I giorni tristi della democrazia
Sono giorni tristi per la democrazia.
Lo scontro assume i toni della guerra di religione.
Prevalgono gli interessi delle persone rispetto a quelli supremi del Paese. Si è determinato un blocco istituzionale mentre ci sarebbe estremo bisogno di agire con forza, con determinazione.
Vengono fatti ipocriti appelli ai moderati, quando in precedenza erano stati con disinvoltura espulsi dalla rappresentanza parlamentare in virtù di liste imposte agli elettori senza adeguata valutazione dei territori. I moderati nel 2013 hanno rifiutato l’esercizio del diritto di voto schifati da logiche elettorali di partiti senza democrazia interna e senza un minimo approccio a forme di autoregolamentazione. Lo scontro ha prevalso sul dialogo. I risultati sono di tutta evidenza: Crisi di sistema, crisi economica, assenza di scelte funzionali al Paese, risposte inadeguate alla gravità della situazione.
E oggi si ha la sfrontatezza di fare un appello ai moderati… Per fare che cosa, per vincere le elezioni, senza un programma, senza un progetto, e dare ancora una volta una delega in bianco e restare nell’immobilismo.
Ma per piacere…
Oggi c’è bisogno di formare un blocco sociale credibile che si ritrovi intorno a pochi punti fermi per il rinnovamento del paese recuperando innanzitutto i moderati delusi, dando loro rappresentanza parlamentare per difendere le ragione dei giovani e dei corpi vivi del Paese.
Roma, 1 ottobre 2013