Il voto sullo scudo: il gol mancato di PD e UDC
E ‘ necessario tornare sul risultato del voto alla Camera sullo scudo fiscale. Non era un voto improvviso, ma calendarizzato. Tutta Italia sapeva che venerdì alle 13 si sarebbe votato alla Camera. Le numerose, eccessive assenze nella maggioranza sono state bilanciate da quelle, determinanti, delle opposizioni. Non hanno tuttavia lo stesso valore e significato.
Sono state troppe da ambo le parti. Troppi deputati in missione. Troppi malati. Troppi distratti, Si registrano poi assenze pesanti e dunque tanti dubbi su deputati-avvocati, deputati-attori, deputati-imprenditori, deputati-atleti, deputati-dirigenti. Non v’è dubbio che la eventuale bocciatura del provvedimento avrebbe minato il Governo su un punto politicamente rilevante. Dunque si è assunto una grave responsabilità chi nella maggioranza ha messo a rischio la tenuta del Governo e ha preferito la strada dell’assenza piuttosto che esprimere un eventuale libero dissenso nel voto. Diverso è il significato delle assenze delle opposizioni e qui sorgono ragionevoli dubbi. Visto il protrarsi dei lavori e l’escalation dello scontro parlamentare v’era tutto il tempo per far rientrare chi era in missione, chi era in giro per l’Italia e anche all’estero ove fosse stato incautamente autorizzato.
Se la battaglia è frontale si dispiegano tutte le forze sul campo, si fa preventivamente la conta dei presenti e degli assenti. Sorge il ragionevole dubbio che non vi sia stata leggerezza, soprattutto in una era di telecomunicazioni avanzate con deputati dotati di telefonini, smart-phone, internet e super communication e quanto consente loro di seguire passo passo, in ogni angolo della terra il corso dei lavori a Montecitorio. E’ altro dubbio sorge quando i capigruppo, nel caso particolare, Soro per il PD e Casini UDC colpevolizzano gli assenti, rispettivamente 22 su 215 e 6 su 37. Mi domando dove erano quando parlavano in aula. Era sufficiente girare lo sguardo in Aula e fare la conta dei presenti per chiedere un immediato rientro. E’ veramente arduo pensare che il capogruppo Casini non si sia preoccupato nel non vedere l’On. Libè, o l’On. Bosi o l’On. Ruggeri. C’era tutto il tempo per fare le verifiche preventive. Dunque la responsabilità è in primo luogo di chi ha compiti di direzione e guida dei gruppi parlamentari. Di chi doveva avere il quadro della situazione e non ha assunto le iniziative necessarie.
Fa sorridere che Casini auspichi le elezioni anticipate e poi l’UDC come la squadra di calcio che fa tanto gioco e possesso palla al momento favorevole per far gol, butta la palla in tribuna. E sullo scudo fiscale si è verificato proprio questo: tante parole, tanto sterile gioco parlamentare e nessun gol. E’ un risultato da ufficio inchieste!.
Roma, 6 ottobre 2009