Il Parlamento non inganni i contribuenti
Il Senato è impegnato in questi giorni negli ultimi adempimenti legislativi prima della chiusura della legislatura. Tra questi rientrano la legge di stabilitá e la riforma che prevede una ampia delega fiscale al governo. Per la legge di stabilitá non vi sono quelle incertezze e quelle polemiche che invece si registrano per la delega fiscale contrassegnata da forzature procedurali. Non si comprende perchè il Parlamento debba conferire una delega così ampia ad un governo al termine del suo mandato che aveva come compito primario, quasi esclusivo quello di stabilizzare i conti pubblici.
Il tentativo di introdurre il conflitto di interesse come mezzo di contrasto al fenomeno della evasione fiscale è uno squallido modo di ingannare gli italiani onesti nella prospettiva elettorale.
Il contrasto di interesse sul modello USA non sará introdotto nell’ordinamento tributario italiano perchè ogni volta che è stata data una delega al governo non è stata esercitata sia per problemi di costi complessivi che di gestione. Ricordiamo quella di inizio anni novanta, ricordiamo quella sottostante alla legge 80 del 2003. Il ministro Tremonti dovrebbe dare qualche spiegazione in tal senso piuttosto che lanciare nuovi movimenti politici utili solo a nascondere gli errori nelle politiche economiche del decennio.
La delega servirá – se il senato accetterá di subire il volo di fiducia così coe è avvenuto alla Camera – solo ad accorpare le agenzie fiscali determinando una concentrazione di potere fuori da ogni controllo parlamentare. Di questo dovrebbe preoccuparsi il Parlamento piuttosto che cadere nell’inganno del conflitto di interesse sullo scontrino.
Di tutto ciò sono fermamente convinto avendo avuto la soddisfazione di introdurre le norme fiscali relative alla intermediazione immobiliari e alla assistenza per la cura delle persone. Un intervento legislativo di cui hanno beneficiato centinaia di migliaia persone. So bene la fatica legilativa che è costata. So bene le difficoltá realizzative. Nella situazione attuale di conti pubblici l’unica valida e concreta propettiva è quella di fissare un quantum per settori dove è più alta l’evasione (edilizia, manutenzione della casa, servizi alla persona) e per famiglia consentendo con norme semplici, senza bardature burocratiche, il loro utilizzo in modo tale da modificare comportamenti fiscali dei contribuenti che assumono un rilievo e un livello preoccupante rispetto ai principi tributari di equitá e di proporzionalitá.
Roma, 27 novembre 2012