Presidenza del vice presidente SALVI PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni. Sarà svolta per prima un’interpellanza sulla campagna pubblicitaria indetta dalle ferrovie dello Stato per reclamizzare la RFI spa. Ha facoltà di parlare il senatore Eufemi per illustrare l’interpellanza 2-00016. EUFEMI (CCD-CDU:BF). Signor Presidente, quest’interpellanza muove da un fatto accaduto nei mesi scorsi, cioè una campagna pubblicitaria, promossa con grande dispendio di mezzi dalle Ferrovie dello Stato, relativa alla nuova struttura RFI spa, che gestisce, in regime di monopolio naturale, quindi in assenza di concorrenza, la cosiddetta armatura, ovvero i binari. Io ed i colleghi Iervolino, Borea, Danzi, Compagna e Cirami abbiamo ritenuto di richiamare l’attenzione del Governo sulla necessità di chiarire le finalità di questa campagna pubblicitaria in termini di ritorni gestionali aziendali, anche in considerazione dell’assetto proprietario delle Ferrovie dello Stato e delle ingenti risorse, dirette e indirette, che vengono erogate, a vario titolo, alle Ferrovie stesse. Infatti, ritenevamo quanto meno inutile, soprattutto perché costosa, tale campagna, domandandoci se non sarebbe stato più utile dirottare queste risorse verso altre finalità, in particolare la sicurezza e la manutenzione delle strutture dei treni. Chiedevamo, quindi, a quanto corrispondesse questo budget pubblicitario, se fosse stato superato e, soprattutto, a quanto ammontasse la copertura dello Stato per le Ferrovie per l’esercizio 2001 rispetto al bilancio delle Ferrovie spa. Noi reputiamo che debba essere fatto un uso oculato e attento delle risorse, soprattutto perché esse sono ancora ingenti e il loro costo si riflette sui contribuenti italiani. Quindi, intanto ringraziamo il rappresentante del Governo per avere prestato attenzione alla nostra interpellanza, che per strana coincidenza – dobbiamo sottolinearlo – viene esaminata dopo che, nei giorni scorsi, è giunta la notizia che le tariffe ferroviarie autorizzate dal Dicastero dei trasporti aumenteranno del 4,15 per cento e interesseranno tutte le maggiori linee, quali Eurostar e Intercity express, escludendo quelle pendolari e locali. E’ il terzo aumento dell’anno, dopo quelli di gennaio e di luglio. Si tratterà, naturalmente, di prezzi inferiori al price cap solo perché i treni nel 2001 non sono arrivati in orario. Questo dobbiamo sottolinearlo, perché il tetto massimo degli incrementi rispetto al tasso di inflazione è del 3,5 per cento, ma viene applicato se si rispettano i cosiddetti standard di qualità. Invece, gli obiettivi (è un altro elemento sul quale invitiamo il rappresentante del Governo a riflettere) sono stati raggiunti soltanto per due terzi, cioè per circa il 70 per cento: per la maggior parte di essi non è stato possibile superare l’esame. Il quadro è positivo rispetto alla velocità di informazione, ai punti vendita, alle biglietterie, ma la puntualità è stata rispettata solo per la soglia minima e almeno l’84 per cento dei treni è arrivato con un ritardo inferiore ai trenta minuti. Sono quindi falliti gli altri obiettivi che riguardano le percentuali dei treni con ritardi inferiori ai quindici, ai trenta e ai sessanta minuti, con riferimento agli Eurostar e agli altri convogli a media e lunga percorrenza, che – tutti insieme – pesano per il 30 per cento sull’indice di riferimento. Viene da domandarsi quale sia il significato di questo modesto aumento (che poi, su una tratta Roma-Firenze, si riflette per 600 lire rispetto alle 57.000 che corrispondono al costo per l’utente); sollecitiamo pertanto una maggiore attenzione a tale proposito. Noi chiediamo al Governo una valutazione rispetto al funzionamento del sistema ferroviario italiano per quanto riguarda non soltanto questi indicatori, comunque importanti, ma anche altri, come il livello di pulizia dei treni e delle stazioni, la sicurezza nei convogli, l’accesso di persone che non ne hanno né titolo né diritto. Si pensi che in alcune stazioni – ne abbiamo tantissimi esempi – si arriva persino all’accattonaggio, per non parlare di un vero e proprio mercato parallelo che si svolge sui treni nel momento in cui stanno per partire. Inoltre, ricordo il problema dei rimborsi per i ritardi, che giungono dopo moltissimo tempo sotto forma di buoni. Richiamiamo l’attenzione del Governo su tutti questi problemi, auspicando una risposta puntuale, dal momento che essi investono la generalità degli utenti italiani. PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere all’interpellanza testé svolta. MAMMOLA, sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Nel corso dell’illustrazione, il senatore Eufemi ha ampliato notevolmente – con le sue considerazioni – i quesiti posti nel testo dell’interpellanza, ai quali chiaramente mi atterrò nella risposta, altrimenti si dovrebbe fare un ragionamento troppo ampio. Nell’interpellanza 2-00016 infatti si chiedeva di conoscere il parere del Governo in ordine ad alcune problematiche specifiche riguardanti il bilancio finanziario delle Ferrovie dello Stato spa. Si rappresenta, innanzitutto, che la vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si attua direttamente sulle attività previste nei due atti fondamentali che regolano, in applicazione delle direttive comunitarie, i rapporti tra Ministero, Ferrovie dello Stato e Rete ferroviaria italiana, costituiti dall’atto di concessione, dal contratto di programma e dai relativi addenda. Infatti, al precedente contratto di programma 1994-2000 ed ai relativi tre addenda è seguito il nuovo contratto di programma 2001-2005, sottoscritto in data 2 maggio 2001. Per quanto concerne il bilancio di FS Holding e di Rete ferroviaria italiana, occorre evidenziare che le risorse destinate agli investimenti, alla manutenzione ed al potenziamento ed ammodernamento tecnologico sono nettamente separate da quelle relative ad altre finalità, ad esempio la pubblicità. Le Ferrovie dello Stato spa riferiscono che la campagna pubblicitaria risponde all’esigenza di informare l’opinione pubblica del completamento dell’opera di riorganizzazione societaria ed operativa del gruppo. Il budget complessivo di questa campagna, che è stato di circa 14 miliardi, assorbe quasi interamente il budget pubblicitario della Direzione centrale relazioni esterne delle Ferrovie dello Stato per il 2001. Anche le spese promozionali e di comunicazione per gli anni 2000 e 2001 sono allineate a quelle previste in budget. Si tratta complessivamente di un investimento contenuto, se rapportato, da una parte, in termini di percentuale al gruppo e, dall’altra, all’investimento pubblicitario di aziende o gruppi di analoghe dimensioni operanti in settori altrettanto significativi per il Paese. Le attività della società per azioni Rete ferroviaria italiana concernenti la sicurezza della circolazione dei treni, l’ammodernamento e potenziamento della rete ai fini della sicurezza, il rilascio del certificato di sicurezza alle imprese ferroviarie e le verifiche della corretta manutenzione della rete e del materiale rotabile, nonché l’organizzazione delle stesse imprese, sono oggetto delle prescrizioni contenute negli atti citati in premessa. Per quanto riguarda le erogazioni pubbliche, si fa presente che gli 11.082 miliardi previsti per l’anno finanziario 2001 si riferiscono a somme e rimborsi per servizi offerti, per obblighi tariffari e di servizio (per un totale di lire 3.882 miliardi) e ad apporti per la realizzazione dei programmi di investimento per le infrastrutture (per un totale di lire 7.200 miliardi). Non sono previste ulteriori coperture a qualsiasi altro titolo. EUFEMI (CCD-CDU:BF). Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. EUFEMI (CCD-CDU:BF). Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto dalla risposta fornita dal Sottosegretario. Infatti, pur avendo puntualizzato il dato relativo alle risorse assegnate e a quelle destinate alla campagna pubblicitaria, riteniamo che in un sistema bipolare occorra innanzitutto tracciare una linea netta per quanto riguarda i risultati raggiunti dai Governi nel momento in cui si svolgono le elezioni, per verificare anche i successi del management collegati alle scelte e alle nomine effettuate, e quindi stabilire le eventuali responsabilità. Nella risposta del Sottosegretario non ravvisiamo, invece, una linea di demarcazione precisa, pur senza voler in alcun modo mettere in dubbio le capacità dell’attuale management. Proprio per le ragioni esplicitate dal sottosegretario Mammola, riteniamo che la spesa di 14 miliardi sia eccessiva. Consideriamo inoltre inutile la campagna informativa sui media per quanto riguarda la costituzione della Rete ferroviaria italiana, a meno che gli scopi di questa azione promozionale non fossero altri. Non si tratta, infatti, di una società in concorrenza con altre, né esiste una seconda “armatura” ferroviaria, quindi non si comprendono le ragioni di questa scelta. Ribadisco che le risorse ci paiono spese male rispetto ai problemi delle Ferrovie, che riguardano, come ho già sottolineato, la puntualità, la sicurezza e l’efficienza di un sistema rispetto al quale i cittadini sono chiamati, attraverso la fiscalità generale, a contribuire ai cosiddetti “ricavi da Stato”, cioè gli oneri impropri, che ormai vengono così definiti. Siamo comunque sempre in presenza dei vecchi oneri impropri: cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, ed in questo caso si tratta pur sempre di perdite. Sulla base di tali considerazioni e delle valutazioni sul bilancio delle Ferrovie dello Stato – sul quale, peraltro, mi riprometto di presentare un altro atto di sindacato ispettivo ancora più dettagliato circa gli interventi dello Stato per le Ferrovie spa – mi dichiaro parzialmente soddisfatto, pur apprezzando la tempestività con la quale il Governo, tramite la persona del sottosegretario Mammola, ha voluto dare riscontro al nostro atto di sindacato ispettivo. |