Le dimissioni del presidente della giunta regionale del Lazio Renata Polverini rappresentano l’atto finale di una crisi senza via di uscita.Eppure fino al momento dell’intervista del tg3 al leader dell’udc Pierferdinano Casini non si coglieva il precipitare degli eventi.Incalzato da Bianca Berlinguer, Casini si rifugiava in calcio d’angolo, esprimeva solo una opinione personale sulla opportunità delle dimissioni, ma lasciava all’esecutivo udc del giorno successivo, e dunque al partito regionale, la decisione finale e la responsabilità di aggiungere le firme dell’udc al quorum necessario oppure revocare il sostegno alla maggioranza di cui faceva parte per chiudere la esperienza del governo regionale di Renata Polverini.Come se su una vicenda che toccava cosí profondamente la questione morale, che aveva portato il cardinale Angelo Bagnasco oggi stesso a giudizi severi sulle corruttela, sugli scandali, sul malaffare, sulla zavorra di fango che portava alla crisi istituzionale della Regione Lazio, la parola del leader Casini potesse essere una opinione personale subordinata ad un aspetto di politica locale e rimessa dunque al rispetto delle regole democratiche del partito nonostante le prese di posizioni di Rocco Buttiglione e Savino Pezzotta che avevavo anticipato perentoriamente la linea Udc spiazzando il cerchio magico del CCD.Casini faceva anche intravvedere l’auspicio di un impossibile abbinamento nella primavera 2013 delle elezioni politiche nazionali con le elezioni regionali per il Lazio per godere di qualche vantaggio nel tenere la linea politica ed economica del governo Monti piuttosto che affrontare una contesa elettorale incentrata e condzionata da aspetti torbidi come quelli che hanno portato alla implosione del pdl trascinando nella crisi tutte le forze politiche e l’intero sistema partitico.L’operazione non é riuscita. Non é riuscito neppure il disegno di chi voleva tenere in vita il governo regionale dietro la giustificazione di completare l’operazione tagli alla politica per guadagnare tempo cosí da giustificare l’abbinamento elettorale, illudendo fino all’ultimo la opinione pubblica su improbabili azioni riformatrici.Cosí come non é riuscito il tentativo di salvare Renata Polverini ponendo l’Udc nella posizione di arbitro assoluto della situazione.Renata Polverini con la conferenza stampa delle 19,30 ha giocato una “sua” personale partita mediatica spiazzando alleati ed avversari. Ha scaricato il Consiglio salvando la Giunta, come se l’operato del governo regionale fosse senza ombre e le scelte politiche operate fossero condivisibili e non invece contraddittorie, lacunose, inadeguate.Le cose sono precipitate. La stessa Polverini ha affermato di avere maturato la decisione irrevocabile nella giornata di domenica.Dunque i conti non tornano. La crisi é piú vasta perché investe il sistema politico nella articolazione del modello regionale e richiede un processo riformatore incisivo e non rinviabile che va oltre la cronaca di questi giorni.Roma 24 settembre 2012 |