Se i cattolici in Parlamento dormono…

Se i cattolici in Parlamento dormono…

Oggi tutti si scandalizzano per la norma assurda sull’incesto approvata ieri dalla Camera dei deputati in via definitiva all’interno di un provvedimento che disciplina il riconoscimento dei figli naturali. In via definitiva, appunto, dopo un iter che è durato un tempo sufficiente ampio per non attendere l’ultimo momento utile per ottenere lo stralcio della norma incriminata.

Ci domandiamo cosa hanno fatto quei deputati e senatori dei diversi schieramenti, sensibili su questa materia, prima, quando si poteva intervenire con ben altri strumenti e altre motivazioni politiche. Hanno atteso il momento finale del voto in Aula, alla Camera, sugli articoli ed emendamenti per giocare la carta della proposta di stralcio, ma ormai i giochi erano fatti. Si doveva intervenire prima, soprattutto in Senato dove la norma è stata introdotta in commissione Giustizia con il parere favorevole del governo tecnico, quello che doveva guardare prioritariamente al risanamento dei conti. Un governo fortemente sostenuto dal Partito di Casini, incapace di esercitare una azione politica che portasse ad un risultato positivo e che invece ha subito una sonora sconfitta politica su temi che dovrebbero suscitare indignazione. Un risultato che fa esultare la portavoce del Fli Giulia Bongiorno, rappresentante di quel partito che nella prospettiva elettorale dovrebbe allearsi con l’UDC, non si sa bene su quale piattaforma programmatica e con quale convergenza su valori incomprimibili.

Resta l’amarezza per una operazione di normalizzazione come l’ha efficacemente definita il fondo di Avvenire e che fa sussultare le coscienze di tutti noi. Avremmo voluto essere sul campo di battaglia per impedire una norma assurda.


QueI deputati che si sono mossi ieri con lo stralcio hanno esercitato una azione tardiva ed inconcludente, quasi il tentativo di salvarsi la coscienza di fronte ad un palese errore di strategia parlamentare, quasi il modo di far vedere di avere fatto qualcosa. Un partito come l’UDC che sostiene con fermezza il governo Monti aveva ben altri strumenti politici per ottenere un qualche risultato. Non osiamo neppure immaginare che il Ministro della Giustizia Severino non potesse dare ascolto all’udc di Casini.


Roma, 28 novembre 2012

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