La politica del cacciavite e le macchine utensili

La politica del cacciavite e le macchine utensili

Tra le misure contenute nel decreto del “fare” ce n’è una che potrebbe sembrare nuova ma non lo è: quella relativa alle macchine utensili. Del resto quel decreto è stato definito del cacciavite e il cacciavite ha la funzione di rimettere le cose a posto, a far ripartire ciò che non va. Eppure la legge Sabatini, dal nome del proponente definito il deputato dei poveri, la 1329 del 1965, ha confermato la regola che non vi è nulla di più duraturo di un provvedimento congiunturale. Promulgata in una fase congiunturale e per un triennio era diventata lo strumento più apprezzato dagli operatori per la sua funzionalitá e idoneitá a stimolare l’investimento in macchine utensili nelle piccole imprese. L’operazione si realizzava con uno strumento semplice, senza intermedazioni, con operazioni assistite da agevolazioni tributarie e da anmortamenti rapidi triennali. Uno strumento valido, chiaro, semplice nelle procedure efficace nel sostegno alla innovazione e alla crescita competitiva e con oneri ridotti per lo Stato. Arrivò al finanziamento di ben 30.000 operazioni nel 1984. Si ottenevano due risultati: la competitivitá delle imprese nella innovazione di processo e di prodotto e il sostegno alla domanda procurando lavoro negli stabilimenti produttori di macchine utensili.

Il rifinanziamento dello strumento legislativo è importante ma non possiamo non domandarci perchè la legge Sabatini sia stata per tanto tempo accantonata e si sia dovuto riprendere il cacciavite per riattivarla.

Maurizio Eufemi

Roma 23 giugno 2013

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