Intervento in Commissione su delega fiscale
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Molgora.
(1396) Delega al Governo per la riforma del sistema fiscale statale, approvato dalla Camera dei deputati (Seguito dell’esame e rinvio)
Si riprende l’esame sospeso nella seduta di ieri.
Il presidente PEDRIZZI riepiloga il senso dell’intervento svolto dal ministro Tremonti nella seduta di ieri e dichiara aperta la discussione generale sul disegno di legge.
Il senatore EUFEMI osserva che la riforma del sistema fiscale statale proposto dal Governo comporta una radicale trasformazione dell’ordinamento tributario al fine di superare le incongruenze e le aporie di una legislazione non più rispondente alle esigenze dei contribuenti e delle imprese, con l’obiettivo di razionalizzare l’intero sistema, ridurre il numero delle aliquote dell’imposta sul reddito e ampliare la base imponibile.
Dopo aver collegato il disegno governativo alla più alta tradizione di riforma fiscale risalente al Ministro Vanoni, l’oratore si sofferma ad analizzare il contesto nel quale si cala la riforma, caratterizzato, da un lato, da comportamenti evasivi ed elusivi dei contribuenti, definibili quasi come una forma di legittima difesa contro un’ingiusta imposizione tributaria lesiva dei più elementari interessi individuali, dall’altro, da una miriade di disposizioni normative, primarie e secondarie, finalizzate a contrastare su più livelli tali comportamenti, con esiti certamente non positivi.
Da un lato, i contribuenti sono costretti a ricorrere a consulenti per adempiere semplicemente all’obbligazione tributaria, dall’altro l’Amministrazione finanziaria, afflitta anche da scarsa motivazione non riesce a reggere il peso della fiscalità di massa. In tale quadro, prosegue il relatore, la riforma tende a riformare il rapporto fisco-contribuenti secondo i principi della chiarezza, della irretroattività della norma fiscale, della semplicità e conoscibilità effettiva della norma stessa.
Passando ad analizzare alcuni aspetti meritevoli di un ulteriore approfondimento, l’oratore esprime perplessità sull’assenza di disposizioni concernenti l’assetto e l’organizzazione dell’Amministrazione finanziaria, esprimendo altresì il dubbio che le Agenzie fiscali possano costituire il modello organizzativo più rispondente alla tutela degli interessi erariali.
Un ulteriore osservazione concerne poi la opportunità di inserire nel disegno di legge disposizioni concernenti la riforma del contenzioso tributario. In particolare, sarebbe opportuno prevedere norme che consentono al contribuente di usufruire della disciplina fiscale più favorevole introdotta con il disegno di legge delega, avendo peraltro cura di definire non un condono fiscale, ma una definizione concordata dei contenziosi pendenti alla luce dei principi e dei criteri recati dall’articolo 2.
Un aspetto di particolare delicatezza investe, invece, le modifiche apportate al disegno di legge dalla Camera dei deputati in relazione alle competenze delle Commissioni parlamentari per l’esame degli schemi dei decreti legislativi: a suo parere, l’aver sottratto la sede consultiva alla Commissione bicamerale, ad eccezione dello schema di parere relativo al codice unico dell’ordinamento tributario, rappresenta un arretramento rispetto al testo presentato dal Governo.
Passando ad esaminare più analiticamente le disposizioni concernenti l’imposta sul reddito, egli esprime un particolare apprezzamento per l’obiettivo di introdurre un area di esenzione totale per i redditi più bassi, due sole aliquote del 23 e 33 per cento e la trasformazione delle detrazioni in deduzioni. Pur nella consapevolezza che il disegno proposto dal ministro Tremonti consente di superare i problemi di equità fiscale per i redditi familiari posti da un sistema di aliquote fortemente progressive per quanto riguarda la tassazione dei redditi familiari, egli ribadisce la preferenza della propria parte politica per un sistema tributario che superi la concezione individualistica e definisca la famiglia come soggetto di imposta. Riprendendo le affermazioni del Forum delle Famiglie, ritiene essenziale focalizzare l’attenzione sul rispetto del principio dell’equità orizzontale, per evitare sperequazioni tra nuclei familiari con diversa composizione a parità di reddito. Nell’ottica enunciata, appare quindi opportuno definire l’ammontare delle deduzioni, stabilire la loro variazione a seconda del livello di reddito e chiarire il livello di reddito minimo ad di sotto del quale c’è l’esenzione d’imposta. Ritiene successivamente che la progressività delle deduzioni per i familiari a carico non risponde ai principi di una coerente politica a sostegno della famiglia.
Egli esprime quindi la convinzione che la riforma fiscale debba porsi l’obiettivo di ristabilire l’equità orizzontale tra i contribuenti, il che implica di calibrare l’obbligazione tributaria alla reale capacità contributiva delle famiglie, avendo riguardo di introdurre misure di carattere universalistico. Per quanto riguarda, invece, la tassazione dei redditi di impresa, egli esprime apprezzamento per l’abolizione della dual income tax nonché per la graduale eliminazione dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Dopo aver riepilogato le osservazioni critiche in merito ai negativi effetti dell’Irap, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese, egli si sofferma a commentare positivamente il nuovo regime fiscale previsto per i redditi di natura finanziaria. L’oratore formula poi un analogo commento positivo per l’introduzione dell’imposta sui servizi e dunque di un’unica obbligazione fiscale e di un’unica modalità di prelievo in sostituzione di una serie di tributi quali l’imposta di registro, ipotecarie e catastali, bollo, concessioni governative, contratti di borsa, imposta sugli intrattenimenti. La riforma dell’accisa inoltre, è ispirata ai principi di efficienza, semplificazione e razionalizzazione, pienamente condivisibili. Infine, egli valuta positivamente la modalità di attuazione della delega, in particolare la rimessione al Parlamento della decisione in merito alla destinazione delle risorse di bilancio da utilizzare per attuare la prevista e necessaria riduzione della pressione fiscale, da stabilire con la legge finanziaria anno per anno.
Conclude ricordando che la complessità, la opacità e il disordine nella normativa tributaria convengono a coloro che nel disordine vedono il fondamento dei propri particolari privilegi ovvero a coloro che da tale disordine traggono impulso per radicali rivolgimenti di ordine politico.