Intervento in aula su ddl aviazione civile

Intervento in aula su ddl aviazione civile

Discussione e approvazione del disegno di legge: (3104-D) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 settembre 2004, n. 237, recante interventi urgenti nel settore dell’aviazione civile. Delega al Governo per l’emanazione di disposizioni correttive ed integrative del codice della navigazione (Approvato dal Senato, modificato dalla Camera dei deputati, nuovamente modificato dal Senato e nuovamente modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale. È iscritto a parlare il senatore Eufemi. Ne ha facoltà. 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, solo poche considerazioni. La Camera, dunque, ha approvato con ulteriori modificazioni il testo del decreto-legge sul trasporto aereo. Le modifiche, però, sono sostanziali; le posizioni tra i due rami del Parlamento assolutamente divergenti su un punto centrale, quello delle concessioni aeroportuali. La scelta del contraente nelle gare d’appalto è un principio di buona amministrazione assolutamente generale, che riguarda tutti i servizi dello Stato di pubblica utilità ed è un principio previsto dall’articolo 97 della Carta costituzionale, rafforzato dalla normativa comunitaria di liberalizzazione dei mercati. Così come vanno ricordate le pronunce del Consiglio di stato, laddove in materia di concessione di servizi pubblici non può prescindersi per l’applicazione dei principi generalissimi del diritto comunitario da procedure adeguatamente trasparenti e pubblicizzate di affidamento in linea con la normativa vigente. Non si può sostenere la tesi che coloro che gestiranno tutti gli aeroporti italiani, oggi e domani, saranno sempre soggetti privati già insediati presso gli aeroporti e quindi in contrasto con la libera concorrenza non solo all’interno del Paese, ma all’interno dell’Unione Europea. Siamo di fronte, pertanto, ad una grave responsabilità, quella di approvare un testo che non ci convince, oppure determinare la decadenza del decreto, rispetto a norme che rappresentano veri e propri abusi. 

Noi riteniamo che il Senato debba approvare il testo del decreto come pervenutoci dalla Camera perché, pur essendo convinti delle ragioni che abbiamo richiamato, fermo restando che il Senato della Repubblica aveva giustamente indicato la strada della gara d’appalto, assuma comunque l’iniziativa di un autonomo progetto legislativo che copra questa esigenza inderogabile. Siamo di fronte, dunque, ad una difficile scelta. Bene ha fatto ieri il vice ministro Tassone, nella seduta di Assemblea alla Camera, così come aveva fatto giovedì scorso in Senato, a richiamare l’attenzione sulla delicatezza della materia e sui possibili rischi derivanti dalla mancata conversione di un decreto-legge così importante. 

Va sottolineato che tutta l’impostazione del Senato, improntata a trasparenza, è stata cancellata da modifiche peggiorative della Camera, nella prima e più forte edizione e nella seconda versione più affievolita; è un fatto che dobbiamo denunciare. Avviandomi alla conclusione, con queste riserve, desidero richiamare l’attenzione sull’opportunità di un impegno del Governo a recepire le indicazioni dell’Aula, nel senso di ripristinare la norma che conferma la volontà espressa dal Senato. (Applausi dal Gruppo LP e della senatrice Donati

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