Tito Boeri novello Robin Hood
Dunque non abbiamo un presidente dell’INPS ma un novello Robin Hood.
Si è spinto e avventurato fuori del perimetro dell’INPS per invadere terreni estranei ai suoi compiti istituzionali. Un pericoloso sconfinamento.
Leggiamo sul fatto quotidiano un titolo categorico, inequivocabile “darli (i vitalizi) solo a chi è senza lavoro o ai redditi bassi” . Non nascondo che sono sobbalzato. In un colpo solo il prof Boeri cancella i principi costituzionali dell’equilibrio dei poteri per avventurarsi in pericolose dissertazioni. È sorpreso che vi siano le reversibilitá alle vedove dimenticando che è un principio di solidarietá. Le caratteristiche dell’istituto sono state espressamente chiarite dalla Corte Costituzionale con la sentenza 289 del 1994.
Tutto il ragionamento di Boeri gioca intorno al concetto di reddito dimenticando che l’istituto nasce come principio di libertá al fine di rendere libero il voto parlamentare rispetto a qualsiasi condizionamento. Si confonde uno stipendio con una indennitá e un vitalizio con una pensione.!
Vorrebbe introdurre requisiti di accesso cosicchè di fatto si ritornerebbe ad una rappresentanza parlamentare per censo impedendo a persone di qualsiasi categoria sociale di svolgere attivitá politica. Ci vorrebbe far tornare indietro di 100 anni. Per la stessa ragione sostenuta da Boeri la funzione di Presidente dell’inps dovrebbe essere onorifica. E invece è giusto che vi siano corrispondenti emolumenti.
Per quanto attiene alle regole il Prof. Boeri sollecita una operazione di trasparenza dimenticando che è tutto pubblico, tutto in rete, tutto sui siti di Camera e Senato. Basta un click.
Il prof. Boeri dovrebbe preoccuparsi di una operazione trasparenza sulla separazione assistenza – previdenza.
Dovrebbe tenere in debita considerazione le sentenze della Corte Costituzionale che ha fissato con chiarezza il principio riguardo ad interventi su situazione soggettive pregresse relativamente a stipendi, pensioni e indennitá solo se temporanei, generali, ragionevoli e indispensabili per coprire la spesa pubblica.