Il Governo dei tecnici non sostiene la candidatura olimpica di Roma 2020
E’ ovvio che la mancata garanzia del governo alla candidatura olimpica di Roma del 2020 non può essere addebitata alla responsabilità del sindaco Alemanno. Ha fatto quanto poteva fare. Non poteva fare molto rispetto ad una mancata coesione politica nazionale unita ad assenza di sentimento comune.
E’ il Governo dunque che è assunto la grave responsabilità del no con le motivazioni delle turbolenze dei mercati finanziari e di rischi conseguenti.
Quanti si sono spesi per la candidatura non possono rimproverarsi nulla. Certo era una occasione importante di modernizzazione per la città per dotarla di nuove, seppure limitate essenziali infrastrutture, anche con una Olimpiade discreta, meramente esaltatrice dei valori sportivi, senza eccessi, senza esagerazioni, senza necessariamente stupire ad ogni costo. La cornice e la storia avrebbero dovuto prevalere sullo spettacolo artificiale.
Le olimpiadi invernali del 2006 furono un regalo dell’Avvocato Agnelli alla città di Torino e al Piemonte. A Roma è mancata una personalità di quel prestigio capace di coniugare vasti interessi, suscitare emozioni, coinvolgere una intera città.
Forse i cittadini romani sono rimasti estranei alla decisione. Il piano di sostenibilità delle opere non è stato sufficientemente diffuso. I romani hanno visto il pericolo di nuovi pluriennali disagi, già sperimentati con i mondiali di calcio del 90, poi con altri grandi eventi ; hanno percepito che ci sarebbero stati i soliti beneficiari del grande business; hanno intravisto il pericolo di nuove speculazioni dietro l’evento sportivo.
Le esperienze del passato hanno insegnato molto. Le vicende dei mondiali di nuoto sono ancora troppo vive per essere dimenticate.
Semmai la lezione che si può trarre dalla vicenda è la differenza tra Governo tecnico e Governo politico.
Un Governo politico non si sarebbe tirato indietro. Non avrebbe aspettato l’ultimo giorno.
Roma, 14 febbraio 2012