Intervento su (1514) Norme in materia di procreazione medicalmente assistita 

Intervento su (1514) Norme in materia di procreazione medicalmente assistita 

(Approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Giancarlo Giorgetti; Cè ed altri; Burani Procaccini; Cima; Mussolini; Molinari; Lucchese ed altri; Martinat ed altri; Angela Napoli; Serena; Maura Cossutta ed altri; Bolognesi e Battaglia; Palumbo ed altri; Deiana ed altri; Patria e Crosetto; Di Teodoro)

(58) EUFEMI ed altri. Disciplina della ricerca e della sperimentazione biogenetica e istituzione di una Commissione parlamentare sulla bioetica

(112) TOMASSINI.Norme in materia di procreazione assistita

(197) ASCIUTTI. Tutela degli embrioni

(282) PEDRIZZI ed altri. Norme per la tutela dell’embrione e la dignità della procreazione assistita

(501) CALVI ed altri. Modifiche all’articolo 235 e all’articolo 263 del codice civile in tema di disconoscimento di paternità in relazione alla procreazione medico-assistita

(961) RONCONI. Disposizioni in materia di fecondazione medicalmente assistita

(1264) ALBERTI CASELLATI ed altri. Norme in tema di procreazione assistita

(1313) TREDESE ed altri. Norme in materia di procreazione assistita

(1521) Vittoria FRANCO ed altri. Norme sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita

(1715) D’AMICO ed altri. Norme in materia di clonazione terapeutica e di procreazione medicalmente assistita

(1837) TONINI ed altri. Norme in materia di procreazione medicalmente assistita

(2004) GABURRO ed altri.Norme in materia di procreazione medicalmente assistita

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, con il provvedimento in esame ci accingiamo a colmare un grave vuoto legislativo di cui ci siamo fatti carico come UDC con una specifica, personale iniziativa legislativa fin dall’avvio della XIV legislatura.

Sono tra coloro che hanno aderito con profonda convinzione al manifesto politico del forum delle associazioni familiari; nella campagna elettorale del 2001 mi ero fortemente impegnato su questo tema.

Il collega senatore Danzi, nel suo apprezzato e passionale intervento di ieri, si è ampiamente soffermato sul contenuto normativo del provvedimento; eviterò dunque di aggiungere altro in questo senso.

Rispetto al tema in esame, non possiamo non muovere dalle risoluzioni del Parlamento europeo concernenti la fecondazione artificiale in vitro. Esse riconoscono il valore della vita e, più in particolare, il diritto alla protezione della persona umana. Il Parlamento europeo, perciò, esprime preoccupazione per lo spreco di embrioni che la fecondazione in vitro può comportare; auspica l’uso di tecniche che eliminino tale rischio; ritiene che la fecondazione eterologa intracorporale o in vitro non sia auspicabile.

Da tali risoluzioni deriva che si è fatta prevalere una concezione della politica che si lascia guidare dalla morale e dai valori, per un progresso scientifico eticamente orientato.

Appare ovvio che la lacuna del nostro ordinamento non possa che essere colmata da regole che si muovono sul piano della morale e della deontologia. Se permane tale carenza legislativa, non si fa altro che organizzare il Far West delle nascite, speculando a volte sul dolore altrui.

Si tratta di una materia delicatissima che non può essere lasciata al libero arbitrio. Non vi può essere una terra di nessuno al di fuori di ogni concetto di bioetica e di correttezza. Di qui l’esigenza di una legge che metta al primo posto i diritti del nuovo figlio.

In passato abbiamo assistito a comportamenti scientifici disinvolti; sono sorte gravi e profonde perplessità e preoccupazioni intorno alle pratiche di procreatica attuali e ai diversi elementi più o meno accidentali che le accompagnano.

L’opinione pubblica si trova disorientata, turbata troppo spesso da casi aberranti dal punto di vista psicologico, sociologico, giuridico, come quelli di bambini nati da diverse madri (la madre genetica donatrice dell’ovulo, la madre gestante e la madre legale, che può coincidere con una delle precedenti o addirittura con un’altra); bambini nati all’interno di una coppia di lesbiche con il seme di un donatore omosessuale; bambini rifiutati dal padre legale che non è il padre genetico; nonne-madri che non potranno assicurare nel tempo le indispensabili cure materne.

L’opinione pubblica, poi, viene a sapere di migliaia di embrioni congelati nei laboratori destinati a morire o all’adozione, alla ricerca, quindi alla morte; o di casi di bambini con malformazioni genetiche a causa di uno spregiudicato uso di gameti da donatore; oppure, di embrioni impiantati in altre donne senza il consenso della madre genetica.

L’opinione pubblica si pone una domanda di fondo: se è giusto dal punto di vista etico ricorrere a pratiche di riproduzione assistita e se ci sono pratiche accettabili e altre che non lo sono.

È evidente che non basta rispondere che si tratta di progressi della scienza. Anche la bomba atomica rappresenta una conquista tecnico-scientifica. È doveroso chiedersi seriamente quali siano i valori umani in gioco per capire se ciò che è tecnicamente possibile lo è anche eticamente.

Si pone dunque fine al mercato incontrollato di certa sanità che si fa scudo dell’alibi della ricerca per procedere su una strada senza controlli.

Il problema della sterilità viene usato come mezzo di pressione. Noi riteniamo che la medicina debba porsi al servizio dell’uomo, anche per aiutare una coppia sterile a soddisfare un desiderio di procreazione. Non rifiutiamo questo percorso perché ha una componente artificiale; non lo facciamo quando si tratta di impiantare un pacemaker. Una cosa è un desiderio del figlio, altro è pretendere di avere un figlio. I diritti si riferiscono alle cose, non alle persone, che non debbono mai essere possedute.

Si può chiedere alla medicina di andare incontro alle difficoltà per esaudire un desiderio, ma non si può esigere di ottenere un figlio ad ogni costo. Dobbiamo, dunque, misurare il costo che ciò comporta o potrebbe comportare. Dobbiamo guardare se il mezzo che si vuole utilizzare per raggiungere questo scopo è rispettoso della vita, della salute psichica e della dignità della persona che si vuole mettere al mondo.

Una tecnica che preveda come parte del suo iter la distruzione di embrioni e la loro manipolazione o che provochi una quantità di aborti spontanei o di feti malformati è una tecnica che non può essere accettata. Non si può provocare la morte di un individuo umano per ottenere un altro individuo umano.

Ogni persona ha una dignità che gli proviene dal fatto stesso di essere persona fine a se stessa. Non ci sono persone più persone di altre, più degne di altre. Non possiamo accettare che una persona sia in possesso di un’altra.

Non possiamo non comprendere che non è degno della persona umana, del nascituro far discendere la sua esistenza da un’azione che consista in un fare, nel produrre una vita umana. Si producono gli oggetti, non le persone. La procreazione di una persona umana è il risultato di un agire, non di un fare da parte dei genitori: il figlio che nasce dall’unione non è dovuto, ma sperato.

L’inseminazione artificiale è eticamente accettabile se è omologa e si pone come completamento di un atto sponsale di comunione dei genitori, non come prodotto di un fare da parte di un tecnico.

Oggi, con questa legge si fissano regole, si pone fine all’anarchia. Non crediamo che vi possa essere un diritto di accesso senza limiti. E’ forse quella una conquista dello stato laico? Non può essere considerato moralmente lecito tutto ciò che è tecnicamente possibile; dobbiamo porre limiti invalicabili.

Per questo vengono fissati princìpi basilari che tengano conto anche dei diritti del nascituro. Certo, avremmo preferito che non fosse introdotta la norma che consente la fecondazione artificiale alle coppie di fatto, con una attenzione frutto di un compromesso che non ha fatto prevalere posizioni ideologiche. Certo, da parte nostra ci ancoriamo ai princìpi della Costituzione, ai valori della famiglia, alla tutela costituzionale, prevista dall’articolo 29, del valore di una società naturale fondata sul matrimonio.

Difendere la famiglia significa innanzitutto difendere i figli e dunque i soggetti più deboli e indifesi. Poniamo fine al disordine attuale, alla mancanza di regole, agli eccessi di cui sono ricche le cronache.

Mi piace ricordare una frase di Aldo Moro all’Assemblea Costituente: “La famiglia è una società naturale. Escluso che qui “naturale” abbia significato zoologico o animalesco, o accenni ad un legame puramente di fatto non si vuol dire con questa formula che la famiglia sia una società creata al di fuori di ogni vincolo razionale ed etico”. Egli diceva che parlando di: “società naturale in questo momento storico si allude a quell’ordinamento che perfezionato attraverso il processo della storia costituisce la linea ideale della famiglia. Noi operiamo per il recupero di questi valori”.

Abbiamo operato affinché il testo trasmesso dalla Camera possa essere approvato senza modifiche se non quelle riferite alla copertura finanziaria. Ci è apparso pretestuoso il ricorso agli strumenti offerti dal Regolamento per ritardarne l’approvazione. Il testo rappresenta un punto di equilibrio, un equilibrio che rispetta i valori della vita e della famiglia.

Questa non è una legge di divieti, come è stato erroneamente detto soprattutto a sinistra. Anche se a volte i divieti servono come argini per orientare e correggere forze distruttive. È soprattutto una legge di regole, di buone regole. Il legislatore non può non rimanere assente rispetto ad una situazione senza sentire la necessità di definire princìpi, regole, divieti, controlli e sanzioni. Non vogliamo porre impedimenti alla ricerca, ma indirizzarla e orientarla verso princìpi etici chiari e rispettosi della persona.

In particolare, vengono garantiti i diritti di tutti i soggetti coinvolti e specialmente del concepito.

Si fanno scelte precise senza ambiguità; viene detto no alla fecondazione eterologa. L’accesso alla procreazione medicalmente assistita viene consentito solo a coppie coniugate o conviventi. Viene ribadito il no alla clonazione terapeutica e riproduttiva e alla sperimentazione, al congelamento, alla soppressione degli embrioni, alla selezione, alla riduzione embrionale.

Presidenza del presidente PERA

(Segue EUFEMI). Viene posto un limite di embrioni, fissato per evitare l’esistenza di embrioni soprannumerari con conseguenti insolubili problemi.

Il testo della Camera tiene conto della situazione politica, culturale e giuridica e raggiunge un punto di equilibrio che non può essere né modificato, né alterato senza gravissime conseguenze.

Oggi, dopo un faticoso iter parlamentare, ci avviciniamo ad un importante traguardo. Ciò è stato possibile per la posizione chiara del Governo e la determinazione della Casa delle Libertà; è possibile raggiungere l’obiettivo di legiferare ponendo al centro la questione del rispetto dell’uomo in ogni stato della sua esistenza, coniugando il principio del desiderio degli adulti e i diritti dei bambini. È una grande scelta di civiltà e di progresso che può orientare anche altri Paesi europei, difendendo i diritti dell’uomo e il rispetto della dignità e della vita umana quali obiettivi costanti dell’attività legislativa.

Come non ricordare le parole del Santo Padre, Giovanni Paolo II, pronunciate il 22 maggio 2003, allorquando sottolineò che insidie ricorrenti minacciano la vita nascente? Il lodevole desiderio di avere un figlio spinge talora a superare frontiere invalicabili; embrioni generati in soprannumero, selezionati, congelati, vengono sottoposti a sperimentazione distruttiva e destinati alla morte con decisione premeditata. Siamo dunque consapevoli della necessità di una legge che difenda i diritti dei figli concepiti.

Come non ricordare l’invito alle donne a difendere l’alleanza tra la donna e la vita e farsi promotrici di un nuovo femminismo che, senza ricorrere a modelli maschilisti, sappia riconoscere ed esprimere il vero genio femminile in tutte le manifestazioni della convivenza civile, operando per il superamento di ogni forma di discriminazione, di violenza e di sfruttamento?

Esprimiamo dunque consenso a questa legge, che segna una svolta nell’affermazione di princìpi in cui ci riconosciamo e che segnano un importante traguardo nel programma e nei valori di cui siamo portatori. (Applausi dai Gruppi UDC, FI, AN e del senatore Salzano. Congratulazioni).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial