Intervento su disposizioni legislative della Legge comunitaria per il 2005
Presidenza del vice presidente DINI, indi del vice presidente MORO
EUFEMI (UDC). Non riteniamo che un aumento delle disposizioni legislative della Legge comunitaria per il 2005 sia elemento di criticità come è stato sostenuto; è vero il contrario; è un fatto positivo. Dimostra la volontà politica del Governo e della maggioranza di ridurre i ritardi rispetto al processo di adeguamento. Chi ha fatto questi commenti non conosce i meccanismi della Legge comunitaria che si compone di due capi. Il capo secondo contiene le norme che dettano criteri specifici di delega per singole direttive e quindi in favore del Parlamento che introduce principi direttivi, norme per chiudere procedure di infrazione in corso e norme per adempimenti di altri obblighi comunitari. E’ emersa con forza la necessità di adeguare il nostro Regolamento ai temi comunitari con una apposita sessione legislativa superando le difficoltà procedurali e la sfasatura temporale tra i documenti al nostro esame. Questa è la grande riforma che deve essere fatta dal punto di vista regolamentare nella prossima legislatura. Risultano ancora aperte un numero elevato di procedure d’infrazione.
Dobbiamo raccogliere l’invito della Commissione europea di ridurne il volume del 50 per cento entro il 2006. C’è un peggioramento da parte di alcuni Stati e progressi da parte di altri. Il tasso di mancato ricevimento di direttive sul mercato interno è del 3,6 lontano dall’obbiettivo dell’1,5 fissato a Lisbona. Tra le dieci direttive chiave risulta ancora non trasposta in Italia la direttiva 44/1998 relativa alla tutela giuridica delle invenzioni tecnologiche e a quelle in materia di appalti (17 e 18) del 2004. Di particolare rilievo l’introduzione della delega recante sanzioni penali o amministrative per le violazioni accertate in materia di politica agricola comunitaria e di politiche dello sviluppo rurale. Così come la direttiva n. 71 del 2003, relativa al prospetto per l’OPA o la negoziazione di strumenti finanziari. Ciò consentirà alle società una raccolta più agevole dei capitali e a minore costo. Si rafforza la protezione offerta agli investitori e ai risparmiatori, garantendo che i prospetti offrano informazioni chiare e complete rispetto alle decisioni di investimento.
È la seconda volta – dobbiamo sottolinearlo – che si introducono disposizioni in favore dei risparmiatori con legge comunitaria (ricordiamo che, nell’ultima legge comunitaria, abbiamo introdotto le importanti norme sul market abuse), mentre la legge sul risparmio segna ancora il passo nell’altro ramo del Parlamento. Mi dispiace che il senatore Manzella abbia abbandonato l’Aula, ma non eravamo, senatore Manzella, solo noi i tifosi di quel fuoriclasse che ha portato quella soluzione che è stata appena ricordata rispetto alle quote della Banca d’Italia e al direttorio e quindi che andava ben oltre il centro-destra, questo dobbiamo sottolinearlo. Quella è un’eredità pesante che ci è stata lasciata, quasi l’ultima eredità di quella gestione. Sulla direttiva Bolkestein per la liberalizzazione dei servizi, attendiamo di valutare il significato della decisione definitiva del Parlamento dopo il voto della Commissione che è intervenuto ieri.
Rivendichiamo come maggioranza l’approvazione della riforma dei servizi pubblici locali con la legge finanziaria del 2004. L’obiettivo di Lisbona appare prioritario se vogliamo dare slancio alla nostra economia. Le scelte verso la ricerca, le conoscenze, il capitale umano sono ineludibili; rappresentano un programma indispensabile per competere nella società globalizzata. Resta il problema, certo, delle prospettive finanziare. Condividiamo la posizione del Governo per un obiettivo di bilancio che tenga conto dell’allargamento dell’Unione a 25, sostenendo la proposta di muovere il tetto all’1,24 con i necessari correttivi, evitando quei pericolosi effetti statistici che finirebbero per penalizzare aree ancora deboli del nostro Paese. La prevista seduta con il Ministro degli affari esteri nella prossima settimana sarà anche l’occasione per dare sostegno all’azione di Governo sul bilancio comunitario. Oggi emerge con forza l’esigenza di un più forte governo dell’economia europea, che non può essere affidato solo alle decisioni della Banca centrale europea. Il rialzo dei tassi di interesse annunciato nei giorni scorsi da Trichet rischia di limitare l’intensità della ripresa europea. La politica monetaria della BCE non può prevalere sulla politica economica degli Stati dell’Unione. Tale decisione appare allora incomprensibile, forse pure intempestiva, anche in ordine a tensioni inflazionistiche che sono state fugate dalla rimozione dei meccanismi di indicizzazione operata negli anni scorsi. Il governo dell’economia europea richiede però il rafforzamento delle istituzioni europee.
Sul Trattato costituzionale (dobbiamo ricordarlo al senatore Manzella rispetto ai ritardi che lamentava), che è un adempimento politico, siamo stati tra i primi ad approvare quel Trattato. Dopo l’esito referendario, invece, di Francia e Olanda, si sono registrate ratifiche in altri Stati dell’Unione e questo dobbiamo ricordarlo. La pausa di riflessione che è intervenuta, allora, sia un momento di valutazione sulle cause della crisi, per riprendere con slancio il processo di integrazione europea. Mentre rivolgo un sentito ringraziamento al sottosegretario Ventucci per aver seguito con grande attenzione questo provvedimento, dichiaro il convinto voto favorevole del Gruppo dell’UDC sulla Legge comunitaria 2005 e sulla relazione relativa alla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea. (Applausi dai Gruppi UDC e FI. Congratulazioni).