Il voto alle regionali in Sardegna

Il voto alle regionali in Sardegna

La vittoria della coalizione PDL in Sardegna è stata netta e inequivocabile, soprattutto perché è stato battuto il Presidente uscente, seppure in un voto anticipato che sanciva le debolezze e le divisioni della coalizione di sinistra. E’ un successo che rafforza il governo Berlusconi, indebolisce la opposizione perché porta alle clamorose, anticipate dimissioni di Veltroni. Il successo della coalizione di centro destra, maturato pur in presenza di una minore affluenza alle urne cifrata in 4 punti percentuali, è spalmato su tutte le forze, è rafforzato dalla cifra elettorale raggiunta non solo dall’UDC, ma anche dai riformatori con un prestigioso 7,2 per cento, dal Movimento per le autonomie di Lombardo con l’1,8 per cento, dalla lista UDS-PSI 3,3 per cento oltre che il 4 per cento del Partito sardo d’azione. A questi risultati positivi si contrappone una caduta della PDL dal 42,4 delle politiche all’attuale 30,2. E’ un dato su cui riflettere.

Nel successo della coalizione è stata determinante la scelta elettorale dell’UDC. Questo dimostra che il ruolo naturale di questo partito è nel centrodestra. L’elettorato lo ha premiato per questo. Sul piano dei numeri l’8,8 per cento è inferiore al 10,28 per cento delle regionale del 2004, ma sensibilmente superiore al 5,6 per cento registrato alle elezioni politiche del 2008 con la scellerata posizione terzo polista.

La lezione abruzzese è state tenuta in debito conto e la pronta virata ha portato al risultato positivo, premiato dagli elettori che non vogliono ambiguità. Il significato del voto regionale in Sardegna acquista dunque valore ben maggiore rispetto a quello locale sopratutto dopo la scelta di Mastella di correre alle europee con il Partito delle Libertà.

Se il voto regionale in Sardegna ha portato evidenti novità; altre ne deriveranno dalle elezioni europee, perché il corpo elettorale italiano è in forte movimento e riflette quello dei corpi sociali, della crisi economica e delle difficoltà della sinistra di interpretare la società italiana.

Roma, 17 febbraio 2009

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