La trasformazione del regime transitorio, con scadenza 2010, in regime definitivo per l’IVA agevolata nella edilizia rappresenta un grande successo per il Governo per un insieme di motivi.

Innanzitutto è un fortissimo volano per il comparto edilizio che in un momento di crisi acquista un forte significato anticiclico in termini di occupazione e di spinta alla economia soprattutto mentre si stanno mettendo in campo grandi scelte strategiche per la casa.

Assume forte rilievo nella lotta alla evasione fiscale che si annida nel settore rendendo più convenienti le fatturazioni, attraverso il contrasto di interesse. Sul piano interno la decisione comunitaria andrebbe completata con la rimozione del limite di 52.000 euro nelle detrazioni fiscali su cui si applica il 36 per cento irpef nelle ristrutturazioni edilizie. Le due misure si integrano e si completano e raggiungono un più forte obiettivo nella trasparenza e nella chiarezza.

Non va inoltre dimenticato che con la stessa decisione dell’Ecofin è stato lasciata libertà agli stati membri dell’Unione di intervenire con Iva ridotta nei settori della ristorazione, delle piccole riparazioni, della pelletteria e delle cure della persona. Sono tutti settori importanti per la nostra economia perché ad alta intensità di lavoro che vede protagoniste micro e piccole imprese e il vasto mondo della cooperazione. La tassazione ridotta non mancherà di produrre benefici effetti nel sostegno a comparti importanti della nostra economia.

Tutto ciò va inquadrato nel complesso delle misure volte a fronteggiare la crisi. I cittadini possono finalmente constatare che l’Unione sembra avere messo da parte la fase dell’eccessiva attenzione sui giudizi e sulle pagelle dei singoli Stati per guardare con più concretezza ad affrontare con decisione la crisi economica dell’Europa.

Roma, 10 marzo 2009