Pezzotta abbandona l’UDC
Solo chi non ha seguito la storia personale sia politica che sindacale di Savino Pezzotta può stupirsi della rottura tra il leader della Rosa bianca e l’UDC.
Non va dimenticato che Savino Pezzotta era tra i fondatori della Unione di Centro dopo la chiusura della esperienza dell’unione dei democratici cristiani. La trasformazione dell’acronimo ne ha anche mutato il significato con un progressivo cambiamento di ispirazione, di strategie, di valori. E Savino Pezzotta lo ha bene spiegato senza sottrarsi ad una chiara assunzione di responsabilità. Lo aveva fatto nei mesi scorsi nei suoi scritti su Camaldoli.org. Lo ha fatto oggi manifestando il suo disagio per la assenza di spread sociale nella agenda Monti; così come la scarsa attenzione alle problematiche sulla famiglia. Per chi è stato il portavoce del family day tutto ciò deve essere apparso insopportabile. Ha dimostrato coerenza tra le parole pronunciate alle famiglie convenute da tutta Italia nella piazza di San Giovani e l’impegno personale politico.
E lo ha fatto con una dimostrazione di stile. Non è andato a comunicarlo al leader maximo dell’UDC, Pierferdinando Casini. No. Lo ha comunicato a Lorenzo Cesa, il Segretario Politico. In quel gesto ha voluto sottolineare il rispetto delle regole e delle cariche dalle quali non ci si può dissociare.
C’è un elemento misterioso e incomprensibile in questo vicenda. L’UDC rinuncia a Pezzotta, alla forza delle sue idee e, al contrario, preferisce avere Adornato come capolista tutelato nelle circoscrizioni elettoralmente più garantite. Non possono balzare agli occhi le profonde differenze. Due storie completamente diverse. Pezzotta è un protagonista del cattolicesimo sociale e democratico. Meritava più rispetto. Adornato approda al centro di Casini dopo un percorso zigzagante sinistra- destra berlusconiana fino a scoprire come approdo finale il centro di Casini.
Misteri della politica.
Roma, 18 gennaio 2013