Intervento su riforma costituzionale

Intervento su riforma costituzionale

Presidenza del presidente PERA, indi del vice presidente FISICHELLA

*EUFEMI (UDC). Signor Presidente, credo si sia giunti ad un punto delicato della riforma costituzionale, quello relativo all’elezione del Senato federale che va ad incidere, modificandolo fortemente, sull’articolo 57 della Costituzione.

Il relatore, nella sua illustrazione, ha opportunamente richiamato il senso della riforma sulla composizione del Senato, più che sulle funzioni. Oggi si va ad incidere certamente sul numero dei senatori, ma questo potrebbe apparire anche una questione marginale in contraddizione, tuttavia, con quanto sta emergendo nei Consigli regionali e nella definizione degli Statuti. Stiamo procedendo a una nuova dimensione da parte dei Consigli regionali che non si giustifica con le future, pure accresciute, competenze.

È stata esclusa – e di questo va dato atto – la ipotesi della presenza dei governatori nel futuro Senato federale.

Resta la questione della contestualità delle elezioni del Senato federale e dei consigli regionali. Una contestualità che si verificherebbe solo in partenza, seppure dal 2011, una contestualità che condiziona la vita del Senato federale, che ne riduce gli spazi ed i poteri: gli stessi eletti, infatti, verrebbero marginalizzati dallo strapotere dei governatori. Un Senato federale, dunque, schiacciato dai poteri forti locali, subordinato alle Regioni.

Queste sono solo alcune considerazioni che inducono ad un ripensamento che non può essere tema esclusivo della verifica politica, ma lasciato alla libertà e alle scelte del Senato. Ciò è tanto più vero rispetto all’asimmetria che è stata ricordata; il Senato non esaminerà neppure più il bilancio complessivo dello Stato e degli enti locali, ma non si può non ricomprendere tra quelle funzioni quella che ritengo fondamentale e che è stata richiamata in questo dibattito dal senatore Pedrizzi e dal presidente Azzollini, la competenza sui conti pubblici così come sono stati identificati nel perimetro di Maastricht, vale a dire sul bilancio statale e su quello degli enti locali.

Dobbiamo avere allora il coraggio e la responsabilità di dare elementi di chiarezza. Abbiamo lavorato per una soluzione positiva che non sia di ostacolo alle riforme ma che non determini lo sfascio del sistema. Il venire meno dell’automatismo che pure è stato ricordato tra crisi locale e lo status dei senatori non è ancora stato scritto e allora sarebbe opportuno precisarlo, formalizzarlo, prima di assumere qualunque determinazione.

Si afferma un principio nuovo, quello della contestualità rispetto ad un processo che si avvia. Lo stesso relatore ha riconosciuto la complessità perché incide anche sulle Regioni a statuto speciale, quindi, si tratta di un quadro incerto e indefinito.

È stata definita poc’anzi una giornata di svolta nella politica costituzionale; io ho una preoccupazione, che quella di oggi non debba essere definita la giornata dell’eutanasia del Senato. (Applausi dai senatori Cirami, Manfredi e Lauro).

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