Gli eccessi di Casini
Nonostante la benevola attenzione della conduttrice di otto e mezzo, il leader dell’UDC non ha potuto sottrarsi alle incalzanti domande del giornalista dell’Espresso Marco Damilano. Lo spazio mediatico del lunedì non è servito a diffondere facili slogan.
Il leader dell’Udc è apparso in difficoltà, in posizione difensiva. Forse si aspettava un clima più accomodante. E’ stato costretto ad ammettere il vero risultato delle elezioni regionali in Sicilia che è di profondo insuccesso in valori assoluti considerata la perdita secca di 130 mila voti, rispetto alla cifra percentuale raggiunta che è però deformata da astensioni superiori al 50 per cento.
La questione più penetrante e insidiosa posta da Damilano è stata quella relativa alla leadership rispetto ai partiti personali, alle elezioni primarie come selezione della classe dirigente. Tutti fanno primarie anche Grillo fa quelle telematiche ma Casini le ritiene superflue. Dunque rispetto alla lista per l’Italia non ci saranno primarie. Tutto sarà affidato alla cooptazione. Significa che l’UDC difenderà il fortino rifiutando qualsiasi messa in gioco, qualsiasi messa in discussione rispetto ad un centro aperto ai notabili. Certo mettere in parallelo la funzione ed il ruolo di Grillo e Casini nei rispettivi partiti o movimenti potrebbe apparire ardito e irriverente, ma per entrambi la situazione di leadership senza “atti notarili” è straordinariamente convergente.
Certo affermare che la politica non ha bisogno delle primarie perché le elezioni sono il termometro del partito potrebbe avere un qualche significato se dopo un qualsiasi passaggio elettorale le leadeship possano essere messe in discussione nelle sedi di partito, ma siamo ben lontani da tutto ciò .
Tutta la partita di Casini si gioca allora sul sistema elettorale per determinare il premio di maggioranza solo al raggiungimento del 42,5 per cento; nella attuale situazione guardare ad un quorum alto significa puntare ad un risultato di paralisi per giocare la partita successiva nelle segrete stanze dei Palazzi della politica: la stanza dell’inciucio. Altro che governabilità; altro che scelta affidata agli elettori!!!
Ancora una volta abbiamo assistito ad un eccesso di tatticismo, eccesso di personalismo, eccesso di leaderismo, eccesso di immobilismo.
Roma, 6 novembre 2012