Regole forti e contabilità trasparente per una nuova governance internazionale

Regole forti e contabilità trasparente per una nuova governance internazionale

Mentre Obama è molto determinato in una riforma sulla finanza che punta a nuove regolazioni sui rischi con la conseguenza dirette sui dividendi bancari, In Italia assistiamo al paradosso di azionisti che sollecitano utili più ricchi, costi quel che costi senza preoccuparsi minimamente degli effetti della propagazione della crisi finanziaria sul sistema industriale e sulla economia reale. Tutto ciò solo per alimentare il bancomat della spesa degli azionisti. 

Come se la crisi fosse già finita e la ripresa fosse impetuosa fino al punto di riportarci al punto di partenza. Purtroppo non è così. C’è un manifatturiero che soffre e che cerca di riposizionarsi nei nuovi mercati pur nelle difficoltà. Non è facile. Ciò richiede un sistema finanziario che non guardi solo a se stesso ma guardi al Paese, abbia la responsabilità di farsi partecipe della crisi assumendo atteggiamenti non di chiusura, ma di attenzione, con condizioni più favorevoli, allentando la corda del credito piuttosto che stringerla. 

La ripresa passa attraverso una piena sinergia tra impresa bancaria e impresa industriale. La prima non può penare di fare a meno della seconda così come il comparto dei servizi non può prescindere dalla industria. La ripresa sarà più intensa se tutti faranno la propria parte. Se non prevarranno gli egoismi di parte. Avrà poco senso distribuire oggi ricchi dividendi fatti sulla pelle del malato solo per soddisfare azionisti voraci. Non si può far morire l’ammalato di asfissia ponendo a rischio lo sviluppo del Paese e la sua capacità di superare le difficoltà di una crisi che è originata da eccessiva disinvoltura finanziaria per la rimozione di regole e principi. Soprattutto negli Stati Uniti con la Glass Steagll Act era stata garantita stabilità sistemica. 

L’azione del Ministro Tremonti appare condivisibile e ispirata a forte responsabilità. Di fronte allo spostamento del baricentro delle economie nazionali, sono gli Stati e per quanto ci riguarda l’Europa unita nell’Euro, che devono assumersi la responsabilità di scelte rigorose garantendo il funzionamento del sistema in una economia globalizzata con una nuova governance internazionale adeguata allo strapotere del capitalismo finanziario globale. Intanto è bene assumere regole forti e contabilità trasparente per fare piena luce all’interno dei bilanci, alzando le barriere dei controlli. Sono stati fatti passi avanti nelle diagnosi, ma oggi non è più tempo di automedicazioni, ma di forti dosi di medicina preventiva creando condizioni strutturali idonee ad evitare i rischi della convivenza con l’instabilità finanziaria.

Roma, 3 febbraio 2010

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