Intervento in 6ª Commissione permanente su provvedimenti per il welfare
(1903) Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alla 11a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole)
Preannunciando il voto contrario della propria parte politica, il senatore EUFEMI (UDC) sottolinea che il relatore ha dovuto riconoscere gli elementi di criticità, già richiamati dal senatore Bonadonna nel proprio intervento, primo fra tutti il rilievo, che lui stesso condivide, dell’esigenza di preservare le prerogative del Parlamento nell’elaborazione degli indirizzi di politica legislativa.
Ricorda poi le osservazioni critiche dell’Unione europea sul progetto di riforma previdenziale proposto dal Governo, volte a suggerire una maggiore coerenza con gli obiettivi di contenimento della spesa. Commenta indi criticamente la scelta di ridurre l’età pensionabile, con un indirizzo opposto rispetto alle linee di intervento adottate da altri Paesi europei.
Ad avviso dell’oratore desta inoltre perplessità anche il progetto di riforma degli enti previdenziali, che presenta il rischio di uno squilibrio nell’attività amministrativa e prospetta anche un non trascurabile aumento dei costi legati alle retribuzioni del personale dipendente. Analoghe perplessità suscita anche la formula di copertura degli oneri finanziari, che appare alquanto sommaria.
Il disegno di legge in titolo prefigura altresì un’ingiustificata disparità di trattamento tra lavoratori dipendenti e autonomi, in particolare nella disciplina delle attività usuranti: al riguardo evidenzia anche che essa comporta non trascurabili difficoltà nella quantificazione degli oneri.
Commenta poi criticamente anche la previsione di un aumento dell’aliquota contributiva per i lavoratori del settore privato, contrariamente all’esigenza, che egli condivide, di adottare formule più flessibili nell’imposizione contributiva.
Relativamente all’apprendistato, esprime il timore che le misure proposte presentino un’eccessiva rigidità, senza considerare i profili differenziali dei vari settori produttivi: in proposito occorre, a suo giudizio, prestare una maggiore attenzione alle spese per investimenti effettuate dalle imprese, con l’introduzione di misure di favore.
In conclusione, sottolinea il carattere marginale delle disposizioni, a suo parere condivisibili, concernenti il riscatto del periodo di studi universitari, la concessione dell’indennità di disoccupazione e la totalizzazione dei contributi: tali misure, infatti, non sembrano idonee a incidere in maniera significativa rispetto alle necessità di un mercato del lavoro particolarmente complesso.