Eppur parlavano di sfiducia costruttiva…
Per uscire dal terreno scivoloso della propaganda e della contrapposizione frontale, mentre il countdown avvicina l’appuntamento del 14 dicembre, pare doveroso soffermarsi sull’istituto della sfiducia costruttiva quello che si verifica “quando una maggioranza può sfiduciare il Governo solo se è capace di indicarne uno nuovo”.
Il programma dell’UDC di Casini, non quello di un secolo fa, ma quello di marzo 2008, quindi delle ultime elezioni politiche, al capitolo Istituzioni prevedeva di “conferire maggiore stabilità al Governo attraverso la previsione della sfiducia costruttiva” coerentemente con una linea politica che si ispira al modello tedesco.
Il 13 luglio 2008 nella convention delle 12 fondazioni fra cui Astrid Italianieuropei, Quarta Fase Liberal, Glocus, Fondazione Basso, Istituto Sturzo si riunivano per affrontare il problema di un “governo parlamentare razionalizzato” e l’istituto della mozione di sfiducia costruttiva rientrava nell’ambito di quel disegno riformatore.
Lo stesso Franceschini primo firmatario della mozione di sfiducia che sarà esaminata alla Camera, rivendicava in passato la scelta di avere puntato sulla sfiducia costruttiva quando si trattava di affrontare le nuove regole costituzionali.
Oggi quelle indicazioni sembrano scomparse dall’agenda politica.
Forse è il caso di dare sostanza a quei desiderata insieme alla indispensabile autodisciplina dei partiti che, unita ad una sperimentazione concreta, costituisce la vera autentica riforma per un’etica dei comportamenti che rappresenterebbe la vera svolta istituzionale del Paese.
Il 14 dicembre, allora, diventerà non solo il momento più alto della incoerenza tra enunciazioni e comportamenti, tra programmi e realizzazioni, tra propaganda e serietà, ma passerà alla storia parlamentare per una operazione politica e parlamentare finalizzata più a distruggere che a costruire.
Roma, 28 novembre 2010