Intervento su Proroga Decreto ecoincentivi
Onorevole Presidente, onorevole Sottosegretario, colleghi, con il decreto 13 gennaio 2003 n. 2 si ripropongono fino al 31 marzo 2003 misure agevolative in materia di tasse automobilistiche dando impulso al processo di sostituzione del parco automobilistico attraverso mezzi incentivanti capaci di incrementare l’acquisto di vetture nuove provviste di dispositivi antinquinamento conformi alle direttive CE, in sostituzione di ciò che non risponde più ai requisiti della sicurezza e della ecologia, alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della qualità dell’aria.
Tale proroga si giustifica alla luce dei positivi effetti determinati sul mercato automobilistico dal precedente decreto legge che hanno consentito incrementi (nella seconda metà del 2002) del 4,8 per cento rispetto al medesimo periodo del 2001.
Si tratta di agevolazioni (con impronta sociale) che guardano alle fasce medio basse poiché l’accesso agli ecoincentivi è diretto alle vetture medio piccole.
Apprezziamo la scelta operata nell’altro ramo del Parlamento di avere esteso fino al 12 gennaio l’ambito delle facilitazioni fiscali perché le immatricolazioni dei primi giorni dell’anno scontano gli acquisti che si sono addensati sulla parte finale del 2002 (e perfezionati nel 2003) a conferma della bontà della agevolazione.
Si dimostra attenzione verso un settore, quello automobilistico, importante per lo sviluppo del Paese non solo per il contributo che da alla crescita del PIL sia nazionale sia regionale di importanti aree del Paese come Piemonte, Molise, Campania, Sicilia, Basilicata. Tutto ciò si riflette sui relativi distretti industriali per gli effetti sull’indotto della componentistica. Rappresenta un intervento di tipo congiunturale, non strutturale, essendo di altra natura i problemi della industria automobilistica italiana, nella consapevolezza che si fa ciò che è possibile fare.
Di ciò siamo ben consapevoli. Siamo stretti nel sentiero difficile di evitare aiuti di Stato e di favorire al tempo stesso la ripresa del settore dell’auto.
Si tratta di un intervento teso a favorire la ripresa della domanda in un settore come quello dell’auto, attraversato da una crisi che tocca particolarmente l’industria automobilistica italiana. È una crisi di modelli, una crisi di distribuzione, una crisi di marketing e infine una crisi finanziaria. Abbiamo visto che la risposta delle economie di scala non sono state sufficienti mentre sembrano prevalere le joint-venture.
Sappiamo bene che con questo provvedimento non si risolvono i mali profondi della Fiat, che sono innanzitutto un eccesso di capacità produttiva, una gravissima situazione finanziaria accompagnata da una crisi di modelli, rispetto ai quali il Governo sta operando nelle forme opportune trattandosi di una società quotata in borsa.
Questa misura di incentivazione fiscale, seppure limitata nel tempo, seppure temporanea, offre tuttavia la possibilità di spingere la domanda in un settore importante del comparto manifatturiero sia per la economia del paese sia per alcuni settori dove sono ubicati i siti produttivi. L’uso della leva fiscale è un modo intelligente di favorire la ripresa senza interventi assistenzialistici come quelli che pure sono stati prospettati e che ci farebbero tornare indietro nel tempo.
Sarebbe un gravissimo errore scegliere una presenza pubblica destinando risorse ingenti che sarebbero bruciate in brevissimo tempo attraverso interventi assistenzialistici.
Non compiamo nell’auto gli errori che sono stati compiuti nella siderurgia.
Il settore dell’auto è ancora un settore di crescita per il nostro Paese. Esso avrà un futuro se tutti, in primo luogo la proprietà, e poi anche le forze politiche e sindacali, sapranno dare le risposte giuste, moderne, efficaci, non assistenzialistiche.
Se la ripresa del settore è legata ad una crescita più sostenuta dell’economia per il futuro sarà legata soprattutto ad una strategia idonea e funzionale, ad una competitività più forte sui prodotti.
Ciò è tanto più vero in un mondo che cambia rapidamente sotto l’impulso della globalizzazione, di una travolgente innovazione tecnologica e di rapido spostamento dei baricentri produttivi in cui la volatilità dei mercati è carattere dominante.
Apprezziamo le scelte dell’azionista di riferimento di credere nel futuro dell’auto, procedendo nelle azioni necessarie attraverso investimenti finanziari adeguati, ristrutturazione del debito, risanamento aziendale, nuovo management, nuove strategie commerciali, nuovo approccio sui mercati esteri, maggiore impulso alla ricerca.
In linea con la misura agevolativa che stiamo per approvare si è mosso anche il Presidente della Commissione Prodi che solo nei giorni scorsi ha proposto al Parlamento e al Consiglio Europeo una comunicazione sulla strategia per il 2004, la revisione delle imposte di revisione, circolazione e immatricolazione, dunque misure analoghe a quelle degli ecoincentivi portate avanti in anticipo dal Governo Berlusconi.
Ciò dimostra che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta.
Per queste ragioni esprimiamo il voto favorevole del Gruppo UDC alla conversione del decreto legge.