Interpellanza sul corretto svolgimento del campionato di calcio
PRESIDENTE.
L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
Sarà svolta per prima l’interpellanza 2-00673 sul corretto svolgimento del campionato di calcio e sulle connesse attività economico-finanziarie. Ha facoltà di parlare il senatore Eufemi per illustrare l’interpellanza.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Pescante, rappresentante del Governo, per avere tempestivamente dato risposta con la sua presenza alla nostra interpellanza, presentata appena un mese fa, quindi l’8 febbraio.
Prendevamo spunto da una intervista all’ex presidente dell’Ancona Calcio, Ermanno Pieroni, i cui contenuti destano ed hanno destato particolare allarme per la gravità dei profili investiti, particolarmente quelli sportivi e quelli economico-sociali, tali da prefigurare un’alterazione del normale svolgersi delle attività attinenti al mondo del calcio. Stranamente su questa intervista è calata una cappa di silenzio. Non abbiamo sentito più nulla, nessuna iniziativa da parte della Federazione e dei competenti organi federali. Viene fatto riferimento, infatti, a questa stessa intervista ad un clima di condizionamento esercitato da intrecci tra varie società che verrebbero controllate e condizionate nei settori chiave delle stesse, da medesimi soggetti determinando conseguentemente una grave alterazione delle regole del mercato e della libera concorrenza. Ma su questo punto tornerò più avanti. Aggiungo che si è appena conclusa la triste vicenda legata all’uso di sostanze dopanti e abuso di farmaci al termine della quale la magistratura ordinaria – non quella sportiva, dalla quale attendiamo ancora qualsiasi iniziativa – ha emesso pesanti sentenze di condanna, in particolare, nei confronti del medico sportivo della Juventus, senza che ciò abbia prodotto – non senza stupore per noi ma soprattutto per l’opinione pubblica – alcuna iniziativa da parte degli organi competenti della Federazione italiana giuoco calcio a carico dei tesserati o della stessa società.
Questa era la premessa, però numerosi fatti nuovi sono accaduti in questo mese e li vogliamo rappresentare. Apprezziamo in modo particolare la posizione e il coraggio espressi ieri dal presidente del CONI Petrucci con la richiesta di un parere sui criteri e le modalità delle regole sportive con riferimento proprio alla sentenza del tribunale di Torino, che ha condannato pesantemente il dottor Riccardo Agricola, medico sociale della Juventus. Riteniamo occorra rispettare le leggi, le regole e la morale soprattutto in campo sportivo, recuperando una eticità che nel mondo del calcio vediamo smarrita, onorevole Sottosegretario, per il prevalere del business e di interessi che marginalizzano l’etica sportiva e lo stesso valore sportivo. Nell’interpellanza abbiamo posto anche l’altra questione, non meno importante, dell’alterazione delle regole del mercato e della libera concorrenza da parte dei procuratori sportivi, che hanno assunto un potere abnorme. Occorre intervenire con regole nuove, evitando che vi possano essere situazioni monopolistiche, intrecci tra società, abusi di posizione dominante, rapporti interparentali e parentali. Occorre stabilire severi limiti all’esercizio di questa attività, non solo quantitativi, cioè sul numero dei tesserati gestiti da ciascun procuratore, evitando che forme societarie siano utilizzate per gestire la professione dei calciatori.
Noi sapevamo che occorreva partecipare al supercorso di Coverciano per avere un patentino e non credo che le società possano avere questo tipo di abilitazione. Queste sono le regole da introdurre per evitare conflitti di interesse! Questa materia va disciplinata in modo serio e rigoroso per non alimentari sospetti sui risultati sportivi. Basta guardare cosa è successo in Germania in questi giorni (lo scandalo degli arbitri), oppure cosa è successo in Francia (lo scandalo dei procuratori). Tutto questo ha un riflesso sugli scommettitori e sul concorso pronostici. In Commissione finanze e tesoro abbiamo condotto una indagine conoscitiva sui giochi proprio su questa tematica e non vorremmo aver perso tempo inutilmente, signor Sottosegretario.
Altra questione che abbiamo posto è relativa alle compravendite e ai compensi delle prestazioni sportive. Vogliamo sapere cosa è accaduto, se sono stati operati i controlli da parte della Guardia di finanza; vogliamo soprattutto, onorevole Pescante che i giovani che si dedicano al calcio non debbano avere successo se appartengono a questo o a quel procuratore, a questa o a quella agenzia di collocamento, ma perché sono bravi, perché hanno talento, perché hanno capacità e, soprattutto, vedono in questo mondo un’etica di comportamento e di valori. Ci auguriamo che la sua risposta non sia burocratica, ma assuma il coraggio delle responsabilità che competono al Ministero dei beni culturali, di cui lei è rappresentante, che può fare certamente molto. Non si può immaginare che la Federazione italiano giuoco calcio, in nome di una presunta, falsa autonomia, resti silente e non assuma le iniziative che le competono. Ringraziamo il presidente Petrucci per aver assunto l’iniziativa nei giorni scorsi di coinvolgere e chiedere un parere al TAS, alla massima autorità sportiva internazionale: è importante avere quel parere, non è una tattica dilatoria come può immaginare qualcuno. Riteniamo che la risposta data dai legali della Juventus sia un clamoroso autogol, una ammissione di colpa, signor Sottosegretario. Proprio per questo è necessario intervenire con la massima urgenza e, se non lo fanno le autorità sportive competenti, che se ne assuma la responsabilità il Dicastero competente.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere all’interpellanza testé svolta.
PESCANTE, sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevoli senatori, l’interpellanza, così come formulata, è un po’ meno articolata dell’illustrazione che il senatore Eufemi ne ha fatto in questa sede, anche perché si è giustamente riferito ad alcune vicende molto recenti, oserei dire quasi dell’ultima ora, per cui, nel momento in cui è stata preparata la risposta a tale atto di sindacato ispettivo, non si è tenuto conto dei fatti che sono stati oggi esposti. Devo anche dire che molte delle osservazioni fatte nell’interpellanza sono assolutamente condivisibili, sul piano personale e non solo. Tuttavia, devo attenermi alle attribuzioni che la legge stabilisce nei confronti del Ministero vigilante, che qui rappresento; voglio ricordare come la nostra sia una vigilanza di legittimità e non di merito: questo è il compito che ci attribuisce la legge e quindi non escludo che la risposta possa essere in un certo senso considerata burocratica, mentre rilevo che il riferimento che lei, senatore Eufemi, ha fatto al lavoro importante della Commissione, che ha svolto non un’inchiesta, non un’indagine, ma un accertamento, attende delle risposte. Credo pertanto, sotto questo aspetto, che un richiamo fatto allo stesso Ministero vigilante potrebbe, se non altro, sollecitare la nostra attenzione nei confronti degli organi competenti perché venga dato seguito agli impegni che la stessa presidenza federale e il presidente del CONI hanno assunto nel momento in cui furono auditi. Per quanto riguarda, senatore Eufemi, gli argomenti da lei esposti insieme al senatore Salerno nell’interpellanza, si rappresenta quanto segue. A proposito dell’intervista e delle dichiarazioni rilasciate dal signor Pieroni al quotidiano “la Repubblica”, occorre preliminarmente evidenziare che lo stesso è stato oggetto di provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip del tribunale penale di Ancona. Egli è stato imputato per i reati di truffa aggravata in concorso con altri soggetti, per aver conseguito ingiusti profitti erogati sotto forma di contributi federali, nonché per il reato di bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della società Ancona Calcio spa, dichiarato con sentenza del tribunale di Ancona dell’11 agosto 2004. Nel predetto procedimento penale, Federcalcio e CONI risultano parti offese. La Federcalcio è intervenuta nel processo quale persona offesa, nominando il proprio difensore. Il pubblico ministero presso il tribunale di Ancona, con provvedimento del 15 gennaio 2005, ha richiesto il rinvio a giudizio del signor Pieroni per i reati contestati. All’udienza preliminare, già fissata innanzi al GUP presso il tribunale dì Ancona, la Federazione si costituirà parte civile, chiedendo il risarcimento dei danni, materiali e non, subiti in conseguenza dei fatti contestati all’imputato. Il signor Pieroni è accusato, infatti, di aver distratto ingenti somme dalla casse sociali, ivi compresi i contributi federali, fino a provocare il fallimento della società. Lei, senatore Eufemi, potrebbe obiettare che questo tipo di premessa è poco attinente al tema che lei ha trattato; devo però farle anche rilevare che, poiché si parte da un’intervista rilasciata dallo stesso signor Pieroni al giornale “la Repubblica”, si è ritenuto di dare un quadro complessivo della personalità dell’intervistato. Per quanto attiene, invece, alla nota sentenza del tribunale dì Torino del 26 novembre 2004, con motivazione depositata nel febbraio 2005, che ha comportato la condanna del medico sociale della Juventus, il CONI, d’intesa con la Federcalcio, ha inviato al TAS (il Tribunale di arbitrato per lo sport, con sede a Losanna, un organismo che è stato costituito dal CIO) tutta la documentazione, al fine di conoscere se e in quali circostanze (questo passaggio è molto importante) trattamenti medici e farmacologici che non siano proibiti dalle norme sportive nazionali ed internazionali e che, quindi, ai fini sportivi costituiscono doping, possano influenzare la regolarità di una competizione. A questo punto la risposta è carente di quello che lei, senatore Eufemi, invece ha precisato, cioè che ieri il presidente del CONI, Petrucci, al di là di quelle che saranno le risposte del TAS, ha chiesto al dottor Agricola di autosospendersi; e mi pare che lei abbia apprezzato questo tipo di intervento del presidente del CONI. Quanto ai controlli sulle operazioni di compravendita dei giocatori, si osserva che le stesse vengono effettuate in condizioni di libero mercato e che la Federcalcio ha l’onere di stabilire regole attinenti al solo tesseramento e ai periodi in cui le operazioni possono svolgersi. In particolare, si rammenta che la regolazione dei rapporti economici tra le società per il trasferimento dei calciatori è demandata alle leghe professionistiche che, attraverso il cosiddetto sistema della stanza di compensazione, verificano che le pretese economiche vengano soddisfatte. In relazioni ai controlli sulle società professionistiche si rammenta che queste ultime sono strutturate in società di capitali (addirittura alcune quotate in borsa) e quindi soggette alle norme del codice civile. Alla Federazione italiana giuoco calcio competono invece, ai sensi dell’articolo 12 della legge n. 91 del 1981, solo controlli finalizzati a garantire il regolare svolgimento dei campionati. Per completezza di informazione si segnala che dagli elementi pervenuti dal Ministero dell’economia e delle finanze, Comando generale della Guardia di finanza, in merito ai controlli esercitati dai comandi regionali del Corpo, risulta quanto segue. L’attività eseguita nei confronti delle società di calcio dal 1985 al 2004, ha consentito, tra l’altro, di segnalare complessivamente ai competenti uffici finanziari per il recupero a tassazione, a fronte di quarantacinque interventi ispettivi svolti, tra verifiche generali, parziali e specifiche i seguenti dati: IRAP, base imponibile euro 594.996.213,00; IVA, tributo evaso, euro 14.469.033,00; ritenute alla fonte, euro 8.694.437,00. Lo stesso Comando ha anche segnalato che sono state effettuate venticinque indagini, delegate dalla magistratura su alcune società di calcio professionistiche e che, in alcune Regioni, sono tuttora in corso indagini delegate dall’autorità giudiziaria. Vorrei completare questa lettura, che avevo anticipato all’interpellante come burocratica, con una considerazione. Giustamente il senatore ha fatto riferimento alla necessità di vigilare sulla regolarità dei campionati invocando questa urgenza ai fini delle scommesse sportive dei giocatori. Aggiungerei che esiste anche un problema di etica sportiva, che vale la pena di tenere in considerazione. Non dimentichiamo, infatti, che il campionato di calcio oltre ad essere oggetto di scommesse sportive consentiva allo sport italiano prima e all’Erario oggi, essendo cambiato con l’ultima legge il meccanismo di erogazione dei contributi al CONI, di incassare cifre cospicue. Pertanto, al di là delle questioni legate all’Erario, credo sia molto importante quanto evidenziato dall’interpellante in nome di un’etica sportiva che deve essere alla base di tutte le attività sportive, anche di quelle svolte a livello professionistico.
PRESIDENTE. Sono certo che il Sottosegretario di Stato abbia preso buona nota delle osservazioni svolte dal senatore Eufemi e, in replica, dal senatore Salerno.