Cambiate le norme su banca-impresa
29 Giugno 2005 Il Sole 24 ore Cambiate le norme su banca-impresa e muraglie cinesi Il Senato dà più poteri a Fazio
ROMA Più poteri alla Banca d’Italia. Spetterà a via Nazionale stabilire le regole in caso di conflitti di interessi tra banche e imprese. E sarà sempre la Banca d’Italia, d’intesa con la Consob (e non viceversa, come era previsto nel testo approvato alla Camera), a decidere sulle cosiddette muraglie cinesi, cioè sulla divisione, anche societaria, della prestazione dei servizi di investimento all’interno degli istituti di credito. Partito più di un anno fa, sotto la spinta degli scandali Cirio e Parmalat, con l’intenzione di inserire il mandato a termine del Governatore e stabilire il passaggio della concorrenza bancaria all’Antitrust, il disegno di legge a tutela del risparmio sta, in molti casi, rafforzando le competenze della Banca d’Italia. Un approccio che preoccupa l’opposizione: “Notiamo la tendenza a limitare il ruolo della Consob anche su argomenti di sua competenza”, dice Giancarlo Pasquini, Ds, riferendosi in particolare all’articol0 10 sulle muraglie cinesi.
Del resto, è proprio al Senato che è più nutrita la schiera dei fedelissimi di Antonio Fazio, dal relatore Maurizio Eufemi, Udc, a Ivo Tarolli, Udc, Luigi Grillo, Forza Italia, Riccardo Pedrizzi, An. Le commissioni Finanze e Industria stanno procedendo rapidamente, raccogliendo l’invito arrivato ieri dal ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, che ha sollecitato un’accelerazione del disegno di legge. Ieri sono stati votati gli emendamenti fino all’articolo 13 compreso. Il 14, sui depositi dormienti, è stato accantonato: si sta tentando un accordo con l’opposizione per definire la destinazione delle somme recuperate (si pensa al ripianamento del deficit pubblico e al finanziamento del fondo di garanzia a tutela dei risparmiatori). L’articolo 7, che riguarda le operazioni per parti correlate, è stato soppresso, dal momento che sull’argomento era già intervenuta la riforma Vietti sul diritto societario.
Sull’art. 8, che riguarda i conflitti di interessi tra banche e imprese, non c’è più la soglia stabilita per legge: sarà la Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del Cicr, a stabilire a quali condizioni i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione direzione e controllo presso una banca possono accedere al credito, in base a una serie di criteri che riguardano il patrimonio della banca e l’entità della partecipazione detenuta.
L’opposizione si è astenuta perché d’accordo sui contenuti, ma contraria al riferimento al Cicr, di cui vorrebbe l’abolizione. “È un modo per rendere più elastico il sistema”, dice Pedrizzi, presidente della commissione Finanze. Il centro-sinistra ha votato contro l’emendamento all’art. 10 sulle muraglie cinesi, e anche alla soppressione dell’art. 7. È stato accantonato anche 1’articolo 11 che riguarda le regole sulla circolazione degli