Riforma Dirigenza statale

Riforma Dirigenza statale

I disegni di legge oggi al nostro esame affrontano il complesso riordino della dirigenza statale e ricomprendono anche la istituzione dell’area della vice-dirigenza su cui il Gruppo UDC ha presentato specifiche iniziative legislative (AA. SS. 179 e 273) fin dall’avvio della legislatura a conferma della esigenza di dorate le Pubbliche Amministrazioni di una area quadri così come da tempo avviene nei paesi europei.

Voglio aggiungere che la istituzione di tale are era già prevista nel decreto legislativo 396/97 e nella legge 165/2001 all’articolo 40 comma 2 che cos’ recita:

“… per le figure professionali che, in posizione di elevata responsabilità svolgono compiti di direzione o che comportano iscrizione ad albi oppure tecnico scientifici e di ricerca, sono stabilite discipline distinte nell’ambito dei contratti collettivi di comparto”.

Ma il centro sinistra, che pure aveva previsto la area della vicedirigenza, non ha dato ad essa concreta attuazione forse per il veto di forze sociali che non si ispirano ad una politica di ampio raggio, ma di mantenimento di posizioni retrive e fuori tempo.

A ciò aggiungo che il Parlamento Europeo, il 10 aprile 2001 h pesantemente censurato tramite il Presidente della Commissione petizioni l’On. Nino Gemelli ed alla quale la Dirtast si era rivolta con una propria petizione, il comportamento del legislatore nazionale per tale inconcepibile omissione.

Esprimo dunque apprezzamento per il risultato raggiunto con l’approvazione di una legge che ci porterà finalmente in Europa e che toglie da una posizione mortificante dodicimila qualificate professionalità appartenenti alla ex carriera direttiva che, così valorizzate, costituiranno certamente il presupposto per la rifondazione della categoria dei funzionari nonché la base per una più efficiente valutazione e riqualificazione della futura dirigenza pubblica.

Va inoltre tenuto presente come gli Enti Locali e in particolare le Regioni aspettino con sollecitudine la istituzione della vicedirigenza laddove compiti e funzioni di alta responsabilità sono affidati di fatto alla buona volontà di funzionari ai quali difficilmente viene attribuito il giusto riconoscimento.

Tale provvedimento infine non comporta oneri per il bilancio dello Stato come d’altra parte asserito nella relazione tecnica di accompagnamento allegata all’originario d.d.l. approvato dal Consiglio dei Ministri.

E l’aggiornamento della relazione tecnica presentata alla Camera fa riferimento alla data del 31 dicembre 1999. Noi crediamo che rispetto a tale indicazioni si presenti una situazione più favorevolmente mutata e tale da consentire la presa in considerazione di quelle proposte emendative ancora pendenti e relative ad atti di giustizia che attendono una precisa scelta parlamentare piuttosto che un ulteriore rinvio.

Per quanto concerne il provvedimento globale di riordino della dirigenza statale mi sono preoccupato di presentare alcune emendamenti migliorativi del testo. Già il Governo ha modificato l’articolo 1 includendo nei destinatari le Agenzie fiscali, come già avvenuto nella finanziaria; ritengo deve essere indicato chiaramente che tra le “Agenzie”, occorre includere anche l’ARAN, i cui dirigenti peraltro fanno riferimento per il loro contratto alla macroarea 1 (Stato, Parastato etc).

Altre proposte emendative hanno riguardato:

l’integrazione e modifica della Commissione per la verifica dei risultati conseguiti dai dirigenti di prima e di seconda fascia; sarebbe opportuna una migliore definizione e verifica sul mancato raggiungimento degli obiettivi attraverso una migliore procedura valutativa che deve prendere anche in considerazione le risorse anche umane assegnate al dirigente, risorse che non devono rispondere a loro volta per il raggiungimento dei risultati, che non hanno alcuna verifica sul lavoro espletato e soprattutto non sono soggetti a contatti triennali come i dirigenti. E’ questa la grande differenza tra il dirigente e la struttura a lui assegnata.

la soppressione delle funzioni delegate dai dirigenti per l’inquadramento dei vice-dirigenti;

l’equiparazione delle carriere direttive al fine dell”inquadramento dei vicedirigenti;

un diverso rapporto della quota di incarichi dirigenziali assegnabili a persone estranee alla dirigenza statale;

la rimozione della preclusione per gli eletti dipendenti pubblici in aspettativa rispetto alla indennità di buonuscita;

A seguito degli accordi stipulati dal Governo con tutti i sindacati anche autonomi, noi crediamo che il provvedimento debba essere approvato con urgenza, anche per dare agli Uffici certezza direzionale e possibilità di organizzazione interna adeguata.

Questa riforma è un grande risultato del governo di centrodestra.

Si mette ordine nel settore del pubblico impiego. Si dice una parola chiara verso una amministrazione pubblica protesa nella valorizzazione delle competenze professionali dei funzionari pubblici

Un dato merita di essere sottolineato.

Dobbiamo fare tutti uno sforzo per recuperare culturalmente la funzione di neutralità della Pubblica Amministrazione ancorandoci ai principi costituzionali. Essa pertanto non può essere mai di parte, ma al servizio del bene comune.

Noi riteniamo che in questi ultimi anni vi sia stato un abbandono delle linee guida fissate dalla Costituzione e che occorra fare ogni sforzo per dare fiducia ai cittadini nei confronti dello Stato. Ciò sarà tanto più vero se si esalteranno la professionalità, i meriti e le capacità individuali piuttosto che la appartenenza politica.

Non possiamo – è opportuno ribadirlo – tenere a contratto i dirigenti con la spada di Damocle del contratto triennale mentre le figure professionali sottostanti si mantengono a tempo indeterminato senza rispondere né dei risultati né di responsabilità.

Occorre contrattualizzare tutto il pubblico impiego senza distinzioni.

Sarebbe necessario inoltre un avvicinamento delle scadenze contrattuali.

Il biennio 2004-2005 è troppo lontano per realizzare concretamente la vicedirigenza. .

Sarebbe auspicabile un avvicinamento di tale scadenza altrimenti si fa una riforma sulla carta senza significati concreti.

L’avvicinamento al 2002 non costerebbe nulla perché non sono previsti aumenti per i vicedirigenti.

Onorevole Presidente, Onorevole rappresentante del Governo, Senatori

Il provvedimento che stiamo per approvare dopo l’intensa fase elaborativa della Commissione Affari Costituzionali rappresenta un grande risultato politico e legislativo. Sono stati apportati miglioramenti significativi attraverso un forte confronto parlamentare.

Di ciò dobbiamo dare atto al Governo per la attenzione dimostrata senza chiusure preclusive. Restano aperte alcune questioni in particolare all’articolo 7 su cui riteniamo debba essere fatto un ulteriore sforzo per eliminare intollerabili ingiustizie e che non possono essere rinviate ad altro provvedimento. Daremmo un pessimo esempio. C’è bisogno di dare soluzione ai problemi, avendo il coraggio di affrontarli e non di rinviarli.

Il centro destra dà con questo provvedimento da noi fortemente voluto un segnale positivo portando in Europa l’area quadri e per la scelta dei dirigenti di seguire i criteri della professionalità rivedendo le nomine anomale fatte dal centro sinistra.

Una cosa deve essere chiara.

I dirigenti che hanno operato con professionalità, con rigore, con competenza non hanno e non avranno nulla da temere.

Mentre diversa è la situazione per quelli che invece sono stati nominati per clientelismo politico non avendo i requisiti indispensabili a ricoprire ruoli di responsabilità. Per questi si procederà alla necessaria revisione degli incarichi precedentemente assegnati.

IL Governo e la maggioranza che lo sostiene anche in questa caso procede in senso riformatore mantenendo gli impegni elettorali e moralizzando la vita pubblica soprattutto per quella parte che il Governo Amato ha definito, nell’imminenza del confronto elettorale, anche a “tempo ormai scaduto”.

Sono queste le ragioni per le quali esprimiamo pieno consenso sul provvedimento e sulle scelte del Governo in coerenza con le indicazioni elettorali.

Roma, 19 marzo 2002

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