non si rafforza la libertà.
Le difficoltà che si aprono in alcuni settori dell’economia possono essere superate grazie all’impegno e al senso di responsabilità e solidarietà dei cooperatori italiani.
Guardiamo all’esaltazione delle persone e soprattutto a un nuovo modo di essere a forme di nuove di dignità perché cooperare significa crescere e progredire, significa maggiore giustizia sociale far crescere le classi più deboli, accorciare le distanze, ridurre i divari, abolire le miserie.
Come si può dimenticare che nelle fasi della prima industrializzazione si ebbero le prime manifestazione di solidarietà per il lavoratori dipendenti, il mutualismo cattolico, la crescita delle cooperative di credito nella forma della casse rurali furono le prime autonome risposte dei cattolici alla riforma agraria, come sottrazione all’usura, e il mercato finanziario del credito fondiario per i provvedimenti pubblici.
Un clima di fiducia che portò la cooperazione alla cooperazione unica arma di difesa e di miglioramento nell’ambito dell’economia agricola di mercato; la affittanza collettiva nell’azienda agraria a conduzione divisa diversa dall’impostazione socialista a conduzione indivisa, finalizzata alla valorizzazione delle capacità imprenditoriali dei contadini e di cui furono portatori Monsignor Portaluppi e Don Sturzo per migliorare le condizioni di vita e di lavoro.Così come allora la cooperazione seppe dare risposte forti ai problemi dell’industrializzazione noi riteniamo che sappia dare risposte puntuali ed adeguate ai problemi della globalizzazione.
ps
Viviamo tempi i turbolenza con 2 rischi:
1- declinare crescendo
a) addetti
b) imprese
c) fatturato
contrapposizione tra memoria e modernità
declinare come rischio culturale
essere considerato una cosa da difendere della memoria rispetto alle tendenze culturali ed economiche
2- ricordare il futuro e ritornare alle origini
legame territoriale: quali decreti delegati
E’ in gioco l’autentica solidarietà in un mondo moderno adeguato alle trasformazioni dell’economia, alle cooperative compete un modo virtuoso di stare nel mondo. L’adeguamento non è visibile in modo significativo.
Servizi alla persona:
detassazione dei servizi alle imprese ed all’educazione
armonizzazione del mercato dei capitali
ammodernamento del diritto societario
fase di «apocalisse culturale» di Ernesto De Martino
la cooperazione nasce prima della forma partito e della forma sindacale e cambiò:
– il lavoro da dimensione del tempo a tempo industriale
– la solidarietà tra le persone, dalla famiglia patriarcale alla fase di …, dalla tradizione orale all’istruzione, dall’autoconsumo all’acquisto a basso costo, dal denaro ad usura al mercato finanziario
nacquero le leghe contadine e leghe operaie prima del sindacato.
Lo stato assistenziale nasce con Lord Beveridge.
Fine del rapporto uomo – natura.
Banche di solidarietà per l’accesso al credito senza speculazione.
La fase attuale di transizione dal lavoro salariato al lavoro autonomo e al terziario.
La forma cooperativa ha un senso oggi.
Che ha fatto il modo della cooperazione per intercettare nuove forme di lavoro.
Ci sono ampi spazi per una cooperazione operosa.
Non è una forma marginale intercettare la imprenditorialità diffusa
Mutualismo
Riforma del Welfare
Mutui adeguati ai tempi
Merci: non è un problema di quantità ma di qualità
Spazi per l’alfabetizzazione dei soggetti che vanno accompagnati nella società ipertecnologica della ICT
Su un campione di 400 imprese della new-economy la gran parte sono imprese di 10 ragazzi che si mettono insieme, perché devono inventarlo le grandi compay USA e non lo possa fare la cooperazione?
Non si può essere ingessati nel 900, quel vitalismo è rimasto ma il modello della cooperazione rimane marginale tra stato e mercato.
Ridisegnare la propria funzione assumendo un’identità oltre quella della forma partito e forma sindacato, assumere un ruolo rispetto alla nuova composizione sociale
Un progetto su cooperazione e nuovi lavori
Nuovo mutualismo e nuovo welfare
Rapporto sulla distribuzione dei prodotti di qualità
Non difendere la punta della piramide che è più attaccabile, la cosiddetta grande cooperazione
Siamo in una fase di transizione
1- statuto europeo della coop.
2- libro bianco della coop.
3- scrittura dei decreti delegati
4- coop. di lavoro
5- scontro frontale tra capitale e lavoro
mutualità interna ed esterna
nuovo target sociale
privatizzazione
Sono Intervenuti il Segretario regionale delle Confocooperative delle Marche, il dottor Giuseppe Mannino, il deputato Lelio Grassucci e il sociologo Aldo Bonomi.