Interpellanza su personale volontario dei Vigili del Fuoco
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni. Sarà svolta per prima l’interpellanza 2-00022 sul personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ha facoltà di parlare il senatore Eufemi per illustrare tale interpellanza.
EUFEMI (CCD-CDU:BF). Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, con il documento di sindacato ispettivo presentato insieme al collega Zanoletti avevamo richiamato l’attenzione del Governo sui negativi effetti di una circolare del maggio 2001 – quindi del precedente Governo – della Direzione generale della protezione civile e servizi antincendi del Ministero dell’interno, emanata a seguito dell’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 362 del 2000, recante norme sull’iscrizione, avanzamento ed impiego del personale volontario dei vigili del fuoco.
A nostro avviso, le conclusioni cui perviene la circolare in questione sono totalmente diverse rispetto alle finalità del citato provvedimento legislativo, creando notevoli, oggettive e spesso insormontabili difficoltà allo sviluppo del volontariato dei vigili del fuoco, così come auspicato invece dalle comunità e richiesto dalle esigenze del territorio. Ricordiamo, a tale proposito, che questa benemerita attività di volontariato costituisce un elemento essenziale per poter fare fronte alle emergenze di natura diversa in moltissimi comuni italiani. Infatti, i cittadini che intendono prestare la propria opera di volontariato in questo settore si trovano di fronte a richieste insormontabili, in quanto si tratta di essere in possesso di requisiti che spesso non sono e non possono essere posseduti da tutti i richiedenti.
Da qui nascevano le fortissime preoccupazioni per cui avevamo chiesto l’intervento del Governo, che abbiamo riscontrato essere disponibile ad affrontare il problema, tant’è che noi avevamo in calendario lo svolgimento di questo atto ispettivo già nel mese di ottobre, ma poi si è dovuto rinviarlo per l’intervenuto inizio della sessione di bilancio. Ringraziamo quindi il Governo per avere prontamente accolto la nostra sollecitazione e naturalmente siamo pronti ad ascoltare quanto è stato fatto in questi mesi.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere all’interpellanza testé svolta.
BALOCCHI, sottosegretario di Stato per l’interno. Signor Presidente, i senatori Eufemi e Zanoletti, con l’interpellanza iscritta all’ordine del giorno della seduta, evidenziano le difficoltà derivanti dall’applicazione della circolare del 23 maggio 2001, diramata dall’allora direzione generale della protezione civile, servizio antincendi, del Ministero dell’interno. A parere degli interpellanti la circolare avrebbe, infatti, disatteso lo spirito del decreto del Presidente della Repubblica n. 362 del 2 novembre 2000, restringendo la possibilità di prestare opera di volontariato nel settore. Alla luce di quanto esposto, i senatori ne chiedono la sospensione. Il problema sollevato dagli onorevoli interpellanti è stato già sottoposto all’attenzione del Governo che, il 1° agosto scorso, nella persona del ministro Giovanardi – intervenuto presso l’Assemblea della Camera dei deputati, in sostituzione del Ministro dell’interno, per rispondere ad un’analoga interrogazione -, aveva assunto l’impegno di rivedere la circolare, dopo aver attentamente esaminato le richieste avanzate dall’associazione nazionale dei vigili del fuoco volontari. Con il provvedimento del 23 maggio 2001, richiamato dai senatori interpellanti, il Ministero dell’interno intendeva fornire agli uffici periferici precise istruzioni operative sull’applicazione del regolamento, entrato in vigore il 22 dicembre 2000, recante norme sul reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Scopo della circolare, ribadito poi con una successiva nota del 9 luglio scorso, era quello di valorizzare proprio la componente volontaria del Corpo, nella consapevolezza dell’importanza della funzione svolta dai volontari per l’espletamento dei compiti istituzionali. Si intendeva, inoltre, illustrare la disciplina del reclutamento del personale volontario allo scopo di selezionare aspiranti con un adeguato livello di professionalità. Circa il requisito della specializzazione professionale richiesto per l’iscrizione negli elenchi del personale volontario, l’indicazione dei mestieri non è tassativa, ma solo indicativa, potendo essere considerati validi requisiti di accesso anche altre specializzazioni professionali comunque riconducibili al servizio di istituto. I senatori interpellanti lamentano, tuttavia, che molte categorie di lavoratori vengono tecnicamente escluse dalla possibilità di accedere all’opera di volontariato, per la rigida disciplina delle incompatibilità, che pone un divieto di iscrizione negli elenchi per le Forze armate e di polizia, per i vigili urbani e per coloro che svolgono attività privata connessa con la prevenzione di incendi. Al riguardo occorre precisare che tali incompatibilità erano già previste dal regolamento di cui al regio decreto 16 marzo 1942, n. 699, il quale, all’articolo 109, prevede espressamente che “non possono essere reclutati tra il personale volontario coloro che sono addetti a stabilimenti ausiliari, coloro che fanno parte delle squadre antincendi delle industrie, stabilimenti, depositi e simili, di cui all’articolo 28, lettera d), della legge 27 dicembre 1941, n. 1570, nonché gli agenti dei comuni e delle province”. Desidero infine ribadire che il Ministero dell’interno non ha mai abbassato il livello di attenzione al problema sollevato dai senatori Eufemi e Zanoletti, tanto che lo stesso ministro Scajola, nel corso dell’audizione sulle linee programmatiche del suo Dicastero, svolta il 5 dicembre scorso davanti alla I(superscript: a) Commissione della Camera dei deputati, ha sottolineato la necessità di valorizzare la componente volontaria del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, armonizzandone il supporto all’attività della componente permanente. Infatti, con decreto ministeriale del 19 ottobre scorso è stata istituita una commissione mista – che dovrà riunirsi almeno una volta al mese e che ha già avviato i propri lavori – costituita da personale dell’attuale dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché da rappresentanti dell’associazione nazionale dei volontari, con compiti di studio, elaborazione e formulazione di proposte per arrivare ad una definitiva soluzione del problema. Qui termina la parte ufficiale, alla quale aggiungo alcune considerazioni personali. Il mio insediamento, avvenuto nel mese di settembre, mi ha immediatamente fatto capire che l’Italia era l’unica nazione con un Corpo nazionale dei vigili del fuoco volontari ridotto ai minimi termini (4.500 volontari, contro i 185.000 della Germania e i 152.000 della Francia). Era necessario quindi capire le motivazioni che avevano portato a questo impoverimento della categoria. La mia prima uscita, con delega per i vigili del fuoco, è stata fatta al congresso nazionale dei vigili del fuoco volontari in Piemonte. Successivamente, sono andato a trovare anche la seconda componente dei volontari nella provincia di Belluno, dove esistono ben 36 distaccamenti di volontari, tali da consentire di coprire in maniera magnifica il territorio del bellunese. Questo tipo di discorso deve essere esportato in tutto il resto delle province italiane. Quindi, abbiamo istituito – come si dice nella versione ufficiale -, con decreto ministeriale del 19 ottobre scorso, un tavolo che è stato suddiviso in quattro sottocomitati, che ha il compito di studiare la possibilità di trovare velocemente un nuovo regolamento in base al emettere una nuova circolare. Nel frattempo abbiamo impartito disposizioni chiare e nette ai comandi di non applicare la circolare in materia, che non abbiamo potuto cancellare perché fa capo ad una norma precisa. Tuttavia, poiché ci accingiamo a modificarla e tutti siamo convinti di tale necessità – dal Ministro dell’interno al sottoscritto, dal ministro Giovanardi alla Presidenza del Consiglio -, abbiamo affermato che è necessario presentare una legge che consenta un aumento del numero dei vigili del fuoco volontari, evitando invece una sua diminuzione costante. Nessuna nazione al mondo è, infatti, in grado di coprire le esigenze derivanti dalla prevenzione incendi con i soli effettivi. E’ chiaro che i volontari saranno posti sotto l’ambito della verifica professionale da parte dei permanenti – è logico -, ma in ogni caso deve essere valorizzata anche la componente volontaria.
EUFEMI (CCD-CDU:BF). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (CCD-CDU:BF). Signor Presidente, intanto esprimiamo soddisfazione per la risposta puntuale del sottosegretario Balocchi. Avevamo sottoposto un problema che era emerso con forza ed il Governo è intervenuto al riguardo, così come è stato indicato e come era stato auspicato non tanto da noi, ma soprattutto dalle nostre comunità locali, eliminando un profondo disagio che si era manifestato in quelle realtà. Dobbiamo però riconoscere che la disposizione emanata dal precedente Governo, nella persona del ministro Bianco, rappresentava una barriera insormontabile per avvicinare il cittadino ai servizi del volontariato, in quanto venivano imposti per l’iscrizione dei requisiti posseduti solo da una ristrettissima parte della popolazione attiva e si stabiliva anche incompatibilità tra l’appartenenza al volontariato e l’attività professionale esercitata per coloro che sono in servizio. Voglio indicare alcune situazioni che ho personalmente verificato e di cui sono a conoscenza.
Nei distaccamenti di Chivasso e Volpiano, che credo conosca anche il Sottosegretario, con le disposizioni citate, per far parte dell’organico occorreva essere in possesso di specializzazioni quali il brevetto di pilota di elicottero, di motorista navale, di specialista di elicottero. In tal modo veniva esclusa un’amplissima fascia di categorie sociali e produttive, quali gli agricoltori, i forestali, i falegnami, gli infermieri, gli studenti, i medici, gli avvocati e gli artigiani, che potrebbero far parte generosamente del volontariato organizzato e facilmente recuperabile a livello locale. Come è noto, infatti, l’attuale servizio nazionale antincendi è completamente insufficiente (come ha ricordato poc’anzi il sottosegretario Balocchi) per soddisfare le esigenze del territorio, come del resto avviene nelle maggiori nazioni dell’Unione europea, ove il volontariato dei vigili del fuoco rappresenta il 90 per cento delle risorse disponibili, con ovvi benefici in termini di efficacia e di rapidità del servizio prestato alle popolazioni interessate. Oggi il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per svolgere il proprio servizio di soccorso istituzionale, si affida alla presenza di 560 sedi, tra permanenti e volontarie, che coprono l’8 per cento del territorio nazionale – è un dato sul quale riflettere -, mentre il volontariato rappresenta il 13 per cento della forza complessiva impiegata. Se poi esaminiamo i dati europei, si rileva che in Francia sono presenti 11.000 sedi di vigili del fuoco, di cui 10.230 sono volontarie, mentre l’80 per cento dei comuni ha un presidio dei vigili del fuoco. In Germania i predetti centri sono circa 23.500, con il 97 per cento delle comunità locali provviste del servizio a carattere volontario. In questi anni si sono verificate fortissime calamità naturali. Si è avvertita sempre di più l’esigenza di diffondere un modello organizzativo come importante integrazione alla componente permanente dei vigili del fuoco.
A tale esigenza si è unita quella degli enti locali, che auspicano una significativa presenza di sedi volontarie sul territorio, che consenta un servizio migliore alla comunità in termini di sicurezza e di tutela del cittadino, con risultati positivi anche rispetto al rapporto costi-benefici. Prendiamo atto delle dichiarazioni del Governo espresse poc’anzi dal sottosegretario Balocchi. Il nostro auspicio, così come era stato formulato, è che la circolare venga disapplicata (come è stato promesso e come si è verificato) per poter pervenire ad uno sviluppo del volontariato libero, che attualmente è gravemente ostacolato. Prendiamo altresì atto, come ci è stato detto, che è stato attivato un tavolo tecnico con la presenza di soggetti quali associazioni ed amministrazioni, nonché quattro sottotavoli per la revisione del regolamento, ai fini del potenziamento dei vigili del fuoco e per l’individuazione del modus operandi, affinché – nell’interesse generale – possano trovare soluzione i problemi che abbiamo evidenziato, nel segno dell’apertura e del contrasto a quanto preclude la diffusione del volontariato.
Con queste considerazioni, ringraziamo il Governo per aver prontamente verificato lo stato della situazione ed indicato una linea che riteniamo condivisibile. (Applausi del senatore Borea).