Le elezioni regionali e i nodi irrisolti
A pochi mesi ormai dalla importante tornata di elezioni regionali che rappresentano per il governo nazionale un rilevante momento di verifica sul consenso dell’Esecutivo non sono state decise le candidature dei cosiddetti governatori. Si stanno accumulando eccessivi e pericolosi ritardi. Neppure per la Regione Lazio colpita da una crisi traumatica che ha investito il Presidente uscente si sono ancora definiti competitori. Ancora una volta si guarda all’appeal, all’indice di gradimento delle persone, alla demagogica costruzione della sfida tra donne, piuttosto che ai relativi programmi.
Per il Lazio significa innanzitutto definire una posizione chiara sulla Sanità. Anziché rimpallare le responsabilità sull’origine del deficit tra le varie delle coalizioni che si sono avvicendate, sarebbe bene che si dicesse alla opinione pubblica come si procede sul piano di rientro, nella razionalizzazione della rete ospedaliera, che tipo di sanità si vuole realizzare, se si vuole mettere fine alla anarchia delle ASL che sembrano più stati autonomi che aziende in collegamento con l’amministrazione regionale per affrontare e risolvere i bisogni della comunità e dunque autenticamente al servizio del cittadino. Dovrebbe poi essere fatta chiarezza sulle addizionali regionali. Si intendono mantenere questi balzelli oppure no?. Si intendono assumere impegni precisi in questo senso oppure no? Si è in grado di dare una risposta preventiva a questi interrogativi evitando improvvisazioni?. C’è bisogno allora di personale politico che conosca la complessa macchina regionale, capace di affrontare la sfida della crisi economica e sociale, di dare un obiettivo di speranza alle giovani generazioni, di restituire dignità alla politica.
Sono questi gli interrogativi che richiedono risposte urgenti piuttosto che baloccarsi nella individuazione di candidato o candidata governatore che risponde più ai requisiti del marketing e del reclutamento televisivo piuttosto che alle capacità e alle esperienze maturate sul campo del campo della politica. Le elezioni regionali possono rappresentare una inversione di tendenza per una correzione della rotta, per recuperare un diffuso disagio nell’elettorato, per iniziare un nuova stagione della politica. Sarebbe un grave errore politico sottovalutare questi aspetti.
Roma, 4 novembre 2009