Seminario “Un partito d’ispirazione cristiana nel XXI^ secolo”

 Seminario “Un partito d’ispirazione cristiana nel XXI^ secolo”

Torino, Collegio Artigianelli – 4 marzo 2017 Un partito di ispirazione cristiana nel 21^ secoloOpportunitá per il bene comune
Torino Collegio Artigianelli
4 marzo 2017 Un sentito ringraziamento a Mauro Carmagnola, segretario regionale del nuovo CDU che ha promosso questo incontro al collegio Artigianelli, luogo di formazione, di cultura, di dialogo. Un sentito ringraziamento anche a tutti voi che siete qui oggi per ritrovarci per una riflessione aperta al confronto positivo.Il CDU è in linea con i grandi valori della partecipazione politica del pluralismo, della rappresentanza politica. Nel documento che Mauro ci ha inviato come presentazione sono raccolte bene le indicazioni di fondo. I tempi nuovi del relativismo, che favorisce la perdita di punti di riferimento, relativismo come spirito del tempo come ha affermato in passato, il cardinale Carlo Caffarra, norme e valori che diventano arbitrarie convenzioni culturali, il particolare che super il generale. dell’individualismo nella globalizzazione e della sfida antropologica richiedono un aggiornamento e un supplemento della riflessione politica.I tempi che viviamo sono difficili.La globalizzazione, dopo la ubriacatura di Wall Street quella della immoralità finanziaria efficacemente rappresentata da Oliver Stone in Wall Street 1 e 2 sta determinando un vasto movimento di ripensamento (Trump – Brexit – elezioni francesi – l’Unione Europea, l’euro).La vicenda del 4 dicembre non è senza significato, non è secondaria rispetto al nostro impegno perché abbiamo contrastato il tentativo di cancellare il principio di rappresentanza.Il popolo italiano ha votato in modo chiaro, ha bocciato ogni tentativo accentratore.L’economia. Viviamo una lunga crisi che dura ormai da 10 anni. Ha minato il tessuto produttivo, ha cancellato milioni di posti di lavoro, ha messo a rischio la tenuta sociale.Non vi è dubbio ormai che l’euro ha aggravato i nostri problemi, perché il Paese ha perso competitività.La crisi delle banche, le sofferenze, l’intervento dello Stato in MPS, le mani sulle banche popolari, 140 miliardi su 210 sono in mano al 3 per cento dei debitori. Un caso tipico è Unicredit con le vicende di Pekao, Pioneer dismissioni di asset e ripetuti aumenti di capitaleV’ è stato un aumento della povertà sia assoluta che relativa.La crisi si è trasferita alla economia reale per tornare alle banche con bilanci indeboliti.La risposta è stata la svalutazione del lavoro. Una competizione al ribasso dei diritti.L’articolo 1 della nostra costituzione recita che la Repubblica è fondata sul lavoro. Quell’articolo è stato scritto da Dossetti, Fanfani, La Pira, Moro e Basso che trovarono la sintesi. I cattolici furono determinanti nella ricostruzione del Paese con le idee ricostruttive di De Gasperi che poggiavano su quel grande momento di elaborazione culturale che fu il Codice di Camaldoli.Assistiamo alla precarizzazione del lavoro con un – 37 per cento dei contratti a tempo indeterminato, la disoccupazione giovanile sopra il 40 per cento. Il Job Act ha cancellato l’articolo 18.E’ diminuito il PIL sono diminuiti gli investimenti produttivi e quindi la produzione industriale il clup è aumentato del 21,3 per cento. Tutto ciò produce disoccupazione, povertà fallimenti, crisi dello stato sociale.Il tasso di attività è fermo al 57 per cento con un 12 per cento di disoccupazione.Sono diminuite le tutele del lavoro. I licenziamenti arrivano ormai via sms e mail. Nei giorni scorsi rileggevo un libro di James Meade premio Nobel per l’economia un socialista liberale, allievo di Keynes, in questo libro Agathotopia, un luogo perfetto in cui vivere, ma introvabile si interroga sulla possibilità di coniugare eguaglianza ed efficienza imprenditiva ed equità. E’ un sostenitore della economia della partecipazione, accettando la variabilità del salario e della partecipazione ai profitti. Meade offre un modello che incrocia i vantaggi della spa con i vantaggi di una cooperativa.E già trent’anni, prima della affermazione elettorale dei cinque stelle, fa parlava di reddito di cittadinanza o una eredità sociale.Meade aveva previsto l’economia dei robot e i pericoli di una società in cui i sistemi automatizzati siano proprietà di pochi mentre per la maggior parte dei lavoratori rimarrebbero aperti solo i ruoli di camerieri e di servitori e i rischi che i tratti feudali della attuale forma capitalistica prendano il sopravvento sui fattori di innovazione e di progresso contenuti nella competizione di mercato e nello sviluppo tecnologico. Nei giorni scorsi perfino Bill Gates ha posto il problema della tassazione dei robot.Ho fatto questa citazione perché nei giorni scorsi è scomparso Michael Novak un grande pensatore contemporaneo, sostenitore di un capitalismo democratico.
La montagna di debito pubblico italiano però impedisce il dividendo sociale. I primi passi devono essere lungo la strada del risanamento. E qui è mancata l’azione del governo Renzi che avrebbe dovuto affrontare la questione del debito pubblico con un piano di lungo periodo.
E’ prevalsa in questi la linea della BCE a tutela della stabilità anzichè la linea di Keynes tesa a privilegiare la occupazione, il ciclo economico.Noi vorremmo la estensione dei diritti piuttosto che la compressione, un allargamento piuttosto che la riduzione.Prosegue l’obiettivo della automazione nei processi produttivi. Una gara demenziale all’impossibile.I temi etici sono messi in discussione. Si scambiano i desideri con i diritti. (matrimoni, fine vita, eutanasia. ) Sarebbe necessaria una catena, una rete di solidarietà per non lasciare sole le famiglie.Dopo la prima rivoluzione industriale con elettricità e vapore poi quella dei motori e dei trasporti la chimica ha portato alla produzione fondata sulla scienza. Abbiamo la terza rivoluzione tecnologica e la telematica diffusa. Che cosa sarebbe il sistema globalizzato senza elettricitå lo abbiamo visto con il black out delle telecomunicazioni, dopo una nevicata abbondante che ha colpito il centro Italia.
Assistiamo alla crisi dell’Europa politica e della sua moneta per una serie di ragioni che vanno dall’ allargamento eccessivo verso est, dalla fragilitá della governance, dalla crisi dei valori, dalle radici affievolite, dalla incapacitá di guardare al suo futuro con fedeltà creati a come ci ricordava Ratzinger.Il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma rischia di essere una inutile celebrazione per la difficoltà di trovare una intesa sulla dichiaraziazione finale. Lo stesso libro bianco di Juncker perde di vista i problemi reali ponendo attenzione alle autoelettriche o alle autoritå delle telecomunicazioni piuttosto che a quelli dei migranti.Che fare: porre il problema della creazione della Europa fiscale entro un anno e del debito europeo comune così come la difesa europea riprendendo il sogno e la speranza di De Gasperi della CED, con art 38 che prevedeva la creazione di comunita politica europea garanzia di pace, soprattutto ora che Trump chiede maggiori spese all’Europa sulla Nato. Ogni trattato cartaceo sarebbe vano se lasciasse dietro di noi una Europa lacerata dagli antichi sospetti e indebolita dalle vecchie gelosie e da ricorrenti egoismi. Solo un esercito comune europeo al servizio di una sovraordinata autorità politica per no essere una contraddizione perche l’organismo per difendere una patria più vasta sia visibile, solida, viva.
Va posto un ripensamento rispetto al concetto di sviluppo ora sostituito dal mercato, a quello della sussidiarietà ora sostituita dall’accentramento e al ruolo della Commissione ora dispensatrice di pagelle e di sanzioni.Che succederá quando scadrà il quantitative easing della Bce anche per il fatto che le banche, rispetto al passato, non potranno acquistare i titoli pubblici per non alterare i ratios del bilancio.un partito come il nostro che si ispira ai valori cristiani deve avere un orientamento che si esprime nella centralitá dell’uomo.Dobbiamo riconoscere il valore profetico della rerum novarum di Leone XIII con la questione operaia; lo sfruttamento dei lavoratori oggi si pone in termini diversi dagli ingranaggi della economia e dalla ricerca sfrenata della produttività con super lavoro lavoro carriera che ruba spazio alla dimensione umana.Ricercare una economia al servizio dell’uomo.Un modello di sviluppo superando la cultura individualistaE’ necessario una grande opera educativa e culturale sia dei consumatori che dei produttori.Oggi è il momento di ritrovare slancio di rimetterci in gioco di rientrane in campo, di giocare la partita non di assistere come spettatori passivi.E’ nostro dovere restare né insensibili né indifferenti a ciò che ci circonda, ma il dovere di interrogarci sui problemi della società rispetto alla distruzione di valore, caduta delle attività produttive perdita dei livelli di occupazione individuando le soluzioni per la crescita dell’uomo e della società, dunque l’uomo al centro non il profitto fine a se stesso. Va ribadita la centralità della persona umana insieme al principio di sussidiarietà e i solidarietà dunque bene comune a tutti i livelli. Significa il primato dell’essere sull’avereContarci per contare. È necessario ritrovare i luoghi della formazione. Non possiamo più fermarci al prepolitico. E tempo che anche le parrocchie riaprano le loro porte alla formazione politica indispensabile per avere persone formate ed icone alla assunzione di responsabilità nella societá civile e nelle Istitituzionina tutti i livelli di governo.È tempo di riprendere coraggio, per usare le parole di Sturzo, curando di essere se stessi, correggendo gli errori del passato, per impegnarsi, ritrovare il gusto della politica, elaborare programmi adeguati ai tempi della crisi economica persistente.La nostra non è una storia da dimenticare ma da difendere e riscoprire. I cattolici ebbero l’utopia di guardare alla costruzione di un Paese più giusto e umano.La legge elettorale che verrá, se sará proporzionale, potrá porre le condizioni per una presenza politica organizzata, in grado di avere un ruolo più forte nel Paese e nelle Istituzioni per difendere e realizzare una visione della societá più umana e più giusta.Le sfide nuove del 21^ secolo richiedono un impegno forte rispetto agli effetti della globalizzazione, dell’Unione Europea, della lavoro e della famiglia. Filmati:https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=643631122506928&id=100005801375583https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=643634465839927&id=100005801375583https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10210837857576944&id=1666582634      

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