CRACK PARMALAT: INADEGUATE TESI DI PROFUMO
Sono a dir poco inadeguate le tesi dell’A.D. di Unicredit ALESSANDRO PROFUMO che a “PORTA A PORTA” sembrava non avvertire il dramma che si sta profilando ormai all’orizzonte della vicenda Parmalat.
Sembra ormai delinearsi, infatti, una responsabilità “personale” ed “individuale” di una o più banche rispetto all’autorità di controllo.
“Era meglio se a Porta a Porta il dott. Profumo avesse rappresentato il Gruppo Unicredit anziché l’ABI ed avesse spiegato quale ruolo specifico ha avuto l’UNICREDIT nella vicenda Parmalat e in quello Cirio.
L’atteggiamento delle banche è contraddittorio perché finalizzato solo al profitto trascurando ogni eticità. I comportamenti etici finiscono per essere solo buone intenzioni. Cosa pensare infatti della circolare dell’Unicredit, azienda di cui il dottor Alessandro Profumo è amministratore delegato con la quale si esclude dall’iniziativa di acquisto dei bond Cirio ai dipendenti ed ex dipendenti della società del gruppo che, “a causa di tale loro qualità si presume fossero consapevoli della rischiosità dell’investimento richiesto”.
Le pressioni fatte sui dipendenti per collocare le obbligazioni Cirio ne sono una prova lampante.
L’obbligo di raggiungere determinati target finanziari è chiaro, ma determina comportamenti disinvolti, privi di ogni etica e, dunque conseguenze pericolose.
Quello che è chiaro è un intreccio pericoloso dove a farla da padrona sembrano fuor di dubbio gli “amici degli amici” della sinistra che stanno dimostrando di perseguire il successo nascondendo la cenere sotto il tappeto a danno di migliaia di lavoratori, di risparmiatori e di imprese italiane”.
Roma, 8 gennaio 2004