Canonizzazione di Don Luigi Orione

Canonizzazione di Don Luigi Orione

Giovanni Paolo II, nella VI Domenica di Pasqua, in una solenne celebrazione in Piazza San Pietro ha canonizzato sei beati, tra cui gli italiani Gianna Beretta Molla, Paola Elisabetta Cerioli, Annibale Maria Di Francia e Luigi Orione.

La Santa Messa con Canonizzazioni

Il canto del Regina Coeli

Oggi, 16 maggio 2004, VI Domenica di Pasqua, la Chiesa è nuovamente in festa per le grande cose che il Signore ha fatto attraverso i suoi santi. Il Santo Padre Giovanni Paolo II in una Piazza San Pietro gremita di fedeli, alle ore 10.00, sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana ha presieduto la Cappella Papale per la canonizzazione di sei Beati. Si tratta di quattro sacerdoti, una suora e una laica.

Quella di oggi sarà una domenica da ricordare. Tantissimi giovani hanno assistito alla la canonizzazione di sei Beati, effettuata dal papa in Piazza San Pietro. L’Italia ha quattro nuovi santi a cui rivolgersi, tra cui, la giovane pediatra Gianna Beretta Molla che preferì morire pur di non abortire.

In piazza San Pietro si sono riuniti oltre 50mila pellegrini, alcune centinaia di malati e disabili con gli orionini, il marito di santa Gianna Beretta Molla, Pietro Molla con i 3 figli e la sorella della santa, e 150 volontari per garantire il servizio ordine, tra innumerevoli misure di sicurezza.

Era veramente caldo in Piazza San Pietro, questa mattina di primavera. E questo ha creato qualche problema, anche ad ospiti illustri. Il primo che ha avuto un leggere malore, mentre il papa leggeva la formula di canonizzazione, era il novantunenne marito dell’appena proclamata santa Gianna Beretta Molla. Forse l’emozione nell’ascoltare il papa dichiarare santa sua moglie, ma probabilmente anche la prima giornata di primavera caldissima, hanno provocato un lieve malore a Giuseppe Molla. L’uomo, che era su una carrozzella, abito scuro e berretto bianco, è stato porta via. L’accaduto non era tanto preoccupante, perché i figli non si sono mossi, in particolare l’ultima, nata grazie al dono della vita della nuova santa, Gianna Emanuela, che è geriatra ed è colei che normalmente si prende cura del padre. Infatti, dopo circa mezz’ora Pietro Molla è ritornato nella cerimonia. Anche il cardinale Jorge Mejia, 81 anni, non si è sentito bene ed è stato allontanato.

Il drappo di santa Gianna Beretta Molla in Piazza San Pietro, 15 maggio 2004 (AP Photo/Plinio Lepri).

Quattro le delegazioni ufficiali presenti, segnalate dalla Prefettura della Casa Pontificia: per l’Italia è presente il ministro per gli Affari regionali sen. Enrico La Loggia con la consorte, il presidente della Camera dei Deputati on. Pierferdinando Casini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il senatore a vita Giulio Andreotti, il presidente della Commissione esteri della Camera dei Deputati, il vice presidente del gruppo UDC sen. Maurizio Eufemi, l’ambasciatore presso la Santa Sede Giuseppe Balboni Acqua con la consorte; per il Libano il presidente della Repubblica S.E. Emile Lahoud con la consorte e seguiti; dalla Spagna e dall’Andorra.

Tra le numerose personalità presenti, segnaliamo il ministro per la lotta all’AIDS della Costa d’Avorio Christine Nebout-Adjobi; il presidente della’Assemblea del Mozambico Eduardo Mulembwe, il presidente del Consiglio di Stato Alberto Di Roberto con la consorte; il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Virginio Rognoni con la consorte; il senatore a vita Emilio Colombo con la sorella; il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni con la consorte; il sindaco di Milano Gabriele Albertini; il capo della Polizia Gianni De Gennaro; il vice sindaco di Roma Mariapia Caravaglia; una delegazione dell’Ordine di Malta; il direttore de L’Osservatore Romano Mario Agnes; il ministro degli affari scientifici della Sassonia (Germania) Matthias Rossler.

La cerimonia è stata trasmessa in diretta TV da Piazza San Pietro, con una trasmissione iniziata alle 9, in onda su Raiuno, a cura della Struttura Rai-Vaticano e del TG1, in collaborazione col Centro Televisivo Vaticano e Radio Vaticana. La telecronaca dell’avvenimento era affidata a Giuseppe De Carli con la presenza nella postazione all’aperto di Paola Bignardi, presidente dell’Azione Cattolica.

I nuovi santi

Quella di oggi sarà una domenica da ricordare. L’Italia avrà quattro nuovi santi a cui rivolgersi: i due sacerdoti impegnati in straordinarie opere di carità don Luigi Orione e Annibale Maria di Francia, la pediatra milanese Gianna Beretta Molla che preferì morire per un tumore pur di non abortire e la fondatrice degli Istituti della Sacra Famiglia, Paola Elisabetta Cerioli. Insieme a loro salgono agli onori degli altari anche il sacerdote catalano Josep Manyanet y Vives che ispirò tra l’altro ad Antonio Gaudì la chiesa incompiuta della Sagrada Famiglia e il monaco libanese maronita Nimattullah Kassab Al-Hardini.

La copertina dello speciale di 24 pagine supplemento a L’Osservatore Romana del 16 maggio 2004

• Luigi Orione (1872-1940), sacerdote fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, nacque a Pontecurone, in diocesi di Tortona, il 23 giugno 1872. Dall’ottobre 1886 all’agosto 1889 fu allievo dell’Oratorio di Valdocco in Torino. Il 16 ottobre 1889 iniziò il corso di filosofia nel seminario di Tortona. Ancora giovane chierico fu sensibile ai problemi sociali ed ecclesiali che agitavano quell’epoca travagliata. Si dedicò alla solidarietà verso il prossimo con la Società di Mutuo Soccorso San Marziano e la Conferenza di San Vincenzo. Il 13 aprile 1895, Luigi Orione fu ordinato sacerdote e nella medesima celebrazione il Vescovo impose l’abito clericale a sei allievi del suo collegio. Sviluppò sempre più l’apostolato fra i giovani con l’apertura di nuove case a Mornico Losana (Pavia), a Noto in Sicilia, a San Remo, a Roma. Attorno al giovane Fondatore crebbero chierici e sacerdoti che formarono il primo nucleo della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Animato da un grande amore alla Chiesa, si interessò attivamente dei problemi emergenti del tempo, quali la libertà e l’unità della Chiesa, la questione romana, il modernismo, il socialismo, la scristianizzazione delle masse operaie. Dopo il terremoto del dicembre 1908, che lasciò tra le rovine 90.000 morti, Don Orione accorse a Reggio Calabria e Messina per prestare soccorso specialmente agli orfani e divenne promotore delle opere di ricostruzione civile e religiosa. Per diretta volontà di Pio X fu nominato Vicario Generale della diocesi di Messina. Nell’inverno del 1940, già sofferente di angina pectoris e dopo due attacchi di cuore aggravati da crisi respiratorie, Don Orione si lasciò convincere dai confratelli e dai medici a cercare sollievo in una casa della Piccola Opera a Sanremo, anche se, come diceva, «non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo». Dopo soli tre giorni, circondato dall’affetto e dalle premure dei confratelli, Don Orione morì il 12 marzo 1940, sospirando: «Gesù! Gesù! Vado».

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