In attesa di Bretton Woods due dal Gold standard al legal standard

In attesa di Bretton Woods due dal Gold standard al legal standard

Il G7 dei giorni scorsi ha posto le basi del prossimo G20 . E’ stata auspicata una Bretton Woods due e quindi una migliore struttura del sistema monetario internazionale che tenga conto delle accentuate interdipendenze dell’economia globalizzata. 

Ciò richiede nuove relazioni fra gli Stati membri della Comunità internazionale, soprattutto un nuovo spirito di cooperazione che muova dal ridimensionamento della leadership finanziaria americana. Non va tuttavia dimenticato che Bretton Woods fu minata dalla decisione unilaterale di Nixon di Camp David del ferragosto del 1971. 

Con il dollar standard derivarono spinte protezionistiche e per l’Europa minore crescita economica e minori esportazioni. Nell’attesa del G20 assistiamo in questa settimana a pesanti rovesci domestici del corso dei titoli azionari del settore bancario. Le fluttuazioni dei valori azionari possono ripercuotersi sulla solidità degli intermediari finanziari e in particolare delle banche. Tutto ciò ha il significato di riportare con i piedi per terra i dispensatori di ottimismo. Nei risparmiatori non si è ricreato un idoneo clima di fiducia verso coloro che sollecitano terapie inadeguate e non possono essere somministrate dai responsabili del contagio. I risparmiatori esigono trasparenza nella gestione e soprattutto nella governance delle aziende bancarie. Non si può far finta di nulla; come se nulla fosse accaduto. Invece non si riscontra discontinuità. E’ indubbio che in ambito internazionale occorre porre attenzione ai paradisi fiscali, reintrodurre regole cogenti alla espansione del credito e rimuovere le condizioni di fragilità insite nel ricorso all’indebitamento da parte del settore privato non finanziario e soprattutto accentuare una maggiore rilevazione nei bilanci delle banche di valori soggetti al rischio di brusche correzioni che ne minano la stabilità.

E allora, in attesa, di raggiungere quegli obiettivi di regolamentazione delle innovazioni finanziarie che hanno aggirato i controlli delle autorità e l’attuazione di politiche prudenziali che necessitano di una più stretta cooperazione fra le autorità, nulla vieta al nostro Paese di essere più virtuoso nella azione di controllo assumendo iniziative più stringenti nella pulizia dei bilanci dai titoli tossici recuperando quella fiducia che i risparmiatori esigono ora, senza attendere Bretton Woods due.

Roma, 18 febbraio 2009

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial