Intervento Sen. Maurizio Eufemi – Consiglio Nazionale CDU
Hotel Palatino – 22 novembre 2013
Care Amiche e Cari Amici, siamo qui, oggi, in questo luogo anche simbolo della storia del CDU perché non vogliamo ammainare le nostre bandiere, i vessilli della nostra storia di cui dobbiamo essere orgogliosi.Una storia che ha portato il Paese a grandi trasformazioni, elevati tassi di sviluppo, progressi civili e sociali, allargando soprattutto la partecipazione democratica alle scelte politiche del Paese.E allora noi abbiamo il dovere di crederci, di ricercare le condizioni per una riaggregazione, una rigenerazione ancorata ad una piattaforma valoriale.Eravamo pochi. Oggi siamo tanti su una idea condivisa.!Non è la sede questa per mettere sul banco degli imputati tanti presunti leader, certamente arrendevoli, che hanno posto le loro ambizioni personali prima di quelle del partito.I passaggi sono sotto i vostri occhi. Abbiamo visto le giravolte di Casini, con il nome sul simbolo, poi Partito della Nazione, poi l’Unione di Centro, fino a nascondere quelle parole “democristiani” come se fossero qualcosa di cui vergognarsi. Tutto questo è avvenuto in assenza di congressi e con palesi violazioni statutarie. E’ stato violato il patto del dicembre 2002.Noi invece di quel simbolo non ci vergogniamo perché lo abbiamo difeso con laceranti e sanguinose scissioni, quando altri si accasavano sotto altre bandiere.La storia saprà rivalutare quella esperienza politica.E’ stato dunque svuotato il fatto fondativo del 2002, da parte di chi ha preferito aggrapparsi ai poteri forti, sciogliendosi in Scelta Civica, proclamando slogan come “Monti dopo Monti” senza adeguate valutazioni delle contraddizioni delle politiche di austerity fini a se stesse che stanno progressivamente colpendo con un fisco oppressivo e vessatorio il tessuto produttivo delle PMI. Il prossimo passo sarà quello di mettere le mani sul sistema della Banche Popolari ultimo baluardo del credito di prossimità sui territori.Abbiamo l’ambizione di costruire un ponte intergenerazionale perché solo in una alleanza tra giovani e meno giovani potremo costruire e non solo demolire, come pensa di fare Renzi, colpendo i pensionati in una confusione tra i principi di assistenza e di previdenza.Abbiamo il dovere di crederci, nel rigenerare ruoli e funzioni, nel riorientare cultura economica nella economia sociale di mercato, nel reinterpretare il modello di Welfare, nel riproporre democrazia moderna e partecipata.Dobbiamo diffidare di questo Partito Popolare Europeo! Dobbiamo essere rivoluzionari sull’Europa partendo dal PPE, ritrovando l’identità del passato, superando burocrazie e tecnocrazie; non, dunque, il metodo intergovernativo, ma partito transnazionale per superare le barriere degli stati nazionali, attraverso scelte partecipate e condivise.Va abbattuto il muro della indifferenza. Nel 1989 è stato abbattuto il Muro di Berlino, ma la Germania ha alzato il muro degli egoismi fondato sui parametri, sui numeri, sul denaro e su quello dei potentati economici, dimenticando i valori della solidarietà e dello sviluppo armonico di tutti i paesi dell’Unione.Il nostro Progetto Paese guarda al lavoro come valore sociale irrinunciabile riscoprendo l’economia sociale di mercato come fattore di sviluppo, dopo l’ubriacatura della via dello sviluppo finanziario che ha portato ad abissali distanze tra ricchi e poveri e distruzione del ceto medio.Puntare quindi sui settori strategici capaci di creare occupazione.Si apre una nuova stagione se saremo capaci di fare gesti generosi e coraggiosi.Le elezioni europee offrono l’occasione di una ricomposizione se saremo in grado di sostenere una idea nuova di Europa.Non facciamo ingannare da Renzi che alla Leopolda nei cento tavoli, dove si è parlato di tutto, non ha messo nemmeno uno strapuntino per la questione antropologica e neppure per quei valori a noi cari come il volontariato.Dobbiamo creare lo strumento per stare insieme, un partito aperto ai cattolici.Il 18 aprile, nell’anniversario dell’appello ai Liberi e Forti, pronunciato da Sturzo, terremo un nuovo grande momento di incontro, lavorando per cerchi concentrici, operando convergenze, liberi ma non dispersi.Contarsi per contare.Andiamo avanti con chi ci sta. Roma, 22 novembre 2013 |