La svolta generazionale

La svolta generazionale

Il Presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine d’anno ha enfatizzato la svolta generazionale dei quarantenni. Quasi una rottura rispetto al passato con una presa del potere che non è passata attraverso un passaggio e una verifica elettorale.

Sorprende che la questione generazionale sia posta dal capo del governo nato sulle larghe intese e incoraggiate dal Capo dello Stato per un coinvolgimento ampio delle forze politiche parlamentari. Il Presidente del Consiglio finisce per rincorrere il neosegretario del PD su un terreno scivoloso che alimenta nuove contrapposizioni e pericolosi conflitti. Giá sul job act si sono riscontrate due linee alternative tra Pd e il Ministro del Lavoro.

Il Presidente del Consiglio ha la responsabilitá del governo del Paese e deve guardare innanzitutto alla azione di governo.

Il Presidente del Consiglio ha deviato l’attenzione dalle contraddizioni della legge di stabilitá firmata dal settantunenne, Ministro della Economia Fabrizio Saccomanni e dall’ingorgo parlamentare che porterá alla riconvocazione, non certo usuale, delle Camere tra Natale e Capodanno.

Porre la questione generazionale è fuorviante perchè si può essere giovani incapaci e anziani saggi e lungimiranti. Così come il contrario.

Alcide De Gasperi guiderá il suo primo governo a 65 anni. Sará il presidente del Consiglio della ricostruzione del Paese fino all’etá di 72 anni e chiamerá Giuseppe Pella, a soli 46 anni, artefice del miracolo economico italiano alla guida del Ministero del Tesoro nei governi centristi dal 1948 al 1953.

Antonio Segni aveva sessanta anni quando fece la grande riforma agraria, una autentica rivoluzione per gli anni cinquanta. Così come invece Amintore Fanfani aveva solo 41 anni quando elaborò il piano casa da 300.000 abitazioni.

Si illude chi pensa che i complessi problemi del paese possano essere superati dalla semplice presa del potere di un gruppo dirigente su un altro.

Richiedono invece la partecipazione di tutti verso impegno condiviso.

Oggi più che mai c’è bisogno non di rotture, ma di costruire un ponte intergenerazionale per uscire insieme dalla crisi.

Forse qualche volta conviene guardare all’estremo oriente come Giappone e Cina dove in quelle societá per gli anziani vi è rispetto e considerazione.

Non basta essere giovani per risolvere i problemi by magic. Sarebbe troppo semplice e facile.

Ci sarebbe stato bisogno di ardore giovanile e di determinazione nelle scelte di politica economica che non abbiamo ritrovato in questa legge di stabilitá.

Ed era lì che avremmo voluto vedere coniugati coraggio e saggezza. !!!

Roma, 24 dicembre 2013

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