Intervento sulla fiducia al governo Prodi
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri (ore 15, 36)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: «Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri».
Dichiaro aperta la discussione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Eufemi. Ne ha facoltà.
*EUFEMI (UDC). Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, onorevoli senatori e onorevoli senatrici, le 61 cartelle delle sue dichiarazioni programmatiche non ci hanno convinto con una buona dose di demagogia, con delle affermazioni sulla guerra in Iraq dove siamo stati costruttori di pace, Ella ha nascosto i problemi, presentando un programma “senza anima”, privo di scelte e indicazioni precise, potremmo dire una melassa, privo di modelli culturali.
Molte critiche sono state espresse anche in quest’Aula dal fianco sinistro della sua coalizione e, signor Presidente del Consiglio, lo stesso Caruso, poco fa, ha dichiarato che è rimasto interdetto. Del resto sono evidenti le contraddizioni di una coalizione eterogenea e conflittuale, una cooperativa meramente elettorale che dimostra tutta la sua debolezza e incapacità di affrontare le sfide del Paese.
Avete ritrovato un’apparente unità illogica e spartitoria che ha interessato le più alte cariche istituzionali offrendo un infelice e indecoroso spettacolo al Paese, misconoscendo l’oggettiva realtà del dato elettorale e più equilibrate soluzioni che garantivano l’opposizione, come avveniva in un nobile passato.
Per quanto riguarda l’elezione del presidente Napolitano, cui vanno il nostro deferente saluto e gli auguri più sinceri, essa ha impedito il raggiungimento di un disegno totalizzante. Saprà – ne siamo certi – rappresentare tutti, avviando una stagione di dialogo fecondo nel segno della garanzia istituzionale.
Non è stato tenuto in considerazione un dato oggettivo: la Casa delle libertà ha vinto la competizione elettorale nelle Regioni più avanzate e sviluppate del Paese: il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, il Friuli, il Lazio, la Puglia, la Sicilia, che rappresentano oltre 33 milioni di cittadini e il 61,8 per cento del PIL del Paese. Con le vostre scelte non avete voluto dare nessuna legittimità ad un dato elettorale di così straordinario rilievo e significato. Avete portato avanti, mentendo consapevolmente, teorie disfattiste e catastrofiste sulle reali condizioni del Paese. Un Paese che con le sue percentuali è ancora tra i motori industriali più forti d’Europa, come dimostrano i dati più recenti, compresi quelli sulla ripresa economica che muove da decisioni strutturali di politica economica avviate dal Governo Berlusconi.
Come immaginate di dare seguito fedelmente e coerentemente alle autorevoli indicazioni del presidente Napolitano, ai richiami del suo messaggio sullo storico e imprescindibile rapporto euro-atlantico, sull’identità europea – che tenga conto del valore storico e culturale delle radici cristiane dell’Europa – sulla centralità della famiglia nelle politiche sociali e infine sul rapporto tra Stato e Chiesa in una visione laica e non laicista? Sarà impossibile per questa maggioranza rispettare quelle indicazioni. Le contraddizioni interne non lo consentiranno e non potrete contare sul nostro sostegno, se non dove e quando riterremo debbano prevalere gli esclusivi interessi del bene comune nazionale.
Da parte nostra ribadiamo l’assoluta fermezza nell’impedire tentativi, per altro già in atto, di stravolgere la legge sulla fecondazione medicalmente assistita su cui il Paese si è già pronunciato. Non tollereremo surrettizie modifiche distruttive dei principi costituzionali che tutelano la famiglia, costruita sul matrimonio tra uomo e donna e la messa in discussione di principi irrinunciabili sulla libertà di scelta educativa e sul valore della vita dal concepimento alla morte naturale. Senza cedere alla demagogia, demagogia ipocrita pro eutanasia.
La famiglia è qualcosa di più del luogo degli affetti, signor Presidente: è un valore perché si compone di persone che costruiscono un futuro, non materiale, di vita condivisa.
Impediremo altresì in modo fermo stravolgimenti dei principi della cosiddetta legge Biagi, ormai acquisiti positivamente come strumento di flessibilità e di crescita dell’occupazione del Paese.
Prima il senatore Valditara ricordava i suoi libri. Certamente lui, e forse anch’io, ne abbiamo letti più di coloro che la sostengono. Ricordo le sue riflessioni sulla riforma Moro, degli anni Sessanta, sugli istituti tecnici, sulla “società intelligente”, e anche la prefazione al libro di Anthony Giddens sulla terza via.
Vigileremo affinché sia realizzato il programma di modernizzazione infrastrutturale del Paese, che non può sopportare né ritardi né incertezze né boicottaggi meramente ideologici nella costruzione delle direttrici europee, dei valichi e delle grandi opere, che porteranno crescita e occupazione e innovazione all’intero Paese.
Non tollereremo che il potere di veto dei localismi e delle difese settoriali, nonché di minoranze violente, possano prevalere sulle maggioranze silenziose, sulle attese dei cittadini, sulla crescita del Paese e sugli interessi nazionali.
Il Corridoio 5, la direttrice Lisbona-Kiev, non può essere il replay del no ideologico e suicida all’energia nucleare, con le clamorose distruzioni di ricchezza operate a Montalto di Castro.
Non permetteremo che le vostre contraddizioni distruggano le opzioni di modernizzazione e di sviluppo del nostro Paese, facendolo precipitare in un declino inarrestabile.
Da parte nostra, come UDC, intendiamo difendere con forza i valori della persona umana e della famiglia per affermarne la centralità. In coerenza con il programma elettorale della Casa della Libertà, abbiamo presentato fin dal primo giorno della legislatura un organico progetto di riforma della tassazione della famiglia fondato sul principio del quoziente familiare, nel segno di efficaci politiche familiari operanti in Europa per contrastare la denatalità e per garantire giustizia e equità fiscale. Non basta, senatore Bobba, l’istituzione del Ministero, senza portafoglio, della famiglia. Occorre poi il “bollino” del ministro Padoa Schioppa. È questa la nostra sfida, che si accompagna a quella sul cuneo fiscale che, rispetto alle generose promesse elettorali, sembra affievolito.
È un grave errore aver dimenticato che la crisi etica non riguarda solo il calcio, ma anche altri settori, come ad esempio, le banche e il risparmio. E il trasferimento a Barcellona di Autostrade dovrebbe farla riflettere. Non hanno avuto fiducia sul suo Governo. Non è solo un problema di dividendi. Hanno preferito la tutela dell’ombrello giuridico spagnolo. Noi siamo già intervenuti, senatore Grassi, con norme precise sulle stock option dei manager che guardavano più a se stessi che al futuro delle aziende e della comunità. Sarà allora il DPEF e la Legge Finanziaria, con le sue scelte, il momento della verifica della coerenza tra programmi elettorali e azioni di Governo.
Onorevole Presidente, mi avvio alla conclusione. La nostra posizione politica è fermamente alternativa a quella che lei rappresenta e dunque saremo inflessibili, non faremo sconti. Non daremo la fiducia al suo debole Governo, alla raffazzonata struttura e al confuso programma incapace di affrontare le criticità del sistema, perché avete preferito sorvolare sui problemi preferendo coniugare, vetero ambientalismo e modernismo, riformismo e antagonismo, giustizialismo e garantismo, militarismo e antimilitarismo, conservatorismo di sinistra e velleitarismo capitalistico, europeismo e terzomondismo, filoarabismo e euroatlantismo.
Tutto ciò è profondamente contraddittorio e privo di respiro strategico.
Il nostro impegno mirerà a riprendere il cammino europeo nel solco dello storico legame euroatlantico, quello delle scelte lungimiranti di De Gasperi, non quelle sbagliate dei suoi compagni di viaggio, sostenitori di un effimero multilateralismo isolazionista.
Una ultima considerazione. Ha richiamato la via Francigena. Sembra una provocazione affermarlo solo pochi giorni dopo che il leader di Rifondazione ha attaccato il Santo Padre sui PACS. Sappiamo che lei non ama Roma e non può sapere che l’ultima tappa sul sentiero della via era Piazza Monte Gaudio dalla quale si poteva ammirare San Pietro. Nei suoi compagni di viaggio non c’è la via Francigena, perché essi preferiscono guardare a Mosca e a Cuba, certamente in un’altra direzione. Non vogliono passare per Monte Gaudio. Non hanno lo spirito dei pellegrini.
Signor Presidente, svolgeremo dunque una seria e costruttiva opposizione parlamentare in tutti i campi, dalla politica estera alla politica economica e sociale, ma sempre e solo nell’esclusivo interesse del Paese. (Applausi dai Gruppi UDC, FI e AN. Congratulazioni).