Scadenza clausola di salvaguardia in favore delle aziende concessionarie del servizio riscossione tributi

Scadenza clausola di salvaguardia in favore delle aziende concessionarie del servizio riscossione tributi

PRESIDENTE. Seguono le interrogazioni 3-00270 e 3-00277 sulla scadenza della clausola di salvaguardia in favore delle aziende concessionarie del servizio di riscossione tributi.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tali interrogazioni.

ARMOSINO, sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze. Signor Presidente, risponderò congiuntamente alle due interrogazioni presentate dai senatori Eufemi e Costa. In sostanza, nel ricordare che con il 31 dicembre 2001 si è esaurito il regime della cosiddetta clausola di salvaguardia in favore dei concessionari della riscossione, si pone il problema di come intervenire a tutela di questo settore.

Occorre precisare che la clausola di salvaguardia è una particolare disciplina transitoria volta ad assicurare in ogni caso ai concessionari l’eventuale misura differenziale dei compensi che si fosse determinata fra quelli corrisposti su base storica e quelli stabiliti dalle nuove disposizioni del decreto legislativo n. 112 del 1999, recante appunto la disciplina di riordino del servizio nazionale della riscossione.

Il regime della cosiddetta clausola di salvaguardia era stato introdotto con lo spirito di garantire solo temporaneamente ai concessionari un livello di compensi non inferiore a quello tradizionale, nel momento in cui essi si accingevano ad adattarsi alla nuova, più moderna ed organica disciplina della riscossione su base nazionale. Quel regime, dunque, era palesemente destinato a cessare non appena si fosse concluso il ciclo della prima esperienza applicativa del nuovo sistema nazionale della riscossione.

Il ciclo temporale di questa esperienza applicativa, come sappiamo, si è concluso alla fine del 2001, anche sulla scorta della intervenuta definizione dell’intero quadro normativo, primario e secondario, occorrente a dare compiuto assetto alla riforma della riscossione, così come delineata dall’originaria legge delega n. 337 del 1998.

L’attenzione del Governo per le esigenze delle imprese che esercitano le funzioni di concessionari della riscossione su base nazionale non si è peraltro esaurita con lo spirare del periodo di vigenza della clausola di salvaguardia. Non ignora, infatti, l’Esecutivo che la configurazione di congrue forme di remunerazione del servizio costituisce elemento coessenziale alla sua stessa efficienza.

E’ per questo motivo che con il decreto-legge n. 452 del 2001, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 16 del 2002, è stata introdotta un’apposita disciplina “ponte” di durata biennale, destinata ad accompagnare i concessionari nel passaggio da un regime remunerativo di carattere tradizionale, scarsamente idoneo a premiare i gestori del servizio nazionale di riscossione, qualunque fosse il loro sforzo di miglioramento dell’efficienza e dell’economicità del servizio, ad un regime di remunerazione più attento all’obiettivo – che è peraltro quello che hanno avuto sempre di mira gli stessi concessionari – di graduare la remunerazione su scale di tendenziale incrementalità a misura del miglioramento progressivo delle performance dell’attività di riscossione.

Il nuovo regime transitorio della remunerazione del servizio è stabilito al comma 2 dell’articolo 16-quinquies della ricordata legge n. 16 del 2002, secondo il quale, in attesa, appunto, della rideterminazione della misura della remunerazione dei concessionari, per l’anno 2002, in via provvisoria e quale anticipo sulla futura, definitiva determinazione dei compensi, viene istituita un’apposita indennità di presidio per ogni concessione del servizio, comprese quelle gestite in regime commissariale.

L’indennità di presidio è calcolata sulla scorta dei parametri stabiliti dallo stesso articolo 16-quinquies, e solo in parte risulta già correlata ai risultati della gestione.

L’introduzione di questo nuovo regime transitorio, tuttavia, non rimane isolata. Vi si accompagna una puntuale attività condotta, congiuntamente, da esponenti dei competenti uffici ministeriali e delle rappresentanze dei concessionari della riscossione  di analisi critica dello stato del servizio e degli eventuali, occorrenti interventi migliorativi.

L’attività di analisi ha già evidenziato un quadro sufficientemente articolato dell’attuale stato di realizzazione della riforma della riscossione e dei profili critici sui quali indubbiamente occorre intervenire per imprimere maggiore efficienza ed economicità al servizio di raccolta delle entrate pubbliche e, al tempo stesso, una migliore definizione dei criteri di commisurazione della retribuzione dei concessionari del servizio.

I primi risultati di questa analisi stanno formando oggetto di attenta riflessione proprio in questi giorni.

Ferme, dunque, le informazioni che si sono potute rassegnare allo stato, occorre inevitabilmente attendere ancora, prima di poter riferire in modo compiuto sulle iniziative che il Governo sarà tenuto ad assumere in materia, chiaro peraltro essendo, fin d’ora, che bisognerà porre mano ad incisivi interventi di riordino del sistema della riscossione perché lo stesso acquisti il necessario grado di efficienza che gli interroganti hanno auspicato con la loro interrogazione.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, cercherò di essere breve. Desidero esprimere la mia soddisfazione ed il mio apprezzamento per le parole del sottosegretario Armosino perché si avvicinano la scadenza del 30 aprile e quindi le conclusioni del tavolo tecnico costituito da amministrazione e concessionari per una valutazione dello stato del servizio.

Tuttavia, ciò non ci deve far dimenticare che, come emerge anche dagli articoli pubblicati dalla stampa specializzata, esistono una fortissima preoccupazione ed un’incertezza rispetto alle soluzioni che verranno trovate e, soprattutto, all’equilibrio economico del sistema.

Occorre far presente altresì al Sottosegretario che i 350 milioni di euro, stanziati con il decreto-legge n. 452 del 2001, sono assolutamente insufficienti perché  e ciò va sottolineato le aziende, che sono nella fase della discussione assembleare e della previsione di bilanci, sono costrette ad assumere decisioni difficili in relazione proprio agli articoli 2446 e 2447 del codice civile, riguardanti eventuali situazioni di accertate perdite incidenti sul capitale sociale.

Esiste quindi un problema di liquidità del settore rispetto alle erogazioni che devono essere corrisposte entro il 30 giugno e il 31 ottobre. Il Parlamento ? lo ribadiamo al sottosegretario Armosino  è molto interessato al problema, come dimostrano le interrogazioni presentate sia dal sottoscritto, sia dal senatore Costa, affinché emergano soluzioni idonee a garantire la funzionalità del servizio della riscossione.

Come si è visto, anche le aziende sono interessate a raggiungere un giusto equilibrio che eviti crisi finanziarie pericolose, tali da incidere sulla funzionalità del servizio.

È emerso altresì che il termine del 31 dicembre 2004 è abbastanza ravvicinato e quindi vi è una necessità di costruire un futuro, rispetto alla situazione di un settore che interessa 12.000 famiglie le quali hanno bisogno di tutela rispetto a possibili compressioni nella occupazione nonché ai tagli già intervenuti in tal senso.

Quindi, apprezziamo il lavoro che si sta portando avanti, ma soprattutto auspichiamo che il Governo sappia trarre dal tavolo le indicazioni giuste e che il Parlamento sia reso partecipe delle scelte legislative da operarsi nei prossimi mesi.

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