L’UDC e il nucleare
Nei giorni scorsi il segretario dell’UDC ha richiamato sollecitamente il candidato Presidente della Regione Lazio per una presa di distanza sulla questione dei diritti civili e in particolare delle coppie di fatto su cui la stessa Polverini aveva manifestato aperture in contraddizione con il programma precedentemente sottoscritto nella veste di accordo ad personam.
Non vi è stata analoga tempestività su una questione che ha investito la Puglia, laddove il candidato Presidente Poli Bortone, ribadiva la sua contrarietà al nucleare. Non è cosa di poco conto sia perché Poli Bortone è sostenuta in Puglia dall’UDC, sia perché il partito di Casini è fermo sostenitore della opzione nuclearista ribadita nei programmi e nelle scelte congressuali, sia perché si sbriciola il castello delle argomentazioni portate avanti in questi anni contro il “partito dei no” sul nucleare come sulla Tav salvo poi stringere contraddittorie alleanze elettorali in Puglia come in Piemonte.
La questione del nucleare è questione centrale perché si intreccia con le scelte energetiche nazionali, con l’irrisolto problema delll’articolo 117 della Costituzione rispetto alla legislazione concorrente, e dunque con l’ambiguo rapporto Stato Regioni. Obiettivi di carattere nazionale come i piani energetici e le reti di distribuzione richiedono coerenza tra politiche nazionali e politiche regionali. La ricerca di idonee caratteristiche morfologiche del territorio, che non tutte le Regioni possiedono, non può rappresentare un ostacolo aggiuntivo e insormontabile rispetto alla localizzazione e realizzazioni dei siti. Tutto ciò viene meno proprio nella Regione Puglia dove il Partito di Casini si pone come terzo polo attraverso il sostegno al candidato Presidente che ha ribadito la propria posizione, che nonostante sia nota al partito di Casini preferisce soffocarla per renderla irrilevante. Vanno posti alcuni interrogativi. E’ una posizione personale della Poli Bortone e del suo movimento Io Sud?. E’ stato sottoscritto un programma e su quali punti? E’ anche questo un caso di programma ad personam?. Quale solidità può avere un accordo che resta ambiguo e contraddittorio su una questione così centrale per lo sviluppo del Paese? L’intesa “Io Sud e UDC” non assume forse gli stessi connotati leghisti che il partito di Casini,a parole, osteggia ?. Non è forse uno strappo lacerante rispetto al tessuto nazionale che si vuole enfaticamente ricucire?.
Roma, 9 febbraio 2010