Il voto di Trento: un modello invisibile
Il risultato elettorale di Trento è stato contrabbandato per l’affermazione di un nuovo modello: quello dell’alleanza tra PD e UDC. L’azione mediatica ha l’obiettivo di creare le condizioni per una alleanza di nuovo conio risucchiando l’UDC ormai senza identità nelle alleanze a sinistra, soprattutto nella prospettiva delle regionali del 2010. Quello che possiamo affermare senza remore è che il risultato di Trento è esclusivamente il successo di Dellai. Lo dimostrano i venti punti di differenza rispetto al candidato leghista della PDL (56 per cento contro il 36,5 per cento). Dellai avrebbe vinto anche senza l’UDC.
Lo dimostra l’apporto dell’UDC al risultato finale delle provinciali di Trento che è assolutamente marginale. E’ infatti rimasto in quel partito solo un terzo della base originaria dunque un 1,5 per cento. I presunti voti senza rappresentanza – perché non vi è stata la presentazione della lista elettorale – saranno premiati con un assessorato. E’ stata di colpo cancellata la storica posizione di Tarolli in contrapposizione a Dellai, ma in politica mai dire mai!. Anche se l’UDC avesse mantenuto il risultato delle elezioni precedenti sarebbe stato ininfluente. Tanto più ora dopo la evidente perdita di consensi, come quelli si visibili e riscontrabili nel successo elettorale Pino Morandini, primo degli eletti di Forza Italia con 5.000 preferenze, oltre quelli del centro popolare di Renzo Gubert. Altro che il vincente modello Trento come è stato affermato. Questa operazione non ha nè senso né prospettiva politica. Conferma semmai la deriva di un partito – l’UDC – che privo di linea politica è ormai entrato nel vortice del PD, vero vincitore delle elezioni, che ha saputo costruire un successo attraverso un candidato vincente. E’ una rinnovata operazione alla Prodi su scala locale. Dellai ci ha messo la faccia, il PD l’apparato e l’UDC la partecipazione virtuale con premio finale.
Roma, 11 novembre 2008