La riforma di Obama e le sfide per l’Unione Europea
Barack Obama non ha perso tempo. Ha scelto la via della trasparenza. E’ intervenuto prontamente con una grande riforma sui meccanismi di controllo dei mercati finanziari e soprattutto per il consolidamento della vigilanza bancaria a tutela della stabilità sistemica. Tutto ciò segna un punto di svolta non solo per gli Stati Uniti ma anche per l’Unione Europea chiamata ad assumere prossimamente scelte altrettanto decisive. Obama ha preso atto degli eccessi della rivoluzione finanziaria degli ultimi trenta anni, con l’onda anomala di innovazioni finanziarie e di deregolamentazioni fino ad allora ingabbiate dalla legge Glass-Steagall del 1933, introdotta dopo la grande crisi del 1929. Come a dire che c’è bisogno di crisi profonde per intervenire per riequilibrare i mercati, soggetti alla instabilità, ridefinendo il ruolo delle componenti essenziali del sistema finanziario come sono le banche.
Obama ha voluto restituire fiducia al sistema partendo dalle regole riportando dentro il perimetro dei controlli ciò che era sfuggito alla vigilanza del sistema soprattutto attraverso prodotti finanziari rischiosi assorbiti da entità non bancarie.
Paul Volker, ex presidente della Riserva Federale, in una audizione parlamentare del 1991, sottolineò preoccupato che le banche Usa erano in pericolo di perdere la massa critica di capitale e attività che era necessaria come forza di stabilizzazione in fase di tensioni economiche, ma fu inascoltato. I governanti dell’Unione Europea sappiano trovare il coraggio necessario rafforzando i poteri della BCE conferendo poteri e strumenti indispensabili per una vigilanza europea che superi gli egoismi e i nazionalismi dei singoli Stati.
E’ bene che Tremonti al G8 che si terrà a l’Aquila assuma una posizione ancorata ad un forte europeismo nel segno del rafforzamento di istituzioni europee forti ed efficienti vincendo le permanenti resistenze britanniche. L’Unione Europea colga l’occasione della grande crisi generata dal mercato finanziario USA per rafforzare e vigilanza europea e dunque la stabilità finanziaria che è anche politica per proseguire nel cammino europeo. Roma 23 giugno 2009