Intervento su DPEF in Commissione Finanze e Tesoro
Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2005-2008 (Doc. LVII, n. 4) (Parere alla 5a Commissione. Esame. Parere favorevole con osservazioni)
Il senatore EUFEMI (UDC) rimarca positivamente il contributo offerto dalle audizioni svolte dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, dalle quali emerge una pluralità di commenti sul valore della procedura di valutazione del Documento di programmazione che chiamano in causa direttamente una riforma complessiva dell’esame dei documenti di bilancio.
Nel merito, il Documento presenta delle linee guida programmatiche, la realizzazione delle quali è affidata però a provvedimenti e misure di cui manca una indicazione più puntuale. Il rispetto della disciplina contabile, invece, avrebbe dovuto consigliare un maggiore dettaglio sugli strumenti che il Governo intende utilizzare per raggiungere gli obiettivi, dando al contempo modo al Parlamento di indirizzare l’azione di Governo attraverso la risoluzione. Condivide l’analisi degli effetti della trappola della bassa crescita nella quale versa l’economia italiana e prende atto della rilevanza della manovra correttiva per il 2005, facendo salvi i settori della scuola, della sanità, della sicurezza. Proprio per tali esclusioni, esprime tuttavia la preoccupazione per la assenza di indicazioni precise circa i settori maggiormente coinvolti nella riduzione della spesa corrente. Per quanto riguarda la politica fiscale, fa presente che un’elevata pressione fiscale, in determinate condizioni, può anche coniugarsi con un tasso elevato di sviluppo. Per quanto riguarda il sostegno alle imprese, condivide la trasformazione dei contributi in conto capitale con le agevolazioni in conto interessi a valere sul Fondo rotativo, ma mette in guardia dal rischio che una riforma dei meccanismi agevolativi determini un periodo transitorio di confusione e di sostanziale blocco delle erogazioni.
In generale, esprime un giudizio positivo sul Documento, ma rileva criticamente come esso non affronti in maniera adeguata il problema della scarsa competitività delle imprese italiane: nulla viene detto in relazione alla eliminazione dei fattori che incidono pesantemente sui costi produttivi, nulla viene indicato per quanto riguarda la sostanziale riduzione dell’IRAP sul complesso dell’apparato produttivo. A suo parere infatti la proposta del Governo sull’IRAP appare eccessivamente cauta. Esprime poi preoccupazione per la possibile sovrastima del gettito delle entrate per il 2005, anche in considerazione dei rilievi espressi dalla Corte dei Conti per quanto riguarda l’andamento delle entrate correnti. Un’ulteriore valutazione non coincidente con gli obiettivi proposti dal Governo concerne le ipotesi di riduzione della imposta sul reddito delle persone fisiche.
Lo scenario di una IRPEF a tre aliquote non è condivisibile, poiché rischia di mettere in ombra uno dei settori maggiormente meritevoli di attenzione, cioè il reddito familiare. A tale proposito ricorda che il Governo aveva respinto l’introduzione di misure a sostegno dei redditi familiari quali lo splitting o il quoziente familiare, argomentando che tali strumenti non si confacevano ad un sistema tributario fondato su due sole aliquote.
Un’ultima considerazione concerne la strategia complessiva del Governo per rilanciare l’economia nazionale: non condivide la scelta di puntare sulla crescita stimolata dalla domanda dei beni di consumo, mentre invece andrebbe privilegiato un intervento che riduca prioritariamente la spesa corrente.
Solo successivamente un’azione di rilancio dei consumi dovrebbe privilegiare un recupero di equità e giustizia sociale, anche attraverso misure a sostegno delle famiglie e, soprattutto, a favore di quei contribuenti il cui livello di reddito non consente di beneficiare degli sconti fiscali (cosiddetti incapienti).