Dichiarazione di voto Sen Eufemi  su decreto milleproroghe

Dichiarazione di voto Sen Eufemi  su decreto milleproroghe

Presidenza del presidente MARINI

EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, onorevoli senatori, questo decreto-legge rappresenta un pessimo atto finale della legislatura. Immaginato come strumento di allargamento del consenso, ha finito per dilatarsi a dismisura. Siete riusciti perfino a innovare le procedure di bilancio, introducendo la terza finanziaria, anziché procedere nel senso dell’autoregolamentazione.

Questa, infatti, possiamo considerarla appunto la finanziaria-ter, di ben 105 articoli. Non vi sono soltanto proroghe di termini o misure urgenti e necessarie, ma anche norme ordinamentali, come quelle che riguardano la durata dell’Authority e quelle in materia di responsabilità degli amministratori di società quotate partecipate da amministrazioni pubbliche.

E qui il pensiero va anche al controllo delle municipalizzate e al cosiddetto capitalismo regionale. Non c’è attenzione al serio problema della governance e al regime del doppio controllo, che deriva dal codice civile e dall’azione della Corte dei conti. Inoltre, si rileva l’introduzione di scelte discutibili di stampo localistico e assistenziali, cresciute a dismisura. Queste vanno dagli interventi finanziari a quello specifico destinato agli ammortizzatori sociali per le crisi occupazionali – che non risolverà certo il problema di Malpensa, ma ha condizionato l’azione del Gruppo della Lega fino al voto determinante che ha salvato il provvedimento dal possibile ritorno alla Camera -, alle misure per l’emergenza rifiuti in Campania, agli interventi più consistenti per il Policlinico di Roma (250 milioni di euro sfuggiti all’attento senatore Gramazio).

Sull’emergenza abitativa non si è guardato alla realtà ma alla demagogia. Certo, non mancano misure come il credito d’imposta sugli investimenti o quella da noi sostenuta sulla rottamazione auto, che ha superato i veti e l’ostruzionismo dei Verdi. È stata persa però l’occasione per reintrodurre gli incentivi CIP 6 per i termovalorizzatori di tutte le Regioni e non quelli della sola Campania. Condividiamo alcune scelte relative all’edilizia per le Forze armate e alla possibilità per la Croce Rossa di essere riconosciuta nel registro del volontariato, perché consente di dispiegare la vasta azione del volontariato in ambito locale nei limiti della sua specifica attività. È vero che è un provvedimento del Governo modificato pesantemente in sede parlamentare alla Camera. Ciò ha fatto perdere di vista ogni equilibrio finanziario. Sono stati asciugati i fondi globali ipotecando le scelte future.

Questo decreto può essere considerato uno sportello elettorale cui molti hanno attinto e che ha determinato non solo il parere formale contrario della Commissione bilancio, ma un effetto pesantemente negativo sul fabbisogno e sull’indebitamento della pubblica amministrazione per il 2008.

La mancanza dei prospetti di copertura e adeguate valutazioni della Ragioneria generale dello Stato, costretta a imbarazzati silenzi, ne sono una chiara dimostrazione. E che dire della sanatoria retroattiva camuffata da deroga per la posizione dei concessionari? Non si sta dalla parte dei contribuenti, ma si preferisce sanare gli errori dei concessionari in violazione dello Statuto del contribuente. Ma l’aspetto più negativo di questo decreto è rappresentato dalla votazione dell’ordine del giorno sull’uso del cosiddetto tesoretto attraverso un decreto-legge per intervenire nel corso della campagna elettorale, come ha sostenuto poco fa l’onorevole Bertinotti, condizionando l’orientamento degli elettori. In quella votazione abbiamo registrato anche il tentativo di continuare nella dilapidazione delle risorse pubbliche prima di una corretta e attenta valutazione del quadro di finanza pubblica, già pesantemente pregiudicato da quelle norme che vi accingete ad approvare, prive di copertura finanziaria.

E come sottovalutare il clamoroso errore politico registrato stamani allorquando due partiti, dispiegati nella esaltazione del partito unico, hanno assunto un atteggiamento di voto divergente e contrastante, determinando una crepa pericolosa su comportamenti che avrebbero dovuto avere ben altra linearità e condivisione su scelte fondamentali nella prospettiva dell’azione di Governo che rischia di essere pesantemente condizionata dal voto odierno? È tempo di guardare alla famiglia con misure serie, incisive, profonde, di programma e non estemporanee, alla famiglia come entità fiscale, prevedendo una no tax area legata ai bisogni.

I partiti non si costruiscono con operazioni di marketing elettorale. E allora oggi avrebbe dovuto prevalere rigore e senso di responsabilità in chi ha a cuore il risanamento finanziario del Paese, senza pregiudicare le possibilità di ripresa, un vero autentico comportamento bipartisan che prendesse le distanze dalle scelte che vi accingete ad approvare, determinando le condizioni per la decadenza del decreto.

Hanno prevalso, invece, i reciproci condizionamenti in analogia a quanto sta avvenendo nei comportamenti elettorali, scaricando gli oneri sulla finanza pubblica laddove la spartizione del contenuto del bottino di questo decreto rappresenta la prova che non hanno prevalso le ragioni del Paese e quelle del bene comune ma la logica degli interessi e delle convenienze. Onorevole Presidente, il decreto-legge in esame è il fallimento dell’azione di questo Governo, incapace di affrontare i problemi del Paese, capace solo di dilapidare due anni di crescita, di sperperare un extragettito e di determinare un’inflazione record insieme a una pressione fiscale che supera il 44 per cento.

Per queste ragioni il Gruppo UDC esprime il voto contrario sul provvedimento, che non affronta i problemi reali del Paese e dimostra l’inefficienza del Governo e della maggioranza. Per queste ragioni riteniamo di fare un servizio utile al Paese -ripeto – votando contro la conversione in legge del decreto-legge n. 248. (Applausi dal Gruppo UDC e del senatore Polledri).

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