Conversione in legge, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese (Approvato dalla Camera dei deputati)

Conversione in legge, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese (Approvato dalla Camera dei deputati)

Presidenza del presidente MARINI, indi del vice presidente CALDEROLI e del vice presidente CAPRILI

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, desidero porre una questione all’attenzione del Senato. La nostra Costituzione, all’articolo 99, prevede il CNEL quale organo di alta consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Nei costituenti prevalse quindi la proposizione di determinare un contributo, soprattutto in sede di legislazione economica e sociale. Il nostro Regolamento, poi, all’articolo 49, commi 1 e 2, disciplina la questione per quanto riguarda il procedimento in Commissione e, all’articolo 98, per quanto riguarda l’Assemblea. Nei confronti di tutta questa materia vi è quindi una particolare sensibilità.

Premesso ciò, signor Presidente, stiamo assistendo ad una pericolosa deriva rispetto al procedimento legislativo. Abbiamo bisogno di migliorare la qualità della legislazione e tutto ciò invece viene meno, soprattutto quando si rafforza il convincimento di un eccesso di potere legislativo imposto dal Governo con un atto fiduciario rispetto al Parlamento. Non siamo nella condizione di emendare nulla. Su un provvedimento ritenuto di straordinaria importanza dal Governo, da noi certamente un po’ meno rispetto all’impostazione generale, essendo qui in discussione finte liberalizzazioni, non ci viene permesso nemmeno di presentare ordini del giorno, che non possono essere discussi in Commissione perché il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione industria senza neppure il mandato al relatore e senza il parere del CNEL, un organo di rilevanza costituzionale. Senza entrare nel merito di disposizioni importanti, signor Presidente, che vanno dalle licenze UMTS alla TAV, dalle questioni assicurative, che riguardano tutti i cittadini, ad altre questioni come quelle dei mutui, noi non abbiamo nulla.

Sulla TAV, poi, si può aprire un pericoloso e costoso contenzioso, come ha opportunamente fatto notare il Servizio del bilancio. In passato non abbiamo visto un atteggiamento di questo genere da parte dell’attuale maggioranza; anzi, allora si richiedeva il parere del CNEL. Ricordiamo bene nella scorsa legislatura gli interventi che venivano posti in questa direzione. Mi piace sottolineare che non vedo presente il ministro Bersani.

Non stiamo facendo liberalizzazioni: stiamo passando dal capitalismo di Stato al capitalismo regionale.

Non si affronta il problema vero che è quello delle multiutility. Non si affronta il problema delle rendite di posizione. Questa, è stato detto, è un’ultima «lenzuolata». Speriamo non sia l’ultima e che ve ne siano altre, quelle vere, perché si sta andando in direzione di una cooperazione che gode di vantaggi fiscali e che altera la concorrenza proprio perché usufruisce di vantaggi che devono essere rimossi.

Quindi, signor Presidente, poiché manca un parere tanto autorevole, che in passato veniva sollecitato e che oggi invece viene dimenticato, riteniamo questo metodo inaccettabile in quanto mortifica il Parlamento su questioni che toccano la vita dei cittadini e chiediamo pertanto che questo parere possa essere espresso. (Applausi dal Gruppo UDC).

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