La riforma costituzionale sbagliata
In questi giorni le riforme costituzionali sono al centro del dibattito politico, caricate di un significato fuorviante rispetto alla posta in gioco. Purtroppo chi si accorge solo ora dell’inadeguatezza del quadro normativo ha anche la responsabilitá degli errori sia sul piano tattico che sui contenuti. Avere scoperto solo ora che la miscela della legge elettorale unita alla marginalizzazione del Senato, privato di legittimitá e di poteri legislativi. Si afferma una nuova centralizzazione, svuotando i principi del federalismo e del regionalismo che dovevano essere corretti e non mutilati.
Mi riferisco sia alla minoranza del PD che a Forza Italia. Quel che si va delineando è un compromesso pasticciato che recuperi l’unitá del PD e faccia salvare la faccia al Governo e alla minoranza stessa.
Dunque la questione della eleggibilitá diretta dei futuri senatori diventa un falso problema se si perdono di vista il ruolo, le funzioni, i poteri del senato rispetto al sistema delle garanzie costituzionali e alla conseguente alterazione dell’equilibrio dei poteri che diventeranno troppo sbilanciati verso il partito pigliatutto in virtù di una legge elettorale maggioritaria.
L’ipotesi di accordo viene vista come una liberazione rispetto alle possibili conseguenze politiche.
In questi giorni si sono mosse le forze invisibili per evitare qualsiasi tipo di voto – a cominciare dalla commissione Affari Costituzionali – che potesse far esprimere liberamente il parlamento evitando ogni tipo di rischio rispetto al percorso parlamentare della riforma stessa. Potemmo dire di avere visto un Senato giá sotto tutela per evitare di disturbare i manovratori.
È per questo che nonostante il possibile accordo sull’articolo 2 non riteniamo che siano stati risolti i problemi di una riforma che riteniamo profondamente sbagliata nelle scelte di fondo, perchè utile solo alla facile propaganda a spese dei valori costituzionali fondati sulla partecipazione.