Commissione FINANZE E TESORO (6ª) – Intervento su:

Commissione FINANZE E TESORO (6ª) – Intervento su:

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

– (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza) – (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati (Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 23 novembre scorso.

Il presidente BENVENUTO avverte che nella scorsa seduta si è avviata la discussione generale congiunta con gli interventi dei senatori Curto e Costa.

Il senatore EUFEMI (UDC), dopo aver commentato criticamente l’intervento svolto dal ministro dell’economia e delle finanze Padoa-Schioppa nel corso della seduta del 27 novembre della 5a Commissione del Senato, ritiene ormai improcrastinabile un intervento normativo, volto a modificare la procedura di esame dei documenti di bilancio (in riferimento al quale ha presentato un’iniziativa legislativa a propria firma), al fine di valorizzare le prerogative parlamentari, respingendo al contempo l’idea che il Parlamento sia l’unico responsabile della crescita della spesa e quindi del mancato controllo della finanza pubblica. Viceversa, a suo parere, esiste una precisa responsabilità dell’Esecutivo nella mancata attuazione del programma economico e finanziario, citando, a titolo di esempio, la mancata riduzione delle autovetture di servizio di molti enti pubblici. Sempre in riferimento all’intervento del Ministro dell’economia, l’oratore lamenta altresì la mancanza di dati sulla pressione fiscale, essenziale elemento conoscitivo per ricondurre in Parlamento il dibattito sulla tassazione e sulla preannunciata riduzione della pressione tributaria.

Per quanto riguarda il merito della politica fiscale adottata dal Governo, evidenzia gli effetti negativi sui flussi di cassa e sullo stock di ricchezza a danno delle PMI e del settore artigianale, a favore del quale è previsto un intervento modesto, citando, tra l’altro, le disposizioni sul trasferimento del TFR all’INPS, che ritiene ingiustamente ispirate a una logica di scambio tesa a privilegiare le grandi imprese. Restando comunque impregiudicata la questione della valutazione in sede comunitaria degli effetti finanziari, esprime l’avviso che si debba prevedere l’applicazione della soglia di 50 dipendenti a tutte le imprese, al fine di evitare l’elusione della norma. Chiede al rappresentante del Governo di dare conto della relazione trimestrale di cassa, che non risulta ancora presentata al Parlamento, ricordando l’importanza di tale documento per valutare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica.

Espressa, in generale, la propria contrarietà alle scelte di carattere fiscale in quanto ispirate da un intento punitivo per il ceto medio – ritenuto, a torto, dal Governo, titolare di redditi elevati – rimarca poi criticamente gli effetti negativi del ventilato incremento dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie; sottolineando anche il rischio di una contrazione della domanda di beni di consumo. Tale ipotesi negativa ricalca quanto avvenuto con i certificati di deposito dopo l’incremento dell’aliquota ad essi applicata. Sulla tematica riguardante l’introduzione di eventuali misure volte a incentivare la diffusione degli strumenti di pagamento elettronico, sottopone alla Commissione l’opportunità di vagliare attentamente le osservazioni formulate in proposito dall’ABI, corredate dalle relative statistiche.

L’oratore ritiene infatti che la moneta elettronica possa rappresentare una positiva innovazione, al fine di informatizzare il sistema delle transazioni economiche, ma occorre comunque tenere conto della presenza di ampi strati di popolazione che non impiegano tali strumenti, per i quali potrebbero sorgere obiettive difficoltà. Giudica molto negativamente il passaggio dal sistema delle deduzioni a quello delle detrazioni, rimarcando poi come l’aggravio degli obblighi documentali imposti ai contribuenti per comprovare i benefici spettanti possa addirittura indurre i contribuenti stessi a versare all’Erario somme non dovute. Sottolinea come la riforma del TFR osti alla diffusione dei fondi di previdenza integrativa, senza al contempo fornire alcuna garanzia al lavoratore circa la tempestiva erogazione di eventuali anticipi sulle somme spettanti da parte dell’INPS. Pur condividendo in termini generali l’obiettivo della lotta all’evasione fiscale, ritiene erroneo il ricorso all’incremento delle aliquote, laddove sarebbe preferibile seguire l’esempio di altri Paesi privilegiando l’ottica del contrasto di interessi, nonché della leale collaborazione con il fisco. Pur condividendo le detrazioni di imposta introdotte per le spese di iscrizione alle palestre o per le spese relative agli addetti all’assistenza personale, sottolinea l’esigenza di un oculato ampliamento della gamma delle spese detraibili, invitando il Governo a chiarire i propri orientamenti in materia di agevolazioni sulla tassazione dei canoni locativi. Sollecita altresì un’attenta riflessione sull’introduzione di un’aliquota unica del 20 per cento sui redditi immobiliari, atteso che questi ultimi sono gravati da un complesso di spese di gran lunga superiore a quello che caratterizza gli investimenti finanziari. In termini generali ritiene essenziale abbandonare l’idea di voler colpire il ceto medio sottesa alla manovra, che presenta un’ispirazione erroneamente classista. In tema di tassazione degli immobili, convenendo in parte con le osservazioni svolte dal presidente Benvenuto, suggerisce l’introduzione di una disciplina unitaria a livello nazionale in materia di esercizio delle funzioni catastali da parte degli enti locali: a suo giudizio appare utile stabilire criteri oggettivi di valutazione delle rendite, avvalendosi degli strumenti informatici per la gestione dei dati catastali.

Dopo aver commentato criticamente la disposizione recata dal primo comma dell’articolo 5 della legge finanziaria, che prevede che le rimanenze finali delle opere, forniture e servizi di durata ultrannuale vadano in ogni caso computate in proporzione ai corrispettivi pattuiti, ai fini dell’applicazione dell’imposta sul reddito delle società, la quale non tiene conto dei principi internazionali di contabilità IFRS, esprime una valutazione fortemente negativa della limitazione alla riportabilità delle perdite, in diminuzione del reddito di periodi di imposta successivi, per i soggetti che fruiscono di regimi di esenzione totale o parziale del reddito o degli utili. Tale previsione (il terzo comma dell’articolo 5) determina un’arbitraria riduzione delle perdite riportabili ancorandola alla quota di esenzione applicabile in presenza di un reddito imponibile.

Dopo aver rappresentato l’esigenza di rivedere l’imposta sulle successioni e le donazioni, ingiustamente penalizzante per le imprese, si sofferma sulle disposizioni degli articoli 15 e 16 della legge finanziaria, che determinano a suo parere uno squilibrio nei rapporti tra ENAC e Agenzia del territorio, oltre ad un’indebita proliferazione di enti competenti con danno ai gestori. Segnala inoltre al Governo l’esigenza di riformulare la disciplina fiscale delle auto aziendali, al fine di evitare l’allargamento del contenzioso con i contribuenti, nonché di fornire parametri certi alle imprese per la predisposizione del bilancio di esercizio. Con riguardo alle misure antielusive recate dal cosiddetto decreto Bersani-Visco in relazione alle società di comodo, sottolinea la necessità di rivedere i tassi di rendimento previsti per l’inclusione nella categoria delle società non operative: gli indicatori della redditività di impresa appaiono, a suo giudizio, non in linea con la realtà imprenditoriale e sono tali da penalizzare non soltanto ampi strati dei ceti produttivi ma anche gli stessi risparmiatori. In seguito alla riforma delle aliquote e degli scaglioni IRPEF e la modifica delle detrazioni, rileva che la disciplina introdotta non risolve il problema dell’incapienza dei percettori di redditi bassi, penalizzando i pensionati senza modificare la soglia di povertà; al contrario l’allargamento della base imponibile dovuto all’abbandono del sistema delle deduzioni, determinerà un incremento dei tributi locali. Nel ribadire l’opposizione a nome del proprio Gruppo rispetto al programma economico e finanziario adottato dal Governo, il quale, nella sua impostazione, appare tutt’altro che scevro di contraddizioni interne, preannuncia la presentazione di un rapporto di minoranza.

Il presidente BENVENUTO, in risposta alla sollecitazione del senatore Eufemi, comunica che la relazione trimestrale di cassa è stata trasmessa. Propone di discutere in sede di Ufficio di Presidenza integrato dai Rappresentanti dei Gruppi sull’opportunità di acquisire circostanziate informazioni in merito agli studi compiuti dall’ABI sulla circolazione di denaro contante prevalentemente nel Mezzogiorno. Ritenendo fondate le osservazioni del senatore Eufemi sulla questione dell’incapienza, avverte che prossimamente l’Ufficio di Presidenza integrato dai Rappresentanti dei Gruppi potrà incontrare i segretari generali delle maggiori sigle sindacali dei pensionati. Rivolge infine al relatore Barbolini l’invito a precisare in sede di replica i contenuti e gli effetti delle misure modificative delle aliquote IRPEF e introduttive delle detrazioni di imposta.

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