Nell’UDC si fa strada il CNL antiberlusconiano
Le parole del responsabile degli enti locali dell’UDC che afferma “per superare l’anomalia politica sono immaginali e percorribili alleanze “ a tempo “ finalizzate a superare l’attuale quadro politico” vanno lette nel giusto significato. L’informazione dell’UDC ruota esclusivamente intorno a Casini quindi è difficile che la dichiarazione possa essere considerata una iniziativa autonoma o una fuga in avanti. Era di certo diverso se lo avesse detto Tabacci, Pezzotta o Adornato espressioni di storie politiche più contorte e complesse, sinista politica di base il primo, si natura sindacale il secondo e approdo recente il terzo.
Se questa affermazione muove dall’attuale responsabile degli enti locali che in passato, nel 1998, ha rotto con il CDU di Buttiglione per aderire al CCD di Casini, in occasione della nascita dell’UDR di Cossiga perché considerava tale esperienza uno scivolamento verso sinistra e poi nel 2000 candidato del centro destra berlusconiano alla presidenza della Regione Umbria c’è da riflettere.
Se le parole hanno un senso significa che l’UDC sta cercando di mettere le mani in avanti. Significa che l’obiettivo politico da far digerire ai militanti agli iscritti e ai dirigenti in vista delle regionali del 2010 è la costituzione di un CNL antiberlusconiano, cercando di far pace con la coscienza. Bella coerenza per un partito, il CCD, che nei suoi manifesti enfatizzava lo slogan “coerenti e chiari”; ma quelle erano altri tempi, altre elezioni regionali.
Intanto Giorgio La Malfa ha fatto un passo in questa direzione, ma pretende una improbabile cessione di sovranità dal leader dell’UDC.
Ora sono necessarie belle parole come “a tempo” e “nuovo quadro politico” per addolcire la pillola e per mascherare l’apertura a sinistra attraverso il CNL del 2010, il disperato tentativo di uscire dalla palude.
Roma, 29 settembre 2009