Parlamento sotto ricatto
La lezione del voto referendario del 4 dicembre ancora non è stata capita da Renzi e dal PD.
Assistiamo ad un gioco pericoloso con gravissime lesioni sulle Istituzioni. Si tenta di far passare una legge elettorale da un Partito che ha avuto soltanto il 25 per cento di consensi, una legge dichiara incostituzionale, perche violava i principi di rappresentanza. Stessa sorta ha avuto la successiva legge elettorale Boschi Renzi che doveva essere la migliore del mondo, quella che tutti in Europa ci avrebbero invidiato.
Ma il fatto più grave è il continuo ricatto al Parlamento per andare a votare prima della decisione di bilancio di autunno, imbrogliando gli italiani sui programmi elettorali. E allora si usa l’arma dei vitalizi per ricattare il Parlamento e tentare di andare al voto prima di settembre 2017. Si usa una legge predisposta da tale Richetti, renziano doc, un maturato scientifico, senza le conoscenze basilari del diritto, per scardinare il sistema.
Il PD dimostra scarsa sensibilitá istituzionale perché in ogni caso avrá perso la partita sia che la legge fosse approvata sia che fosse respinta. Nel primo caso sarà merito dei grillini, nel secondo sará demerito del PD.
A questo punto dovrebbero far sentire la loro voce i Presidenti di Camera e Senato che dovrebbero difendere con coraggio la dignità del Parlamento e dei parlamentari.
La proposta Richetti viola principi giuridici incancellabili, non tiene conto della articolazione costituzionale dello Stato; introduce surrettiziamente con il metodo contributivo retroattivo l’esproprio delle pensioni che potrá essere esteso ad ogni categoria, dai docenti alle forze di polizia, dai militari si prefetti, dal corpo diplomatico ai telefoni ed elettrici e per categorie dai commercianti ai coltivatori, dagli artigiani, e via di seguito. Con questo sistema si chiederà anche la restituzione il rimborso di incentivi pubblici nelle politiche industriali.
Il legislatore può fare tutto purchè nel rispetto delle regole e della civiltá giuridica. Sopratutto bisogna avere la cognizione di cosa si sta facendo.
Quale democrazia di vuole, quella dei nominati?
Noi non ci stiamo.
Roma, 18 maggio 2017