Intervento in Commissione FINANZE E TESORO
Intervento in Commissione FINANZE E TESORO (6ª) su conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese, approvato dalla Camera dei deputati
Il senatore EUFEMI (UDC) ribadisce le osservazioni già espresse in passato in relazione all’indiscriminato aumento delle aliquote delle addizionali all’Irpef, e delle modifiche al prelievo tributario diretto, che penalizza soprattutto i cittadini delle regioni interessate.
Evidenzia altresì che la maggiorazione dell’aliquota dell’Irap incide negativamente sul costo del lavoro, con ricadute negative sui bilanci delle imprese e sulla complessiva competitività dell’economia nazionale. Al riguardo, nella prospettiva della riduzione del disavanzo nel settore sanitario che interessa le regioni, pone in rilievo l’esigenza che vengano approntate misure alternative all’aumento dell’Irap, con conseguenti benefici non soltanto per gli operatori economici ma anche per i contribuenti. Nel preannunciare la propria astensione, il senatore EUFEMI (UDC), pur ritenendo condivisibile l’obiettivo di rafforzare la responsabilità delle regioni nel programmare e controllare con maggiore efficacia la spesa sanitaria, ribadisce la necessità di prevedere misure alternative all’incremento dell’aliquota dell’Irap, dal momento che il prelievo fiscale ad essa correlato incide, a suo avviso, sui settori produttivi (come quello manifatturiero) con i maggiori livelli occupazionali, determinando pertanto conseguenze negative per la competitività delle imprese italiane.
Il senatore EUFEMI (UDC), espresso apprezzamento per la relazione svolta dal senatore Bonadonna, rimarca che le misure contenute nel decreto-legge incidono su taluni profili dell’autonomia negoziale delle parti, ed esprime altresì la valutazione che la revoca delle concessioni per la progettazione e la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità presenti altissimi profili di rischio in termini di contenzioso amministrativo. Si sofferma quindi su alcune disposizioni, che sono ugualmente riconducibili, a suo giudizio, alle materie di interesse della Commissione. In particolare, osserva che le disposizioni sulla ricarica nei servizi di telefonia mobile, nel vietare l’applicazione di costi fissi e contributi, inducono gli operatori di telefonia a scaricare sugli utenti, per altra via, gli oneri derivanti dai minori ricavi.
Evidenzia inoltre che la disposizione del comma 1 appare suscettibile di determinare un impatto finanziario per l’Erario in relazione ad un minor gettito in termini di IVA, nonché di imposte dirette e Irap, a causa di un minor reddito imponibile in capo alle imprese che erogano i predetti servizi: la norma potrebbe quindi dar luogo a minori ricavi e a minori imposte dirette pagate dagli operatori, e potrebbe far venir meno nuovi acquisti di schede prepagate per rimpiazzare il credito inutilizzabile, con conseguente perdita di gettito IVA. Per quanto riguarda le misure per il mercato delle telecomunicazioni recate dall’articolo 1-bis, introdotto dalla Camera dei deputati, rileva che non è possibile compiere stime in relazione agli effetti finanziari ad esso riconducibili, attesa l’assenza della relazione tecnica. Tale disposizione incide peraltro, sotto altro e distinto profilo, anche sulle autorizzazioni previste per l’esercizio dei servizi di telecomunicazione; in aggiunta, tale tematica sarebbe meritevole, a suo giudizio, di un più ampio approfondimento. In riferimento alla procedura di cancellazione delle ipoteche nei mutui immobiliari, rileva che la semplificazione prevista non appare tuttavia coordinarsi con la previsione dell’imposta di successione, nelle ipotesi in cui il mutuo garantito da ipoteca venga acceso nell’ambito di un procedimento successorio.
PROCEDURE INFORMATIVE
Audizione, ai sensi dell’articolo 47 del Regolamento, del Comandante Generale della Guardia di finanza, in relazione all’affare assegnato relativo all’atto di indirizzo concernente gli sviluppi della politica fiscale, le linee generali e gli obiettivi della gestione tributaria, le grandezze finanziarie e le altre condizioni nelle quali si sviluppa l’attività delle Agenzie fiscali per il periodo 2007-2009 (Doc. CII, n. 1)
Il senatore EUFEMI (UDC) osserva che la relazione svolta dal comandante Speciale ha fornito utili elementi di valutazione sui programmi e gli obiettivi strategici della Guardia di finanza, anche nella prospettiva volta a favorire l’autonomia del Corpo rispetto al potere politico. Giudica quindi molto positivamente il sistema delle verifiche a campagna, che ha notevolmente incrementato l’efficacia del dispositivo di contrasto all’evasione, in sostanziale continuità con quanto svolto anche nel corso degli anni passati in linea con gli indirizzi politici del precedente Governo. Analoga positiva valutazione l’oratore esprime in relazione al rafforzamento della cooperazione internazionale in materia di fenomeni di evasione e di frodi fiscali. Dopo essersi soffermato sull’inerenza ai compiti della Guardia di finanza del controllo sulle segnalazioni anonime, rileva l’importanza di una proficua collaborazione con le agenzie fiscali, ritenendo opportuno intensificare le sinergie con l’Agenzia delle Dogane in chiave di contrasto all’importazione nel mercato italiano di prodotti contraffatti provenienti dall’estero. Tale soluzione si impone, a suo giudizio, anche a tutela dei marchi nazionali.
Seguito dell’audizione, ai sensi dell’articolo 47 del Regolamento, del Direttore dell’Agenzia delle Dogane, in relazione all’affare assegnato relativo all’atto di indirizzo concernente gli sviluppi della politica fiscale, le linee generali e gli obiettivi della gestione tributaria, le grandezze finanziarie e le altre condizioni nelle quali si sviluppa l’attività delle Agenzie fiscali per il periodo 2007-2009 (Doc. CII, n. 1)
Interviene quindi il senatore EUFEMI (UDC) il quale, riportando le affermazioni contenute nella relazione illustrativa svolta dal Direttore dell’Agenzia delle Dogane, chiede di conoscere le ragioni del mancato completamento del sistema telematico A.I.D.A. in riferimento alla materia delle accise. In relazione al sistema di audit doganale delle imprese – sistema che dovrebbe consentire agli operatori ritenuti affidabili di poter svolgere le operazioni doganali in maniera semplificata – chiede di conoscere il motivo per il quale solo pochissime imprese hanno chiesto di poter usufruire di tale modalità semplificata, ritenendo peraltro che tale circostanza ha vanificato sostanzialmente tale operazione. In relazione alle osservazioni sulla semplificazione delle modalità di pagamento, chiede di conoscere le ragioni che non hanno consentito ancora di adottare una serie di misure previste da specifiche norme secondarie, consentendo, ad esempio, l’utilizzo del bonifico bancario. L’oratore esprime inoltre ulteriori rilievi critici in relazione all’adozione del sistema del circuito doganale, lamentando il ritardo con il quale la banca dati viene aggiornata e soprattutto la mancata attivazione di procedure semplificate di controllo nel caso di ripetuto e accertato rispetto delle procedure. A suo parere, infatti, i profili di rischio di determinate merci e di determinate dichiarazioni non vengono aggiornati rispetto ai controlli effettuati, con il rischio di penalizzare gli operatori più corretti. L’oratore svolge poi ulteriori osservazioni circa la riforma della struttura organizzativa dell’Agenzia e la creazione degli uffici unici doganali, ritenendo che in alcuni casi gli obiettivi di razionalizzazione e di semplificazione dell’azione amministrativa siano stati disattesi da scelte alquanto discutibili. Cita a tale proposito i casi degli uffici doganali di Potenza, di Porto Empedocle, di Cosenza e di Avezzano, la cui istituzione e dotazione di personale non appare rispondente agli effettivi carichi di lavoro. Viceversa il caso di Genova, con la costituzione di una gigantesca struttura unitaria doganale che vede l’impiego di più di 300 unità presenta problematicità e criticità che nulla hanno a che vedere con un’azione di rilancio del porto e delle attività economiche dell’entroterra. Conclude il proprio intervento richiamando l’esigenza di una più stretta collaborazione tra l’Agenzia e la Guardia di finanza.