CONSIGLIO NAZIONALE CDU – DOCUMENTO TAROLLI
APPELLO AI TANTI VOLENTEROSI: UN GRANDE SOGNO PER APRIRE UNA NUOVA STAGIONE
Premessa
Mai crisi economica è stata così pervasiva e tanto complicata! Per alcuni bisogna andare a ritroso nei secoli per trovare analogie. E probabilmente le cause sono molto più profonde di quanto fino ad ora scavato.
Un dato su tutti: quasi sei milioni sono i giovani sotto i 26 anni che non hanno lavoro! Che salgono a poco meno di 10 milioni se si guarda a quelli sotto i 34 anni.
L’equivalente di una Nazione di media grandezza del centro Europa!
E i rimedi non stanno solo in intelligenti o sofisticate politiche del “fare”, quanto nel ri-generare ruoli e funzioni della politica; nel ri-orientare culture e politiche economiche e sociali! Nel re-interpretare le politiche di uno Stato Sociale che non siano solo protettive, ma anche virtuose; nel ri-proporre strumenti di democrazia aggiornati ai tempi e figli di un nuovo umanesimo che consenta ai singoli e ai territori di essere protagonisti nella partecipazione pubblica; nell’usare e difendere gli strumenti comunicativi e mediatici, non per ubriacare o imbonire, quanto per consentire ai cittadini della Polis di essere più consapevoli e più forti nella vita comunitaria di tutti i giorni.
Il dovere di credere nell’Italia
L’Italia può ancora aspirare ad un futuro migliore, dove sia possibile prosperità e lavoro per le persone singole e per le famiglie!
È necessario crederci ed è un dovere provare a farlo!
Per questo:
vanno coinvolte e rimotivate 60 milioni di persone, abbattendo paure e ritrosie, riproponendo valori unificanti per consentire ai più di remare nella stessa direzione perseguendo: il Bene prima dei beni! L’Etica e il Bene comune prima degli interessi e degli egoismi! Le testimonianze di fede prima delle regole dello Stato! La responsabilità dei doveri prima delle rivendicazioni dei diritti! L’Europa dei popoli prima delle burocrazie e dei localismi.
accanto al legittimo obiettivo del benessere e dell’interesse individuale va affiancata la cultura dell’impegno e del dovere, sia individuale che di gruppo sociale, che non rifuggono dall’opportunità del “sacrificio”, inteso nell’accezione latina del “sacrum facere”: fare una cosa sacra e virtuosa! Non quindi un obiettivo di autolimitazione o di sofferenza, ma di opportunità, di virtù e di armonia;
nella palestra politica bisogna sottrarsi dalla dittatura dello scontro a tutti i costi! Da un bipolarismo che ha favorito l’affermazione di culture manichee e per ciò stesso metalliche e non vocate all’ascolto! Quando invece, primariamente, va dato fiato alla cultura della responsabilità, della condivisione e del rispetto reciproco, salvaguardando nel contempo i valori veri ed importanti dell’alternanza al potere, della governabilità e della partecipazione popolare.
dentro questo contesto va declinato un articolato Progetto Paese che contenga le tante rivoluzioni in grado di trasformarlo, per farlo uscire dalle secche di culture superate, dalla recessione economica, dall’immobilismo politico e partitico e offrirgli una concreta prospettiva per il futuro.
E che indichi con priorità:
il lavoro, come indeclinabile valore sociale attraverso il quale si realizza la dignità della persona umana, la crescita e l’armonia di una comunità;
l’abbattimento del debito pubblico, attraverso un piano straordinario pluriennale di dismissione del patrimonio pubblico sia di assetto immobiliare che di partecipazioni pubbliche così da ridurre l’ingente spesa per interessi e liberare risorse per lo sviluppo;
la ristrutturazione della spesa pubblica ad iniziare dagli apparati e dalla sua riqualificazione;
un fisco semplice ed amico, ripristinando un clima di fiducia tra lo stato e il contribuente favorendo l’emersione del sommerso, riducendo il cuneo fiscale e abbassando significativamente la curva delle aliquote;
i settori strategici su cui il Paese deve puntare nei prossimi anni, capaci di creare più alto valore aggiunto, occupazione per evitare di disperdere risorse pubbliche in settori ormai superati.
Una nuova stagione
È necessaria! È imperativo aprire una nuova stagione dell’impegno politico! È doveroso ri-generare la politica italiana: nel senso di consentire lo svilupparsi di una nuova stagione e di rendere possibile una nuova esperienza di vita.
Che archivi l’esperienza del partito del leader, del partito del capo carismatico, che decide tutto! Che espropria gli organi! Che desertifica i livelli intermedi! per esperienze che consentano leadership autentiche che rappresentino culture, territori e organismi rappresentativi.
Che archivi l’esperienza del partito mediatico, virtuale, liquido che devitalizza le coscienze e lo spirito critico, per esperienze invece che reinterpretino il valore della partecipazione e dell’attivismo delle persone.
Che archivi l’esperienza del partito burocratizzato, che vuole occupare tutti gli spazi sia nelle istituzione che nella società.
Partiti quindi, autenticamente democratici e di servizio alle persone e alla comunità! Partiti capaci di progetti, di sogni e formatori di classi dirigenti preparate e generose, che sappiano usare con intelligenza gli spazi messi a disposizione dai nuovi strumenti della comunicazione e del web.
Il nostro appello ai tanti volenterosi va in questa direzione!
Condividere un impegno che si ponga come obiettivo e come progetto:
fare emergere una nuova grande area politica e culturale, plurale nelle sue espressioni, aperta e in grado di valorizzare le specificità dei tanti territori, capace di elaborare un nuovo grande Progetto per il Paese, dentro le più vaste problematiche che la globalizzazione delle persone, dell’economia e dei mercati ci pone;
riaggregare e rappresentare la diaspora e la frammentazione dei tanti milioni di italiani, cattolici e non cattolici, laici e riformatori, civici e giovani, che si riconoscono nei grandi valori della cultura dell’economia sociale di mercato che ha reso grande l’Europa e che ancora oggi guida il più grande paese industriale del vecchio continente.
dentro l’UDC, superare la logica delle continuità e interpretare la logica della rifondazione e della ri-generazione, verso un’esperienza più rappresentativa, più forte e più europea.
e solo a questo punto, prendere in considerazione l’ipotesi di un nuovo grande partito liberaldemocratico e popolare; moderno nella sua articolazione; democratico nella sua vita interna, che respiri a due polmoni: uno identitario ispirato al popolarismo europeo e un secondo aperto alle tante specificità e ricchezze territoriali; e impegnato ad immettere nell’agone politico dirigenti nuovi e capaci accanto ai tanti che con il loro attivismo hanno dato e continuano ad assicurare un contributo importante all’azione politica dei nostri tempi.
Un partito che stia dentro la grande area europea, transnazionale perché capace di proporre ideali e obiettivi all’intera comunità europea sia sul terreno della democrazia sia su quello economico e sociale e quindi in grado di contenere il debordante ruolo della burocrazia.
22 novembre 2013