La Ricerca e il Bel Paese (2)

La Ricerca e il Bel Paese (2)

Mentre nel Paese si registra uno scontro tra Governo e sindacati sulle politiche per il lavoro, sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e perfino sul diritto di sciopero, c’è una Italia che si confronta sullo stato della ricerca nel Paese. 
L’occasione è stata la presentazione del libro di Lucio Bianco: La Ricerca e il Bel Paese. 
Grande partecipazione di pubblico. Niccolais ha ricordato il nuovo statuto del CNR i rapporti con gli stakeholders e con le Regioni soprattutto sull’utilizzo dei fondi europei e per le infrastrutture con l’obiettivo di produrre conoscenza per spostare la frontiera del paese. 
Non è importante distinguere tra ricerca di base o applicata ma fare buona ricerca. Scienza e Tecnica sono inscindibili. 
Per Novelli con il tempo si è persa simbiosi con l’universitá. È cruciale l’idea della massa critica; non si può fare ricerca senza interdisciplinaritá. Proporre al Paese una strategia Paese mettendo insieme ricerca pubblica e ricerca privata. I fondi della ricerca dovrebbero rappresentare una questione nazionale nell’ambito del ministero dell’economia.

C’è poco reclutamento di giovani, ma senza giovani non v’è innovazione. Se 9.000 giovani sono negli Stati Uniti significa che sono ben preparati. Mentre il nostro Paese non riesce ad attrarli.
Il dato negativo è che non si può ripartire da zero ad ogni cambio di governo. CNR e universitá devono lavorare in simbiosi. Il CNR deve essere incubatore e catalizzatore della ricerca. Credere nei giovani perchè la scienza è motore dello sviluppo.

Giuseppe De Rita ha voluto ripercorrere le vicende degli anni cinquanta e sessanta quando i protagonisti di quegli anni avevano lo stesso progetto per un nuovo assetto del Paese e in economia la creazione di strutture per intervenire superando la concezione del vecchio stato liberale. V’era a sua di nuovo anche creando una agenzia per entrare nella promozione dello sviluppo, lavorando per piani, per centri di propulsione intellettuale, definendo cosa è importante tra ricerca e progresso economico. 
C’era in sostanza una finalizzazione della ricerca a fini collettivi. Quel progetto fu sconfitto perchè la cultura era contraria, così come erano contrari ai comitati nella logica del cavalcalamai. 
Il CNR dovrebbe svolgere azione di agenzia finanziaria, fare ricerca in proprio e incubatore specifico. 
Bianco ripropone il discorso dell’agenzia per fare ricerca orientata. La interdisciplinaritá rompeva il potere delle discipline quando vi è starà una moltiplicazione tanto è che si era arrivati a prevedere 3.400 corsi di laurea.

Maria Chiara Carrozza si è soffermata sulla fragilitá del sistema troppi dipendente dalla politica. Ė mancata la societá che dovrebbe ricordare l’importanza della ricerca. Nella epoca democratica la ricerca è inceppata. V’è frammentazione e fragilitá del sistema al contrario di quanto avviene in altri paesi in cui il pendolo oscilla ma non viene messo in discussione. Il giusto rapporto tra CNR e Confindustria non può essere di dipendenza. È importante l’autonomia. La politica deve programmare le linee di sviluppo. Deve valutare il piano non la ricerca. La scuola di robotica ha avuto le sue radici nel CNR. La ricerca libera ha il suo valore ma i progetti finalizzati servono a rafforzare alcune aree e problemi. Propone di fare gli stati generali della ricerca italiana per fare il punto. 
Per Pietro Greco il progetto di Vito Volterra era quello di dare al Paese un modello di sviluppo legato alle conoscenze modernizzando il Paese.
L’altra missione deve essere il trasferimento economico della conoscenza.

Per Walter Tocci bisogna interrogarsi sulle ragioni del declino. Nel libro c’è tensione. Oggi ci manca la relazione annuale sulla ricerca che dovrebbe essere ripristinata. Ricorda le tre A: autonomia, apertura e adattabilitá. Dovremmo interrogarci sul perchè si è riusciti nel passaggio dalla societá agricola a quella industriale mentre oggi si trovano difficoltá. Nel passaggio dalla societá industriale a quella della conoscenza e quindi manca l’aggancio. Va riconosciuto il tarlo del burocratismo compreso il ’68 con appiattimenti ed egualitarismo. Gli anni ottanta sono stati quelli delle occasioni sprecate. La seconda repubblica è stata letale per la ricerca. Scompaiono tre aspetti fondamentali: l’agenzia come strumento di elaborazione delle strategie, la gemmazione delle esperienze. 
L’autore Lucio Bianco ha replicato agli intervenuti. Ha ringraziato per la grande partecipazione. 
Siamo noi che dovremmo ringraziarlo per una full immersion sulla ricerca che conferma che c’è una Italia che guarda al futuro perchè senza ricerca non c’è innovazione e senza innovazione non c’è nè competitivitá nè sviluppo.

Roma 27 ottobre 2014

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